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Salvatore Bocchetti

Non è un caso che il Monza abbia scelto Bocchetti. Nel suo DNA calcistico scorre la lezione di Gian Piero Gasperini, lo stesso maestro che ha forgiato Raffaele Palladino, suo predecessore sulla panchina biancorossa. I due, compagni di squadra al Genoa, hanno assorbito i principi di gioco dell'attuale tecnico dell'Atalanta, trasformandoli in una filosofia calcistica moderna e propositiva.

L'esperienza internazionale: la parentesi russa

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Salvatore Bocchetti ai tempi dell'Hellas Verona

Il carattere di Bocchetti si è temprato ulteriormente durante l'avventura allo Spartak Mosca, dove ha collezionato oltre 110 presenze. Un'esperienza che va oltre il campo: l'ex difensore si è immerso nella cultura locale, imparando la lingua e dimostrando una capacità di adattamento che oggi potrebbe rivelarsi preziosa nella gestione di uno spogliatoio in difficoltà.

Nella tradizione rossonera del Monza

La nomina di Bocchetti si inserisce in una consolidata tradizione: è il quarto ex milanista a sedere sulla panchina del Monza nell'era Fininvest, dopo Brocchi, Stroppa e Nesta. La sua breve ma significativa esperienza in rossonero nella stagione 2014/15 ha coinciso con gli ultimi anni della gestione Galliani, lo stesso dirigente che oggi gli affida le chiavi della squadra brianzola.

La fiducia di Lippi e il DNA azzurro

Il suo valore non è passato inosservato agli occhi di Marcello Lippi, che lo ha voluto in Nazionale per cinque presenze, includendolo nella spedizione mondiale in Sudafrica 2010. "È un ragazzo con la testa a posto", diceva di lui il tecnico campione del mondo, evidenziando quella maturità caratteriale che oggi sarà fondamentale per risollevare le sorti del Monza. Proprio questa combinazione di esperienza internazionale, background tattico e solidità mentale potrebbe rivelarsi la chiave per centrare l'obiettivo salvezza.