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“Oltre alla condizione fisica occorrono la voglia, la rabbia, la passione, la cattiveria agonistica, la felicità interiore, perché un atleta triste è un atleta che parte sconfitto”.

Parole chiare, messaggio diretto: Alessandro Del Piero non si è mai avventurato in panegirici o scorciatoie, dando voce in modo esemplare al proprio pensiero. 
Tristezza e sconfitta. Un binomio che procede a braccetto in un rapporto di causa-effetto quasi indissolubile, perché chi si abbatte è prossimo ad essere battuto.
Il calcio non è solo un gioco, ma una filosofia circolare che ritorna sempre al via, scandagliando uno dei tanti precetti di Johan Cruijff come il capofila “il calcio si gioca con la testa”.

E con la testa il Monza calca il prato di San Siro, assecondando quella leggerezza invocata da Nesta alla vigilia del match con l'Inter, forte del fatto che, ora più che mai, data la classifica sahariana non c'è più niente da perdere.

Via le scorie negative, dentro la voglia di combattere e far saltare il banco alla Beneamata nel giorno della festa della donna, con il motto “a Carnevale ogni scherzo vale” a dar sfogo a un insospettabile sospetto. Con la maschera di Jep Gambardella de “La grande bellezza”, l'uomo che non voleva solo partecipare alle festa, ma voleva il potere di farle fallire. 

Il Monza ci prova e riesce quasi a compiere l'impresa, sfiorando un bis clamoroso dopo lo storico successo del 15 aprile 2023 quando Luca Caldirola, brianzolo doc con un passato nelle giovanili nerazzurre, siglò il gol-partita del definitivo 0-1.

Questa volta, però l'epilogo cambia fazione e si sposta dalla parte dell'Inter, capace di rimontare lo 0-2 conquistando la vittoria nella ripresa grazie all'autogol di Kyriakopoulos. Biancorossi beffati, tra rimpianti e disattenzioni, al termine di una gara giocata con determinazione, coraggio e abnegazione. Una gara in cui la squadra di Nesta è scesa in campo con la mente sgombra e la voglia di combattere, per onorare la maglia e i tifosi brianzoli presenti sugli spalti.

inter monza 3-2
Il momentaneo 0-2 del Monza contro l'Inter al 45'.

Inter in spinta costante, Monza corsaro

“Il calcio è splendido perché unisce la magia cosmica della sfera all’invenzione e al metodo del gioco”.
Gianni Brera non era un semplice appassionato di calcio, ma un sommo antropologo dello sport, tra i più brillanti che la cultura italiana abbia mai conosciuto. Un fine osservatore in grado di cogliere sfumature e dettagli all'apparenza sottovalutati, ma importanti per comprendere il senso del gioco. E con grande spirito analitico ne riconosceva il legame dicotomico, consapevole del fatto che il calcio è basato su semplificazioni e complessità, perché tutto può succedere e, al tempo stesso, tutto può essere determinato dalla componente tecnico-tattica-creativa.

Il match tra Inter e Monza, rispettivamente prima e ultima della classe nel campionato in corso, riflette il pensiero di Brera, con l'imponderabile che abbraccia il gioco e le dinamiche di campo. 
Nella notte di San Siro l'Inter non tradisce il pronostico finale, ma il Monza fa di tutto per complicarlo.

S. Inzaghi non bada al turn over e si affida al collaudatissimo 1-3-5-2, con Martinez tra i pali, Acerbi, De Vrij e Pavard nel terzetto arretrato, Çalhanoğlu playmaker con Barella mezzala destra e Mkhitaryan mezzala sinistra, Bastoni e Dumfries sulle corsie esterne, Lautaro Martinez e Arnautovic coppia d'attacco.
Con l'infermeria ancora piena, Nesta ha un ventaglio ridotto di scelte e decide di affrontare l'avversario a specchio, con un 1-3-5-2 a uomo e dinamico a seconda delle due fasi di gioco: Turati in porta, Izzo centrale con D'Ambrosio e Pedro Pereira braccetti, Zeroli e Castrovilli ai lati di Bianco in mediana, Kyriakopoulos a sinistra e Birindelli a destra, in avanti Keita Baldé e Dany Mota.

