Che spettacolo il Monza Historic
Il Monza Historic disputato questo week end all’Autodromo di Monza è stato il primo appuntamento, post covid, dopo il Gran Premio d’Italia di Formula 1. Un evento, visto il numero e la qualità delle vetture presenti, che avrebbe meritato di avere il pubblico sulle tribune ma che, come da normative vigenti, non è stato possibile ospitare. Oltre duecento sono state le vetture d’epoca ospitate in pista grazie all’efficiente organizzazione di Patrick Peter, che, visto il successo riscontrato, punta a crescere ancora nei prossimi anni puntando a trasformare l’evento in uno dei più grandi raduni d’epoca a livello internazionale. Queste le parole di Peter dopo il week end di Monza: “Nonostante le particolari condizioni in cui abbiamo organizzato l’appuntamento di quest’anno, siamo riusciti a riunire circa 200 auto da corsa da Inghilterra, Belgio, Francia, Germania e ovviamente anche dall’Italia. Ci occupiamo di molti eventi in tutta Europa: i più importanti sono probabilmente Spa-Classique, il Tour Auto Optic 2000 e Le Mans Classique. La nostra ambizione è di creare un raduno internazionale di grandi dimensioni anche in Italia, riunendo i club dei marchi, l’universo delle vetture storiche e attirando anche i maggiori competitor italiani. Concentreremo i nostri sforzi per riuscirci nei futuri tre anni e vi invito quindi già ad una grande festa delle vetture storiche: la prossima Monza Historic dal 17 al 19 settembre 2021”.
Il week end ha visto disputarsi numerose gare, con vetture di ogni epoca, a partire dagli anni cinquanta fino ad arrivare ai primi anni duemila.
David Hart e Nicky Pastorelli sono i vincitori della gara dedicata alla categoria Classic Endurance Racing 1, che accoglie le stelle delle competizioni di durata dal 1966 al 1974. La Lola T70 Mk III B (1969) dell’equipaggio ha anticipato la Porsche 917, dello stesso anno, condotta da Claudio Roddaro. Al terzo posto, la Lola T70 Mk III del 1967 guidata da Nick Sleep e Alex Montgomery.
La gara della serie Classic Endurance Racing 2, dedicata invece alle GT e ai prototipi prodotti dalla metà degli anni Settanta ai primissimi anni Ottanta, è vinta da Philippe Scemama al volante di una Lola T600 del 1981. Dietro di lui, Beat Eggimann con Cheetah G601 (1976) e Mr John of B con una Ferrari 512 BBLM del 1979.
Nella Sixties’ Endurance, il campionato delle GT prodotte tra il 1950 e il 1965, dominano le Shelby. Al termine delle due ore di gara, prevale l’equipaggio composto da Michel Lecourt e Raymond Narac con una Daytona del 1964. Al secondo posto la Shelby Cobra 289 del 1963 guidata da Christopher Milner e Nigel Greensall. Stesso modello, ma dell’anno successivo, la vettura arrivata terza e condotta da Charles Firmenich e Henri Moser.
Sui due podi della Endurance Racing Legends salgono solo vetture italiane. La Dallara SP1 del 2001, guidata da James Cottingham, precede la Ferrari 550 GTS Prodrive del 2004 di Dominik Roschmann in entrambe le prove. Terzo piazzamento in gara-1 per l’italiano Eugenio Amos con Ferrari F430 Evo GTC del 2008, mentre lo sostituisce in gara-2 Phil Quaife (in coppia con Claudio Cappelli) con una FERRARI F430 Evo GTC del 2006.
The Greatest’s Trophy ha portato nel Tempio della Velocità le vetture più rare dei migliori collezionisti di auto storiche racing. In gara-1 prevalgono Remo Lips e David Franklin su una Ferrari 250 GT Berlinetta del 1961. Christian Bouriez è secondo su Bizzarrini 5300 GT del 1965, seguito da James Thorpe e Phil Quaife su Lister Jaguar (1955). Posizioni del podio esattamente invertite invece per gara-2 corsa domenica.
Nelle due gare della serie Group C Racing riservata ai prototipi dell’omonima categoria sono tre vetture dell’anno 1990 a salire sul podio. La coppia Ivan Vercoutere e Ralf Kelleners taglia per prima il traguardo in gara-1 staccando di 4 secondi Michel Lecourt e Raymond Narac. Entrambi gli equipaggi guidano una Porsche 962C. In gara-2 i francesi hanno la meglio su Vercoutere-Kelleners. In terza posizione sempre la Spice SE90C di Tony Sinclair.
Le Porsche 911 a passo corto pre-66 corrono nella 2.0L Cup. L’unica gara della categoria nel weekend monzese è stata vinta da Richard Cook e Harvey Stanley. Secondo, Philippe De Craene e terza la coppia James Thorpe e Claudio Cappelli. La Heritage Touring Cup con le vetture dell’ETCC tra il 1966 e il 1984 ha concluso le attività di pista di domenica. Podio, nell’ordine, per Christian Traber, Charles Firmenich-Henri Moser e Johannes Schouten. I primi due su BMW 3.0 CSL del 1975 e 1972 e il terzo su BMW 635 Csi del 1983.