Mancata intitolazione Brianteo a Berlusconi, Pilotto: 'Talvolta meglio il silenzio'
Il sindaco di Monza Paolo Pilotto, dopo le polemiche, ha scritto un lungo post su Facebook
Provo a spiegarmi con il consueto rispetto per tutti e con l’altrettanto consueta fiducia nella capacità della ragione umana di andare oltre le più immediate reazioni emotive.
Penso che il Consiglio Comunale abbia sbagliato a non ascoltare la “lezione” dei nostri avi, che si esprime normalmente attraverso quelle che nel tempo diventano consuetudini, abitudini, spesso vere e proprie norme. E l’orientamento ad aspettare un po’ di tempo, dopo la scomparsa di una persona, per intitolarle strade e piazze (su questo argomento ci sono norme piuttosto precise) o luoghi (argomento meno normato, ma comunque con forti consuetudini) è legato all’esperienza secolare, millenaria, dei rapporti umani.
Vale anche per i santi e per gli eroi: esseri imperfetti, come tutti noi, spesso con vite contrassegnate anche da errori, ma che si sono distinti per qualcosa che nel tempo rimane e, superato il vaglio del tempo, i popoli decidono di ricordare. Occorre però, appunto, avere la pazienza che la storia passi col suo setaccio, lo scuota per distinguere atti azioni e fatti, perché alla fine dentro il setaccio rimanga il meglio della vita di una donna, di un uomo. E specialmente quando la vita di una persona è stata poliedrica, vissuta con comportamenti e atti diversi su fronti molto diversi, la saggezza dell’attesa talvolta vale molto più dell’impeto emotivo, assolutamente comprensibile ed umano, che porta a schierarsi a favore o contro…
Detto in altro modo è troppo difficile, a ridosso degli avvenimenti, per un amico riconoscere i difetti di un altro caro amico, per un competitore riconoscere il valore del proprio naturale antagonista… e chi dice che citare una persona per i meriti sportivi non richiama automaticamente in causa anche l’interezza del vissuto di quella persona forse si affida a un pensiero un po’ ingenuo, quanto meno da verificare.
Non credo peraltro che sia un caso che la mozione per l’intitolazione, depositata nel pieno dell’emozione per la scomparsa della persona, sia approdata in Consiglio un anno e mezzo dopo, senza neanche giungere al termine del percorso attraverso la votazione. Ci sono stati rimandi, incertezze. Anche nell’ultima seduta ha colpito la richiesta di sospensione - per pochi minuti, per una serie di riflessioni aggiuntive - da parte di alcuni dei consiglieri che avevano firmato la mozione.
Forse anche tra loro circolava la necessità di una valutazione di opportunità, non so se sulla scelta o se sul momento della scelta.
Non posso poi non rilevare che i componenti di una delle forze politiche di minoranza, che all’interno del suo simbolo porta il nome della persona scomparsa, non erano presenti in aula, forse per motivi di salute, familiari o di lavoro. L'importanza dell’oggetto discusso, se ritenuta tale, avrebbe forse potuto giustificare una presenza in Consiglio.
Mi permetto quindi di chiedere a tutti noi di moderare toni e passioni, ritornando con pazienza a quelle abitudini che ci hanno insegnato i nostri genitori, nonni e bisnonni. Specialmente di fronte ad una scomparsa recente, cautela nei giudizi drastici, senza appello, e altrettanta sobrietà nella esaltazione delle qualità.
Trasformare la questione in una sorta di duello tra guelfi e ghibellini non aiuta nessuno.
Questa Città, questo Consiglio Comunale, questa Amministrazione hanno un bellissimo rapporto con la società Calcio Monza, con la sua squadra di serie A e con i 700 e più atleti che crescono al suo interno. Cerchiamo di non guastarlo, anzi, specialmente ora, rinsaldiamolo con tutto l’affetto e l’amicizia sportiva che è presente in ognuno di noi.