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Empoli-Monza 0-0, l'analisi del match
Daniel Maldini in azione in Empoli-Monza - Credit foto: E-Mage Studio

“Colpite tutto quel che si muove a pelo d'erba. Se è il pallone, meglio”. 
Il calcio è un pozzo inesauribile di frasi memorabili, ricordi, aneddoti, testamenti. Un universo infinito di citazioni che racconta l'essenza dello sport, libro sempre aperto e in continua scrittura.

Tra le citazioni più celebri c'è senza dubbio quella comunemente attribuita a Nereo Rocco, la cui paternità, però, è da consegnare a un altro personaggio del pallone, un volto meno noto ai più ma legato al Paron per la militanza alla Triestina dal 1947 al 1950. Si tratta di Guglielmo MemoTrevisan (prima giocatore e poi allenatore), vero protagonista di quella massima come precisato negli anni seguenti da Gianni Mura. A mettere in dubbio l'appartenenza di quel detto fu il Golden Boy Gianni Rivera (oggi, 18 agosto, compie 81 anni) testimoniando a più riprese l'errore “intellettuale” e, di conseguenza, il falso storico: “Una frase come questa Rocco non l’avrebbe detta nemmeno da ubriaco. Io l’ho sentito molte volte raccomandare una marcatura stretta, asfissiante. Non gli ho mai sentito dire quella cosa. Sono certo che non gli è mai venuto in mente”.

A scogliere ogni dubbio (a patto che ancora ce ne siano) sulla sportività di Rocco è una raccomandazione che l'allora tecnico del Padova, nell'intervallo di un derby contro il Vicenza, fece al suo giocatore Gastone Zanon per la troppa irruenza su Sergio Campana: “Ciò, te go dito de tocarlo, no de coparlo!”.

L'adagio del pelo d'erba e della palla è perfetto per sintetizzare il match del Castellani fra Empoli e Monza. Una gara equilibrata ma terribilmente compromessa da un campo in condizioni disastrose, un rettangolo di tuberi inadeguato ad addomesticare la sfera in maniera pulita.

Terreno difficile e partita complessa, ruvida a livello fisico, azzerata sul piano del gioco, ritmi blandi e un flusso interrotto con frequenza dai fischi dell'arbitro.
Con la presa di coscienza di un manto così dissestato, che non dovrebbe essere idoneo in ambito professionistico, Empoli e Monza scartano la possibilità di mescolare più strategie all'interno della gara e adottano uno stile condiviso, più cautelativo e meno rischioso, quello del “kick & run” all'inglese, Tradotto in italiano: “palla lunga e pedalare”, uno dei gradi diktat del calcio di Nereo Rocco.

L'esordio in panchina di Alessandro Nesta si compie a metà, col tecnico dei brianzoli costretto a seguire il match dalla tribuna per la squalifica rimediata nell'ultimo campionato con la Reggiana. Stessa sorte per Roberto D'Aversa (con un passato da calciatore in biancorosso), sanzionato con quattro giornate di stop dal Giudice Sportivo per l'episodio in Lecce-Verona della scorsa stagione. A guidare le squadre i due vice allenatori: Sullo per l'Empoli, Rubinacci per il Monza.

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Una panoramica dello stadio Castellani di Empoli

Avvio Monza e occasione per Maldini

Azzurri e biancorossi cercano di ovviare il problema della superficie e si adattano al contesto, provando ad attaccare le linee difensive alle spalle, con un gioco diretto sulle prime punte e lanci lunghi in profondità a innescare i “dai e vai”, sponde e percussioni a cogliere di sorpresa gli avversari.

Il Monza parte subito spedito: 1-3-4-2-1 molto mobile, con tutti gli effettivi a garantire dinamismo nell'occupazione degli spazi e nell'alternanza delle posizioni. La matrice tattica è definita, con idee e principi a sostenere la proposta assemblata da Nesta, buona applicazione nelle due fasi e transizioni rapide all'atto contestuale della perdita o riconquista del pallone.

Nel possesso sicuro dal basso - con una base di costruzione 3+2 (in cui talvolta è Pizzignacco a fare il terzo), uno dei due esterni a supporto (spesso Birindelli) e l'altro laterale ad attaccare la porta (Kyriakopoulos) - la pedina cruciale dello scacchiere brianzolo è Daniel Maldini, sempre nel vivo della manovra e abile a spostare il suo raggio d'azione da sinistra al centro per poi bucare frontalmente i reparti nemici. 
Al 7' è proprio il talento classe 2001 a costruire la prima occasione per i brianzoli, scendendo sul cerchio di centrocampo per ricevere la sfera sul taglio interno di Kyriakopoulos, con Birindelli in appoggio a formare un ipotetico triangolo e Bondo in proiezione offensiva a riempire la casella a sinistra lasciata vuota dal 14 biancorosso. Finta col corpo a liberarsi di Maleh, controllo orientato e break veloce verso la porta: Maldini manda a spasso la retroguardia toscana, ma non è preciso nel tiro dal limite dell'area, col pallone che finisce abbondantemente fuori alla destra di Vásquez.

