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Siamo andati vicini alla rimonta Casualmente Possibile (mia definizione della vigilia). L’incursione di un difensore (Carlos Augusto nel gol di Balotelli) e non di un centrocampista come da me ipotizzato, una prodezza individuale (D’Alessandro). Secondo copione. Sipario. Tempo di bilanci. Unica parola possibile: “Fallimento”. Preconizzato anticipatamente dall’ A.D. a settembre in caso di mancata promozione diretta e clamorosamente ufficializzato dalla semifinale play-off. Le responsabilità di Brocchi (foto Buzzi) sono evidenti. Al netto della mancanza di una precisa filosofia di gioco (possesso palla troppo fine a stesso anche nel primo tempo di ieri) due sono – a mio avviso – le macro contraddizioni della gestione tecnica nell’arco del campionato:
1) L’insufficiente rendimento del costruttore alias regista di centrocampo. Prima Barberis, poi Scozzarella. Due fior di giocatori largamente al di sotto delle attese. Beh, se entrambi nella stessa stagione non hanno reso come dovevano e potevano o il Monza è stato molto sfortunato o le cause sono da ricercare altrove.
2) I pochi gol del reparto offensivo. Gytkjaer e Maric, cannonieri in massimi campionati europei, segnavano poco ed ecco il luogo comune “eh ma non conoscono la Serie B … La Serie B italiana è più difficile della Serie A polacca o di quella croata …”. Poi arriva Diaw: valanghe di reti a Cittadella e Pordenone, ovvero italica Serie B, e a Monza ne fa 1 in un intero girone. Beh, se tutti e tre nella stessa stagione non hanno segnato come dovevano e potevano o il Monza è stato molto sfortunato o le cause sono da ricercare altrove.
Poi arrivano i play-off ed in due gare si accumulano situazioni da lasciare più che perplessi:
ANDATA. Nelle gare conclusive della regoular season la soluzione dei due incursori (Frattesi e Colpani) freschi, giovani, pimpanti, coraggiosi aveva prodotto buoni risultati. Perché inserire un centrocampista (Armellino) con altre caratteristiche al posto di uno dei due (Colpani) modificando una positività che avrebbe dovuto invece essere cavalcata ? Ed ancora: andati al riposo sotto di due gol si doveva giocare subito – dal 1’ della ripresa – la carta Balotelli. Che giovedì sera ha dimostrato di avere buona autonomia per un’ora e che lunedì è stato utilizzato dal minuto 83 quasi a ricordare l’inserimento di Rivera sul 4-1 per il Brasile nella finale dei Mondiali di Messico 1970.
RITORNO. Per quel che contano i voti, parecchi addetti ai lavori oggi stanno gratificando l’allenatore relativamente alla partita di ieri. Tutti, però, rilevano il grave errore di aver preferito per quasi un’ora un impresentabile Boateng al frizzante D’Alessandro. Un po’ come dire: l’operazione è andata bene, il dottore è stato bravissimo, ma il paziente è morto. Qualcuno potrebbe obbiettare: parli col senno di poi perché D’Alessandro è entrato e ha fatto quel gran gol … Vero. Touchè. Però … Però … Però … Un tecnico che ha il polso della situazione, che vede gli allenamenti, che vive la squadra non poteva non essersi reso conto della palese non condizione di Boateng.
Ci sarebbero altre considerazioni, ma sono già stato lunghissimo, chiedo scusa e mi fermo qui.
Il sogno – anche questa volta – si è spezzato. Ci sarebbe da fare un confronto con le altre. Mi stuzzica. Lo facessi sarei, stavolta si, però duramente e cattivamente polemico. Ed allora meglio rimandare. A freddo. A quando la delusione di queste ore sarà mitigata. E potrò essere un po’ più oggettivo.

Fiorenzo Dosso