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Al cuore del processo c’è il libro Tutti poeti con Claudio. Dispensa essenziale per il poeta moderno, attribuito ad Antonio Montanari, che ha scatenato le ire di Claudio Baglioni. Il volume, stampato a Imola, suggerisce che alcune strofe delle canzoni del cantautore romano presentino “affinità elettive” con opere di grandi autori del passato, come Quasimodo, Yourcenar, Tennyson, Pasolini, Twain, Dickinson, Wilde, Kafka, Prévert, Schopenhauer e Lec. Secondo Striscia la Notizia, tali somiglianze sarebbero il risultato di un collage, come “tessere di un puzzle”. Questi contenuti sono stati ripresi nella rubrica Lo ZiBaglione, trasmessa dal 2019 fino al maggio 2024, alimentando la controversia che ha portato Baglioni a denunciare il programma per diffamazione.

Il trasferimento del processo: Bologna per il libro, Roma per le trasmissioni

La difesa degli imputati, rappresentata dall’avvocato Salvatore Pino, ha richiesto il trasferimento del procedimento penale, sostenendo che il Tribunale di Monza non fosse la sede competente. Per quanto riguarda il libro, la giudice ha accolto l’eccezione, stabilendo che il processo debba proseguire a Bologna, poiché la stampa del volume è avvenuta a Imola. Diverso il destino delle accuse legate alle trasmissioni televisive di Striscia la Notizia: in questo caso, il criterio adottato è quello della residenza della parte offesa, Claudio Baglioni, che conduce al Tribunale di Roma. La decisione della giudice Russo ha così diviso il procedimento, complicando il percorso legale della vicenda.

Le reazioni: un rischio prescrizione?

tribunale

Gli avvocati di parte civile, Gabriele Minniti e Andrea Pietrolucci, che rappresentano Claudio Baglioni, hanno commentato con preoccupazione il trasferimento del processo, definendolo “una mossa per prendere tempo”. A loro avviso, il cambio di sede potrebbe allungare i tempi, aumentando il rischio che il procedimento si concluda con una prescrizione. La difesa di Striscia, dal canto suo, ha sempre sostenuto la legittimità del proprio operato, sottolineando che il programma esercita il diritto di satira. Secondo quanto riportato, Baglioni avrebbe già denunciato Antonio Ricci in passato, ma in quei casi i tribunali avrebbero riconosciuto la correttezza dell’approccio satirico del tg.

Una battaglia legale che continua

La querelle tra Claudio Baglioni e Striscia la Notizia si sposta dunque da Monza a Bologna e Roma, in un processo che promette di tenere alta l’attenzione. La vicenda non riguarda solo il cantautore e il programma televisivo, ma tocca temi più ampi, come il confine tra satira e diffamazione. Mentre le parti si preparano alle prossime fasi giudiziarie, il rischio di prescrizione aleggia sul procedimento, rendendo incerta la risoluzione di questa disputa legale.