Buona la prima: esordio positivo in Coppa Italia per il Monza contro il Sudtirol (9-8, dcr)
I biancorossi superano ai rigori il Sudtirol nei trentaduesimi di Coppa Italia. Segnali positivi per la squadra di Nesta: l'obiettivo è crescere, migliorando. L'analisi del match.
“Chi sta per tirare sa già tutto, e chi gli si trova di fronte curiosa disperatamente tra gli indizi prima di scegliere un angolo per il suo volo”.
Nel pensiero di Jorge Valdano, barricadero argentino e ultimo poeta del futbol, si eleva l’attimo fuggente in cui Semuel Pizzignacco, neo acquisto del Monza, battezza l’angolo e neutralizza il rigore di Praszalik, al 17esimo tiro complessivo dal dischetto. Poi ci pensa Izzo, Braveheart (cuore impavido, come il film di Mel Gibson) biancorosso, a trasformare il penalty decisivo insaccando la sfera sotto l’incrocio con una freddezza chirurgica (e con il caldo torrenziale estivo è un vero paradosso).
Monza-Sudtirol termina 9-8 dopo i calci di rigore.
Segnali positivi, squadra con un’impronta definita
Buona la prima per la squadra di Alessandro Nesta, l'uomo che proprio lo scorso anno sulla panchina della Reggiana riuscì ad eliminare i brianzoli in Coppa Italia.
Nella notte dell'U-Power Stadium il Monza 3.0 targato Nesta approccia la gara con il giusto piglio, provando a riprodurre in campo i concetti assorbiti durante il ritiro estivo.
Tante idee, assetto definito e un'identità di squadra che si insedia nel solco del recente passato (quello sotto la gestione Palladino), con l'intenzione di ottenere i risultati attraverso il gioco. Geometrie, trame e spunti individuali: i brianzoli prendono l'iniziativa e palleggiano con ordine, concedendo qualche ripartenza agli avversari, rapidi a volgere le transizioni con tocchi di prima e in verticali.
Le elevate temperature compromettono il ritmo, blando, e l'intensità, ridotta, con i carichi di lavoro a pesare sulle gambe dei giocatori e una condizione da trovare in vista del debutto nella Serie A 2024/25.
Idee, principi, assetto e atteggiamento
Spunti interessanti, accelerazioni improvvise e triangolazioni in velocità ad aprire campo e difesa avversaria: il Monza prova a pungere, sia organizzando l'azione da dietro, sia in fase di recupero palla, con i break di Bondo a rompere le linee e spezzare le catene difensive del Sudtirol. Al netto delle due clamorose occasioni sprecate, il talento francese classe 2003 (che a Nesta ricorda Gattuso) si conferma il migliore dei biancorossi, coniugando dinamismo e aggressività, partecipazione alla manovra e interdizione.
Le richieste di Nesta ai suoi giocatori sono chiare: atteggiamento proattivo, 3-4-2-1 modulabile a seconda delle necessità, possesso palla orientato a regolare tempi, spazi e bilanciamento delle due fasi (perché, come diceva il Barone Liedholm, “se la palla ce l'abbiamo noi gli avversari non possono segnare”), costruzione dal basso sulla base di un 3+2 con i mediani vicini e in dialogo frequente, ampiezza sulle corsie esterne con quinti e braccetti ad agire in tandem, sotto punte mobili e propense a scivolare indietro per legare la manovra, attacco diretto della profondità con il portiere a cercare la prima punta e a innescare il gioco di sponde con gli incursori.
Nella ricerca di questi meccanismi e nello sviluppo della proposta, diventa cruciale l'apporto dei due rifinitori, con Daniel Maldini key man (post Colpani) a livello tattico e posizionale, pronto a scendere centralmente sul cerchio di centrocampo per sparigliare le carte e guidare gli attacchi, tratteggiando una sorta di 3-2-3-2 (il noto MM reso celebre dall'Ungheria di Gusztáv Sebes) in transizione offensiva e un un 5-4-1 in transizione difensiva.
Tante occasioni, poca lucidità sotto porta
Nel primo tempo il Monza costruisce diverse situazioni pericolose, concedendo pochissimo alla formazione di Valente e rendendo inoperoso Pizzignacco, poco partecipe nella manovra dal basso e più concreto nel gioco frontale con lanci lunghi per Petagna (titolare al posto dell'infortunato Djuric), prima, e Maric poi.
Stesso copione nella ripresa, quando la squadra di Nesta attacca con più convinzione sulle fasce portando tanti uomini in area a contendere la sfera. Il Sudtirol dimostra un buon feeling nel fraseggio e in uscita arretrata sulla pressione dei biancorossi, arrivando a concludere un paio di volte e a creare due potenziali occasioni su calcio d'angolo con Crespi e Ceppitelli. Ma le azioni più pericolose sono di matrice brianzola: la doppia chance di Petagna (colpo di testa parato e tiro a incrociare deviato), il gol annullato a Maric per fuorigioco e il miracolo di Poluzzi su incornata di Marì nel finale.
Caprari, subentrato a Maldini al 68', offre un ottimo apporto alla squadra alzando il tasso tecnico, esattamente come Sensi che, al netto del retropassaggio errato al primo pallone toccato, dimostra personalità e intelligenza tattica. I due parlano la stessa lingua calcistica e nell'economia della stagione il loro contributo potrà essere (si spera) determinante.
I brianzoli producono tanto ma non riescono a finalizzare, peccando di lucidità negli ultimi 16 metri e in area di rigore.
Ma nell'imprevedibile mondo del calcio d’agosto (definito noioso dallo stesso Nesta nel dopo partita) era importante non lasciarsi travolgere dal destino, talvolta insolito come nel film di Lina Wertmuller con Melato e Giannini, e rimanere in piedi, fino alla fine.
Missione compiuta, turno superato in Coppa
L’obiettivo era vincere e passare il turno: missione compiuta per i biancorossi, che avanzano ai sedicesimi di Coppa Italia e guardano al futuro con fiducia, cercando di migliore la tenuta fisica e lo status generale di squadra.
Ora testa all’esordio in campionato contro l’Empoli, in trasferta sabato 17 agosto alle 20:45: sarà la prima panchina di Nesta in A e la terza partecipazione consecutiva del Monza in massima serie. Senza dimenticare la sfida col Milan nel 2^ Trofeo Silvio Berlusconi, in programma martedì 13 agosto a San Siro. Un (neo)classico estivo da onorare al meglio, in memoria del Presidente che ha illuminato la storia dei due club.
A cura di Andrea Rurali