L'Inter parte subito con slancio alla ricerca del vantaggio, allargando il campo in attacco e restringendolo in fase difensiva; il Monza resta in piedi con ordine senza rinunciare a palleggiare. Ampiezza e compattezza a garantire equilibrio, prerogativa fondamentale secondo Jorge Valdano, con i centrocampisti a costruire gioco e i fluidificanti a dare profondità e regolare l'assetto, avvicendando scalate e sovrapposizioni con i braccetti: una tattica condivisa dalle due squadre con relative variazioni, ma l'idea fondante di livellare la gara nei duelli uomo su uomo. 
I reparti biancorossi trovano la giusta connessione, il modulo è tarato sui principi e i ruoli si adattano a seconda del possesso/non possesso del pallone. Pedro e Izzo vanno in marcatura sulle punte interiste, D'Ambrosio resta sbloccato per uscire in pressione sul portatore avversario, esattamente come Acerbi che, alternando il proprio ruolo con Bastoni, è l'uomo libero per orientare la manovra.

La gara rimane in bilico, col Monza che ricorre alla costruzione dal basso per manipolare la struttura avversaria e l'Inter in modalità “spinta costante” per rompere il muro nemico.

Al 22' Turati respinge in tuffo il colpo di testa di Arnautovic, poi al 24' i nerazzurri stappano il match da corner, ma il gol viene annullato per tocco di mano di Lautaro in area prima del tiro. 
In meno di 10 minuti la gara svolta a favore dei brianzoli: Castrovilli legge il movimento interno di Birindelli, quasi da sotto punta accentrata (nel 1-3-4-2-1) a raccordare la manovra, con Pedro molto aperto sull'out destro. Il 19 biancorosso avverte la possibilità di avanzare in percussione, chiede l'1-2 a Dany Mota il quale di tacco libera lo spazio mandando il compagno da solo davanti al portiere. Controllo a seguire, sguardo rapido a Martinez e tiro in diagonale sul secondo palo: la palla si insacca nell'angolino opposto e i brianzoli, a sorpresa, timbrano lo 0-1.

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Palla tra le linee di Castrovilli, triangolazione Birindelli-Mota a bucare la difesa interista e tiro in diagonale a battere il portiere: con tre tocchi nella metà campo avversaria il Monza trova il gol del vantaggio - Foto: DAZN

Raddoppio clamoroso del Monza

La formazione di Inzaghi non ci sta e si rende pericolosa ma al 44' è di nuovo il Monza a pungere in transizione. Izzo esce in anticipo su Lautaro al limite dell'area e serve in avanti Dany Mota; il portoghese porta palla oltre il cerchio di centrocampo e scarica a sinistra per Keita Baldé, con Kyriakopoulos pronto a sovrapporsi e Izzo in avanzata centrale. Il 17 biancorosso punta Pavard, sposta la sfera e lascia partire un destro a giro che finisce sotto l'incrocio: raddoppio dei brianzoli e 0-2 clamoroso a San Siro, con la difesa dell'Inter non impeccabile nella lettura della situazione, piazzata dietro la palla a proteggere l'area e indecisa nell'uscita sul portatore avversario.

Al 46', quando il primo tempo sembra volgere al termine, i nerazzurri accorciano le distanze con Arnautovic, abile di testa a correggere l'assist di Dumfris (dominante nel duello con Kyriakopoulos). Un gol pesantissimo che rovina i piani de Monza e modifica conseguentemente lo scenario del secondo atto di gara, a pochi secondi dall'ingresso delle squadre negli spogliatoi. 

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L'anticipo secco di Izzo su Lautaro genera l'azione del raddoppio biancorosso, con una transizione perfetta guidata Mota e completata da Keita Baldé con un destro a giro d'antologia a battere Martinez - Foto: DAZN

Dominio nerazzurro, brianzoli rimontati e sorpassati

Nella ripresa il copione resta inalterato, con l'Inter mentalizzata e ribaltare il parziale e firmare il sorpasso. 

Per aumentare il forcing Inzaghi getta nella mischia l'ex Carlos Augusto e Bisseck al posto di De Vrij e Pavard. 
Al 50' Dumfries impegna Turati, poi al 62' è Lautaro ad alzare la mira di testa su cross morbido dell'olandese.
Due minuti dopo arriva il pareggio nerazzurro, con una pizzuliana “sventola da fuori” di Calhanoğlu a bucare le gambe dei difensori brianzoli in area e a trafiggere Turati.