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Il taglio interno di Kyriakopoulos e il break centrale di Maldini nell'azione che genera la prima occasione per il Monza - Foto: HL Serie A Enilive

Reazione Empoli, Pizzignacco attento

L'Empoli guadagna metri e prende in mano l'iniziativa, tentando ripetutamente di entrare in area di rigore del Monza, ma Pizzignacco è vigile e si oppone alle conclusioni degli azzurri, prima su uno spiovente di Pezzella, poi sul sinistro strozzato di Gyasi

La partita procede a bassa intensità, con tanti duelli a scandire l'andamento e seconde palle a frammentare il gioco. Sullo predica coraggio, con l'Empoli a imbastire gli attacchi con maggior convinzione; Rubinacci comanda ordine e intraprendenza nelle transizioni offensive, col Monza che fatica ad avanzare il baricentro. 

Le intenzioni dei biancorossi in fase di possesso, in particolare dalle rimesse dal fondo, sono chiare: verticalizzare lungo per Petagna, con Izzo e Mari ai lati di Pizzignacco sugli angoli del rettangolo piccolo dell'area. Una mossa che spinge Caldirola ad alzarsi, trascinando con se l'uomo in marcatura, Bondo e Pessina ad abbassarsi in appoggio e le due sotto punte, Maldini e Vignato, a stringere per dialogare più facilmente.

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Dalla rimessa dal fondo, con Izzo e Mari ai lati di Pizzignacco sugli angoli del rettangolo piccolo dell'area, la prima intenzione del Monza è quella di verticalizzare lungo per Petagna - Foto: DAZN

Ripresa in controllo, occasioni da una parte e dall'altra

Nella ripresa il copione resta invariato, ma con tempi ancor più dilatati. L'Empoli confeziona alcune situazioni pericolose, il Monza risponde costruendo la chance più clamorosa della gara, con Caldirola che, dagli sviluppi di corner, spara alto sopra la traversa a pochi metri dal portiere.

L'atteggiamento della squadra di Nesta è quello di contenere e ripartire con qualità per trovare il vantaggio. Squadra corta in fase di non possesso, con un 1-5-4-1 a garantire copertura e densità; disposizione più distribuita in fase di possesso, coi laterali più aperti e verticalizzazioni ad allungare i reparti.

La gara non si sblocca e al 90' si chiude a reti inviolate: Empoli-Monza termina 0-0.

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Il saluto del Monza ai suoi tifosi presenti a Empoli

Risultato positivo, primo clean sheet della stagione

“Se non puoi vincere, assicurati di non perdere”. La sentenza di Johan Cruijff riassume la prova concreta del Monza, con una squadra non ancora brillante ma concentrata e compatta per 90 minuti.

I brianzoli tornano a casa da Empoli con un buon punto, il primo ottenuto da Nesta in A, e un clean sheet, il primo stagionale, positivo per il morale del gruppo. Senza dimenticare i precedenti negativi in Toscana, coi biancorossi reduci dal 3-0 incassato lo scorso campionato e una vittoria in trasferta che manca dalla Serie C1 - Girone A 1990/91 (0-1, gol di Di Biagio).

Pizzignacco debutta nella massima serie con personalità, mettendo a referto ottime parate e mostrando sicurezza non solo tra i pali ma anche nella gestione del pallone dal basso. Bondo è una garanzia, diga invalicabile e motore nel mezzo, muscoli e fosforo al servizio dei compagni, metodista nella costruzione e tamburo d'interdizione con una vocazione per gli strappi a campo aperto. Vignato fa vedere a tratti il suo talento, Maldini è il tassello fondamentale per lo sviluppo e la rifinitura, i tre tenori in difesa concedono qualche occasione agli azzurri ma reggono l'urto con forza e coesione.  

Per il Monza è un pareggio nel complesso favorevole, considerando la partita sporca e le difficoltà del terreno, penalizzante per le performance, il gioco e i tifosi paganti. 

Il campo poco praticabile non rappresenta un alibi ma è un puro dato di fatto, che non cancella la prova poco entusiasmante dei biancorossi ma ne sbiadisce i colori e le sfumature, condizionando soprattutto i calciatori più tecnici.

Nota a margine: a proposito di inagibilità degli stadi bisognerebbe preoccuparsi non solo della struttura, degli spalti e dei servizi ma anche del prato, il palcoscenico del teatro dove si affrontano le formazioni, requisito numero 1 per regalare al pubblico uno spettacolo accettabile. Altrimenti, come si può pensare di avere appealing ed esportare il brand Serie A con campi dilettantistici e impianti non all'altezza? 

E qui ritorna un altro aforisma del Paron Rocco: “Mi te digo cossa far, ma dopo in campo te ghe va ti”. Che in una sintesi generale, in virtù di tanti appelli e segnalazioni, è un invito ad agire a chi di dovere all'interno del sistema.

A Empoli i biancorossi iniziano col piede giusto e muovono subito la classifica, alimentando la fiducia e l'autostima in vista delle prossime partite. Dunque, buona la prima in Coppa Italia e anche in Serie A. L'obiettivo è migliorare la condizione e oliare i meccanismi, affinare il gioco d'insieme e bilanciare l'assetto, assemblare i concetti in allenamento e riprodurli in gara, con abnegazione nel difendere attaccando e nell'attaccare difendendo. A partire dall'impegno casalingo contro il Genoa, in programma sabato 24 agosto alle 20.45 all'U-Power Stadium. Una sfida suggestiva tra due ex compagni e Campioni del Mondo con l'Italia nel 2006 - Nesta e Gilardino - e due squadre determinate a confermare il percorso della passata stagione.

A cura di Andrea Rurali