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La critica alle carceri minorili

ilaria salis

Salis non usa mezzi termini nel descrivere la situazione del Beccaria e, per estensione, di altri istituti minorili, definendoli "un vero disastro"

La sua denuncia si basa su una serie di criticità che, a suo dire, persistono da anni: carenza di mediatori culturali, strutture inadeguate, mancanza di programmi di reinserimento efficaci e, in alcuni casi, episodi di violenza da parte del personale.

Educazione invece di detenzione

La soluzione proposta da Salis è radicale: abolire tutte le carceri minorili e puntare su percorsi educativi e di recupero alternativi alla detenzione. 

L'europarlamentare richiama un passato in cui l'Italia era considerata un modello positivo in Europa per la sua capacità di gestire la giustizia minorile con un approccio educativo, anziché punitivo. 

Secondo Salis, questo modello è stato progressivamente smantellato, e l'attuale governo starebbe completando l'opera.

Un dibattito complesso

La proposta di Salis, seppur coraggiosa, apre un dibattito complesso. Da un lato, c'è chi condivide la sua preoccupazione per le condizioni delle carceri minorili e l'inefficacia dei percorsi di reinserimento. 

Dall'altro, c'è chi teme che l'abolizione delle carceri minorili possa portare a un aumento della criminalità giovanile e a una mancanza di strumenti per gestire i casi più gravi.

La necessità di un confronto aperto

La questione è delicata e richiede un'attenta valutazione delle possibili conseguenze. È necessario un confronto aperto e costruttivo tra tutte le parti coinvolte per trovare soluzioni che garantiscano sia la tutela della società che il recupero dei giovani che hanno commesso reati.