Panchina Monza, Paolo Corbetta: ‘La sindrome dei 6 punti, ora ci vuole un Gigi Radice’
La sindrome…dei 6 punti. No, pandemia ed emergenza sanitaria non c’entrano nulla. La sindrome cui faccio riferimento non ha nulla a che fare con la medicina, ma è quella di carattere psicologico, che a volte affligge le menti umane. In questo caso, quelle di coloro che vanno in campo con la maglia del Monza. Con nessuna delle dodici squadre affrontate finora nel doppio confronto casa/trasferta gli uomini di Brocchi sono riusciti a conquistare un doppio successo. Neppure contro il fanalino di coda Entella, superato nella gara d’andata con una valanga di gol. Clamorosa, addirittura, l’incapacità di battere nelle gare al Brianteo le quattro squadre venete, tutte sconfitte a casa loro.
Nei sette turni che rimangono da disputare prima dei playoff, ci sono ben quattro opportunità per sfatare questo tabù: sono le gare con Ascoli, Cremonese, Salernitana e Brescia. Ma per poterlo fare e alimentare ancora quelle poche chances di promozione diretta occorre un altro Monza. Non certo quello che vediamo da diverse settimane a questa parte. Un squadra senza idee, senza ritmo, senza mordente, senza convinzione. Una squadra che ha più che mai bisogno di una scossa. Una scossa che diventa indispensabile anche in vista dei probabili playoff. Perché, diciamocelo francamente, oggi Lecce ed Empoli sono nettamente superiori al Monza ed alle altre contendenti per i primi due posti. Mentre per la “lotteria” dei playoff non vedo squadre potenzialmente così superiori ai biancorossi. Ma il Monza delle ultime settimane affronterebbe i playoff con scarse possibilità contro qualunque avversario che può mettere in campo tutte quelle caratteristiche sopra descritte, oggi totalmente assenti tra i brianzoli.
Come ha giustamente scritto su queste pagine Fiorenzo Dosso in un suo Amarcord di qualche giorno fa, c’è un’analogia strettissima con la stagione 96/97: allora Giambelli ed il Monza, per ottenere la scossa poi rivelatasi vincente, si affidarono al carisma ed alla competenza di Gigi Radice. Il quale non si inventò nulla di particolare a livello tecnico-tattico, ma fece trovare alla squadra nuove convinzioni e motivazioni. Chissà se si riesce a trovare una personalità simile 24 anni più tardi…
Paolo Corbetta