Da Stroppa a Palladino: com’è cambiato il volto del Monza
Per il suo primo campionato della storia in Serie A il Monza sognava un campionato tranquillo, magari condito da qualche successo di prestigio. Invece l’inizio di stagione dei brianzoli è stato letteralmente da incubo con cinque sconfitte e un pareggio nelle prime sei giornate. Un ruolino di marcia che è costato il posto all’allenatore che ha realizzato il sogno della massima Serie, Giovanni Stroppa. Al suo posto è subentrato Raffaele Palladino, alla sua prima esperienza da tecnico della prima squadra e, di conseguenza, all’esordio in Serie A nelle vesti di allenatore. Sembrava una scelta di ripiego e invece l’ex giocatore di Juventus, Parma e Genoa ha stupito tutti, inanellando un successo dopo l’altro, portando i biancorossi all’attuale decimo posto in classifica. Un cambio di rotta dovuto anche alle diverse impronte tattiche dei due allenatori, del tutto differenti e agli antipodi ma che hanno premiato il tecnico campano che ha raccolto nove vittorie, cinque pareggi e sei sconfitte.
Il Monza di Stroppa: tanto possesso e velocità
All’inizio della stagione il presidente Berlusconi aveva scelto Giovanni Stroppa per guidare il suo Monza in Serie A, grazie anche al merito di averlo portato per la prima volta nella sua storia nella massima Serie. Le scelte tattiche operate in cadetteria, però, non hanno avuto i frutti sperati anche contro le big del nostro calcio. Il 3-5-2, tutto possesso e gioco in velocità, scelto dal tecnico lombardo ha trovato le sue falle sin dai primi minuti della stagione. Se in Serie B, infatti, il Monza poteva farla da padrone in una Serie A ben più qualitativa servono applicazioni tattiche molto più decise. Il gioco di Stroppa, infatti, si basa su un continuo possesso palla condizionato da continui cambi di posizione dei suoi, al termine del quale il play cerca sempre la verticalizzazione sulle mezz’ali o sulla seconda punta, provando inoltre ad aprire il gioco sulle fasce laterali. Per attuare questo gioco però serve tanta corsa e lucidità. Un elemento che, nonostante l’importante campagna acquisti estiva, evidentemente è mancato e al quale Stroppa non è riuscito ad ovviare rimediando un esonero alla sua terza stagione da allenatore in Serie A.
Il Monza di Palladino: nessun punto di riferimento e tanto movimento
Dal 3-5-2 di Stroppa il Monza con Raffaele Palladino è passato a un 3-4-2-1 più equilibrato ma anche incisivo. Un cambio di rotta che sta stupendo tutti e che ha fatto risalire il Monza in classifica, in posizioni del tutto inaspettate. Anche gli analisti di scommesse hanno dovuto cambiare idea sul percorso del Monza e ora, osservando le quote per le scommesse o consultando un comparatore di quote, è chiaro che la squadra brianzola sia considerata tra le favorite per trovare una comoda permanenza in Serie A. Con il suo modulo di gioco, Palladino cerca molta più densità in mezzo al campo, cercando fraseggi corti ma soprattutto chiedendo ai suoi di muoversi tanto e scambiandosi continuamente di posizione. Una squadra più compatta fa anche meno fatica, favorendo dunque questa soluzione che ha la conseguenza di non lasciare punti di riferimento all’avversario. Con questo movimento, poi, i giocatori si preparano ad aprire gli spazi e inserirsi. Una disposizione tattica che evidentemente sta calzando a pennello con i giocatori in rosa. Berlusconi ha voluto rischiare con Palladino e Palladino non ci ha pensato due volte a mettere in atto le sue idee, che provengono da un’ispirazione gasperiniana di calcio e che sta facendo sognare i tifosi del Monza e portando onori al tecnico campano, ora corteggiato da diversi club di Serie A.