Monza, quel capolavoro di Nesta che in pochi hanno esaltato
L'approfondimento del tifoso biancorosso dopo il match del Bentegodi
Verona - Monza e il capolavoro di Nesta
La partita di Verona è stata preparata a tavolino dal Monza in maniera eccezionale e poi lettura della gara perfetta con cambi fatti nel modo e nel momento giusto. Vi dico un paio di cose a supporto (forse qualcuna in più). Innanzitutto, i primi 15/20 minuti abbiamo visto un Monza giocare a mille. Scambi tra quinto e quinto, come dicono quelli bravi oggi, che non si vedevano dai tempi dei migliori Carlos e Ciurria. Scambi nello stretto che solo con Sensi avevamo visto. Costruzione dal basso precisa e con i tempi giusti oltre che ad uscite in fascia o centrali quasi mai viste nelle prime gare. Questo ha un po' offuscato anche il giudizio sul resto della gara. Dopo quei venti minuti i più dicono "ci siamo tirati indietro".
Mi sono rivisto buona parte della gara su Sky (tanto tra le due e le sei chi riusciva a dormire con tutta quell'adrenalina in corpo?) e mi sono confortato nel confermare ciò che avevo visto a Verona in diretta. Non ci siamo tirati indietro perché schiacciati o per paura, in realtà il baricentro basso è stata una conseguenza di una scelta tattica ben definita.
Quando partivano loro con la palla, Caprari, Mota e Djuric (anche altri in realtà ma soprattutto loro) andavano a pressare alti per evitare le uscite loro sulle fasce. Un pressing asfissiante nelle due zone esterne del campo. Appena la palla veniva direzionata verso il centro ci si ricompattava per tenere le linee strette e lasciare meno campo possibile alle spalle. Perché queste scelte? Innanzitutto limitare le loro giocate sugli esterni. Una delle soluzioni preferite dal Verona. Quanti pericoli sono arrivati proprio da lì? La maggior parte dei rischi corsi, direi. In secondo luogo, Nesta ha voluto togliere la seconda soluzione preferita dal Verona, quella della corsa alle spalle della difesa. Abbiamo visto in quelle poche ripartenze che gli abbiamo concesso che loro potevano far male perché sapevano nello spazio come muoversi. Questa la preparazione della partita.
Cosa è poi successo nel secondo tempo? Loro sono sotto e devono rischiare qualcosa in più. Tengono due centrali di difesa e Nesta cosa fa? Inserisce D'Ambrosio e Bianco. Per i più, allo stadio, questo è stato visto come un segnale di debolezza. Un messaggio di paura di prenderle dato alla squadra. Ma andiamo a vedere bene cosa è successo. D'Ambrosio sostituisce Pereira e rimane sulla linea della difesa. Non spinge come faceva il portoghese e permette alla squadra di trasformarsi in un 4-5-1 ma dà anche la possibilità ai centrocampisti di essere aggressivi sulle nostre uscite dal basso o sui lanci lunghi. Il fatto di aver segnato due gol con il lancio lungo, la spizzata di Djuric e l'inserimento di nostri centrocampisti (Mota è andato sulla linea di centrocampo e non era più esterno puro d'attacco) non è casuale bensì causale. E' stata una soluzione tattica voluta e cercata dopo una lettura della gara perfetta e non un "buttiamola su per tenere la palla lontana e vediamo cosa succede". Il cambio di D'Ambrosio è stata una mossa tattica importante, altro che segnale di debolezza.
Ultima cosa. Erano sette mesi che non si vinceva e questo pesa molto nella testa di un calciatore. Ma il dare degli impegni tecnici e tattici ad ogni singolo giocatore permette loro di non pensare con la paura di non portare a casa anche questo risultato ma, al contrario, li tiene "focalizzati" sull'obiettivo tattico. Il cambiare modulo ed atteggiamento a gara in corso aiuta a rimanere attenti. Anche questo è stato un compito ben svolto dal mister.
Non tutto è stato perfetto. Di errori ne abbiamo commessi e qualcosa si poteva fare meglio e si deve ancora lavorare tanto per potersi salvare. Non ci sono dubbi. Ma Nesta ha dato dimostrazione di avere la squadra in pugno. Ha sbagliato qualcosa nelle prime gare e sbaglierà ancora nelle prossime, come tutti, ma sta imparando a capire i suoi calciatori, come li può usare e come può motivarli al meglio. Non stiamo facendo un bel gioco? Innanzitutto, chissene del bel gioco e, in secondo luogo, l'essere in grado di pensare ad una tattica per vincere una gara e riuscire a metterla in pratica è già "bel gioco". Cioci_bg
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