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Il neo acquisto del Monza Gastón Ramírez, ha parlato nell'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport:

"Sono passati tanti giorni dalla mia ultima partita (Inter - Sampdoria dell'8 maggio, ndr). Come se dovessi rientrare da un infortunio, diciamo così. Ma mi sento bene, manca poco per essere al top, mi serve soltanto la partita. In estate sono rimasto senza squadra per scelta mia. Non ero convinto delle possibilità che avevo, ho preferito aspettare e adesso sono felice di questa scelta. Un'esperienza diversa, in un club mai salito in A: una sfida che mi piace".

"Prima di firmare coi brianzoli mi sono allenato da solo a Genova. Sono rimasto in Italia e ho fatto un bel lavoro con un prof. Non vedevo l'ora di giocare, quando mi ha chiamato Galliani ci ho messo cinque minuti per accordarmi. Sono stato accolto molto bene e me lo aspettavo: mi avevano detto che qui a Monza c'era un bel gruppo, chi era l'allenatore e com'era la società. Non mi manca proprio nulla, sono contento".

"Stroppa mi ha detto che mi vede sia come mezzala che attaccante e a me va bene. La squadra ha tante qualità e il mister troverà il modo per farmi giocare dove posso essere più utile, anche come trequartista dietro a due punte, magari a partita in corso. Mi hanno detto che era molto simile a me come caratteristiche, so che apprezza i giocatori di qualità e spero di essere all'altezza delle sue aspettative. Peccato che oggi di trequartisti ce ne sono sempre meno in giro".

"So che la B è molto competitiva. Ho visto la classifica, in corsa per la A ci sono tante squadre e tutti possono battere tutti, c'è molto equilibrio. La tecnica però farà la differenza. E poi conta una cosa fondamentale: chi ha la qualità porti la qualità, chi ha la fisicità porti la fisicità. Lo scorso anno al Monza c'erano Balotelli e Boateng, anche adesso ci sono giocatori forti come Paletta, o come Valoti: con uno così mi troverò molto bene. Però conta il risultato e guardo solo a quello".

"Mi sono piaciuti sia la A che la Premier. La A è meno fisica però mi sono sempre divertito. Ho fatto sei mesi anche nella B inglese con il Middlesbrough, so cosa vuol dire scendere di un gradino: al Monza per la maglia ho scelto il 21 apposta, come quella volta, perchè mi portò bene".

"Ho giocato contro Pirlo, Ronaldinho e tanti altri grandissimi giocatori. Ma nel calcio ogni momento è bello. Quando ero bambino sognavo di vincere con il Peñarol, non pensavo a tutto questo: per me tutta la carriera che sono riuscito a fare è stato un bellissimo regalo. Anche in Inghilterra ho vissuto tanti momenti belli. Ho visto Hazard, fortissimo. Poi Aguero, De Bruyne, Pogba, Lukaku: facile, sono quelli che colpiscono tutti! Dire qualche nome non rende l'idea di quello che si prova in campo quando giochi contro di loro".

"Il Monza non è mai arrivato in A e me l'hanno detto subito. Il Peñarol non vinceva da 6-7 anni e io ero giovanissimo: vincere giocando da titolare è stato il massimo, perchè è la mia squadra del cuore, e anche della mia famiglia. Quando sono giunto a Monza ho chiesto subito se ero il primo uruguaiano, non era mai stato nessuno qui prima. Eppure siamo in tanti in giro. Adesso spero di non essere l'ultimo".

foto Studio Buzzi