L’analisi di Monza-Alessandria: una vittoria di corto muso che dà un segnale importante alla squadra e alla classifica, quante risposte positive per Stroppa
Si poteva interpretare come l’ennesima vittoria di ‘corto muso’, invece il successo casalingo contro l’Alessandria ha fatto vedere tanti segnali incoraggianti che stanno iniziando a delineare il buon lavoro svolto fin qui da Giovanni Stroppa.
Il Monza si presentava con il 3-5-2 composto da Di Gregorio in porta, Donati, Pirola e Paletta in difesa, Carlos Augusto e Pedro Pereira sulle fasce, Colpani, Barberis e Machin a centrocampo e l’inedita coppia d’attacco composta da D’Alessandro e Valoti.
Il muro difensivo è stato impeccabile, per i tifosi capitan Paletta è stato il migliore in campo ma non si deve togliere nulla ai compagni di reparto Donati e Pirola: il primo ha fornito una gara di tantissima corsa e recuperi palla, mentre il giovane di proprietà dell’Inter è sempre abile nelle chiusure, per cui se oggi Di Gregorio ha avuto un pomeriggio ‘tranquillo’ il merito è di tutto il reparto arretrato. Si intravede anche la crescita di Barberis in cabina di regia, bravo a fornire dei buoni passaggi e a dettare i tempi, anche se però alcuni palloni persi dalle sue parti potevano diventare letali, se non fosse stato, come detto prima da dei superlativi Donati, Pirola e Paletta.
Una partita decisamente diversa per l’ex Pisa Palombi che non ha potuto replicare la doppietta al Brianteo di qualche mese fa.
Il ritorno di Pedro Pereira sulla fascia risulta fondamentale e infatti è merito suo se dopo sei minuti di gioco Colpani ha regalato i 3 punti d’oro che lanciano il Monza nella parte sinistra della classifica. L’apporto del portoghese è fondamentale sia in fase offensiva, sia in difesa quando Orlando e Mustacchio tentavano l’appoggio in area di rigore. Lo stesso discorso vale anche per Carlos Augusto, abile ad annullare Mustacchio in diverse circostanze.
Se Colpani è stato decisivo con il gol e ha fatto una partita di corsa e sacrificio, risulta sempre fondamentale l’apporto di Machin a centrocampo: la sua capacità di liberarsi dalle marcature, ripartire palla al piede e fornire i giusti palloni ai compagni davanti è sempre decisiva per il Monza che sembra non poter fare più a meno del suo numero 7. Anche qui il merito di averlo ‘recuperato’ va a Giovanni Stroppa che ha saputo dare fiducia al guineano e a dargli la giusta dritta per poter rendere al meglio. Può e deve ancora migliorare ancora molto dato che tante volte non è la tecnica a fare la differenza, bensì la testa dato che le partite durano 90 minuti.
Buona la partita di D’Alessandro, anche se alcuni palloni vanno serviti in tempo ai compagni, soprattutto se sei sopra di un gol sugli avversari, mentre ancora si sta aspettando la piena forma di Mattia Valoti con la maglia del Monza.
La partita ha fatto vedere come i biancorossi si potranno delineare nelle prossime partite della stagione e con quali uomini partirà nel corso delle gare. Difesa e centrocampo si stanno amalgamando sempre di più, e si sta vedendo inoltre come bisogna impostare le azioni da gol quando si riparte in contropiede. Purtroppo però il problema è sempre lo stesso: serve la punta da 15 gol a stagione. Gytkjaer non riesce ad entrare negli schemi del mister e per quanto può tornare utile il suo ‘lavoro sporco’, serve qualcuno che raccolga i cross di Donati e Pedro Pereira e che sappia rubare il tempo agli avversari per poter ribadire a rete. Sapranno dire la loro Finotto e Favilli al loro rientro?