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Non deve assolutamente sorprendere l’inaspettata decisione del Monza, che ieri mattina ha deciso di consegnare l’undici biancorosso nelle mani del giovane Raffaele Palladino in sostituzione dell’esonerato Giovanni Stroppa. Numerosi sono infatti i precedenti, sia in Serie A che nel resto d’Europa, di allenatori, ai più sconosciuti, chiamati sorprendentemente a guidare la prima squadra certe volte senza passare nemmeno dalla canonica gavetta, sulla falsariga della moda inaugurata a Barcellona con il fortunato arrivo di Pep Guardiola in panchina. In Italia ne sa qualcosa in particolare l’attuale presidente dei brianzoli Silvio Berlusconi, che nel suo periodo rossonero ha in più di una circostanza tentato la sorte nella selezione del tecnico, come quando nel 1987 affidó Maldini e compagni all’ex Rimini e Parma Arrigi Sacchi. Benché l’esperimento riuscì con successo, fattore che rese possibile il bis con Fabio Capello, decisamente peggio sono andate le scommesse nel nuovo millennio, con Seedorf, Filippo Inzaghi e soprattutto Christian Brocchi rivelatisi non all’altezza delle missioni affidateli.

Cambiando sponda dei Navigli, è possibile imbattersi in un’altra scelta azzardata, in questa caso attribuibile all’ex proprietario dell’Inter Massimo Moratti, che nell’aprile del 2012, in seguito al licenziamento di Claudio Ranieri, affidó la panchina nerazzurra all’ex mister della primavera Andrea Stramaccioni, incapace nei mesi successivi di raddrizzare la precaria situazione dei lombardi. Molto fruttuosa al contrario la parabola del debuttante di lusso Zinedine Zidane al Real Madrid, vincitore di tre Champions League consecutive da condottiero dei Blancos, i quali qualche anno dopo ci hanno riprovato con il novellino Santiago Solari non riuscendo però a bissare i fasti ottenuti con il transalpino.

Una tendenza, quella di affidare la panchina a una vecchia gloria o semplicemente a un esordiente senza alcuna esperienza, che sempre più spesso è sinonimo di incertezza, dati i casi analoghi dagli epiloghi discordanti che si sono osservati negli ultimi anni anche in A. Dagli ottimi risultati portati da Cioffi e Gotti a Udine alla disastrosa parentesi di Andrij Ševčenko al Genoa passando per i trionfi di Simone Inzaghi in biancoceleste alle macerie lasciate da Andrea Pirlo alla Juventus fino ad arrivare all’ultima, suggestiva, scelta targata Silvio e Galliani, che ancora una volta hanno sorpreso tifosi e addetti ai lavori consegnando l’ambiziosa rosa del Monza a Raffaele Palladino, che avrà l’arduo compito di condurre i Bagaj alla conquista dell’agognata salvezza.