Nesta toglie Mota e Castrovilli per Ganvoula e Lekovic, Inzaghi richiama Arnautovic e Mkhitaryan per M. Thuram e Zielinski, ma il polacco si infortuna e dopo 3' abbandona il campo per far spazio a Correa.

Le sostituzioni incidono, in negativo per i biancorossi e in positivo per i padroni di casa, insistenti nell'imporre il proprio gioco negli ultimi 16 metri.

Al 77' l'Inter passa avanti: Carlos Augusto scodella nel mezzo, Lautaro e Kyriakopoulos vanno a contrastro, la palla sbatte sul greco e termina in rete. Nulla può Turati, autore dell'ennesima parata del match, questa volta di pochi millimetri al di là della riga di porta.

All'83' Thuram, su assist di Lautaro, stampa la palla sul palo a pochi metri da Turati, ancora protagonista all'88 con un intervento a deviare in angolo il tiro di Calhanoğlu.

Al 94' Lekovic si sgancia in avanti ma la sua conclusione è fiacca e viene allontanata dalla difesa nerazzurra.

Dopo 5 minuti di recupero, Zufferli manda le due formazioni sotto la doccia: Inter-Monza finisce 3-2.

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I tifosi del Monza presenti a San Siro

"Tutto molto bello"…finché è durato

Diciottesima sconfitta in campionato e terzo ko consecutivo: il Monza non fa punti e resta ultimo, fermo a quota 14 punti dopo 28 partite. Non bastano i due gol realizzati a San Siro per fare il colpaccio post-Champions League (come accaduto in Germania al Bochum in casa del Bayern Monaco) contro un'Inter di ferro, reduce dal successo in Coppa ai danni del Feyenoord. 
Non serve nemmeno appellarsi alla sfortuna di un'annata tragica, perché la sfortuna - sempre Cruijff - nel calcio non esiste. 
Questione di dettagli, che fanno la differenza e spostano l'ago della bilancia in una direzione o nell'altra, come nella circostanza dell'1-2 interista a una manciata di secondi dall'intervallo.
Questione di millimetri, gli stessi che hanno inciso a sfavore nella rete del 3-2 nerazzurro o a Parma sul tocco di Caprari nell'azione del vantaggio annullato a Ciurria.

Per citare l'immenso Bruno Pizzul, nel giorno in cui avrebbe compiuto 87 anni, per il Monza è stato “tutto molto bello” finché è durato, con l'illusione di un trionfo svanito nell'arco di 77'.

Merito dell'Inter che, nonostante il doppio svantaggio, riacciuffa una gara insidiosa, comandata in lungo e il largo, mostrando la propria superiorità, tecnica e mentale, e la voglia di correggere i passi falsi sfoderando temperamento e intensità.

I brianzoli perdono in campo ma non perdono la faccia, disputando una prestazione fiera e umile, efficace e col giusto piano gara, da squadra unita e coesa. Una squadra non dimessa, ma viva e volitiva davanti ai propri tifosi raccolti nel settore ospiti, irriducibili nel loro gesto d'amore verso i colori biancorossi, un atto di fede che va oltre i palcoscenici e trascende le categorie.

Al termine della gara è ancora una volta Armando Izzo, tra i migliori del Monza, a condividere le proprie sensazioni a caldo con un messaggio pubblicato su Instagram:

”Peccato non aver portato neanche un punto a casa! Se fossimo stati sempre questi potevamo toglierci molte soddisfazioni. Sabato ci aspetta una partita importante e fin quando c'è speranza dobbiamo crederci, mai dire mai”.

Mai dire mai, come il titolo del film apocrifo di James Bond del 1983 che usciva dai ranghi ufficiali della saga di 007. 
Perché la speranza è l'ultima a morire, nonostante le occasioni di risalire in classifica siano sempre meno e la retrocessione sempre più concreta.
Sabato 15 marzo all'U-Power Stadium andrà in scena Monza-Parma, ultimissima spiaggia per i biancorossi nella disperata rincorsa verso una salvezza che dista ben 10 punti. La "partita della vita" per Alessandro Nesta, cruciale per il prosieguo della stagione. Ciò che conta in questo momento è tirar fuori l'orgoglio e onorare la competizione, affrontando ogni gara con leggerezza e spirito combattivo, nel tentativo di emulare quel "Real" Crotone di Davide Nicola che, nelle ultime 8 giornate della Serie A 2016/17, riuscì a completare una missione impossibile. 

A cura di Andrea Rurali