Testa, coraggio e verticalità: il Monza gioca ma perde con rammarico contro l'Atalanta (2-0)
A Bergamo i biancorossi disputano una partita autorevole, di testa e personalità, ma sbatte contro il muro dalla Dea... e dell'arbitro. Al 59' Piccinini annulla il gol del vantaggio di Vignato. L'analisi
“Finché sei zero a zero puoi vincere uno a zero.”
Il mantra di Dino Zoff fornisce un assist perfetto per analizzare Atalanta-Monza, una partita contraddistinta dai duelli fisici, dal rigore tattico, dalla sottile parità di espressione e dagli episodi. Un faccia a faccia scandito dall'equilibrio e da uno scenario aperto, con lo 0-0 a tenere il bilico le due squadre per 70 minuti.
Nel giorno del 64° compleanno di Diego Armando Maradona (30 ottobre 1960), la mano del D10S cede il testimone - metaforicamente parlando - alle mani (che mimano la spinta) e al fischietto di Piccinini, artefice in negativo con una arbitraggio da “Profondo rosso” (Dario Argento, 1975) alla vigilia di Halloween.
2-0 chirurgico degli orobici sui brianzoli, con la Dea bendata a benedire la squadra di Gasperini, cinica nel capitalizzare le occasioni al momento giusto.
Ma come sottolineato da Pep Guardiola, citando il suo maestro "Jesus Christ" Cruijff: “Johan mi diceva che la fortuna non esiste, e sono abbastanza d'accordo”. Un credo che lascia spazio al contraddittorio e trascina il calcio in un cono d'ombra, quello del probabilistico e dell'imprevedibilità.
Perché se è vero che, secondo il Soriano pensiero, “il calcio ha le sue ragioni misteriose che la ragione non conosce”, è altrettanto logico pensare che, Sallustio docet, “ciascuno è artefice della propria sorte”. Da sempre gli intellettuali e i nobili oratori sono promotori di ermeneutica e raccontano le loro verità, che talvolta rimangono tali, perché tra dire e il fare c'è di mezzo il mare.
E nel mare magnum della complessità il Monza scivola sul bagnato e perde al Gewiss Stadium. Ma con demerito, restando sul pezzo per due terzi di partita, lottando su ogni pallone senza mai risparmiarsi ed esprimendo quel gioco assortito che Nesta ha in mente e sta gradualmente trasferendo ai suoi uomini.
Monza di petto, Atalanta di dorso
"L'Atalanta di Gasperini si allena disputando partite sette contro sette a tutto campo. Perché Gasperini ha tutti calciatori che fanno dodici secondi sui cento metri. Lui è riuscito a fare quello che tanti avrebbero voluto: ampliare la metratura che può ricoprire un suo calciatore. Così in partita può metterla sul piano della corsa, puntare ai duelli individuali. Ed è uno strapotere fisico che rende molto difficile contro di loro creare lo spazio".
Il CT della Nazionale Luciano Spalletti ha elogiato il lavoro di Gian Piero Gasperini e gli ideali promossi, quelli di un calcio travolgente che guarda alla forma e alla sostanza, animato da una filosofia che concepisce il gioco come mezzo per conseguire il risultato, l'armonia e il divertimento ad accendere la proposta, il coinvolgimento di ogni individuo ad alimentare la forza del collettivo.
Fisicità dei giocatori, elevato impatto atletico, circolazione di palla a manipolare lo spazio, pressione e aggressività in fase di non possesso e qualità tecnica a determinare: elementi fondamentali per l'allenatore nerazzurro, abile nell'insegnare calcio e nel plasmare squadre a sua immagine e somiglianza in base alle risorse a disposizione. L'idea è sacra, una e trina, mutuata dalla volontà di produrre un gioco totalizzante che, sotto certi aspetti, si ispira al totaalvoetbal olandese. Lo testimoniano i risultati in Italia e in Europa, con prestazioni autorevoli, grande spettacolo e gol. Ultime, ma non per importanza, le 6 reti rifilate all'Hellas Verona prima del turno infrasettimanale di campionato.
Per il match contro il Monza, Gasperini conferma l'1-3-4-3 di spinta, molto fluido e dinamico nella sua interpretazione, con i quinti a spingere sulle fasce e il tridente avanzato a dialogare attivamente. Schieramento di titolari per la Dea, con Ederson e De Roon a comporre una mediana metodica e Lookman in tandem con De Kateleare alle spalle del capocannoniere della Serie A Retegui.
Al contrario Nesta opta per un turnover corposo: modulo speculare ai nerazzurri, 1-3-4-2-1, con D'Ambrosio e Caldirola in difesa, Bianco e Pessina in mediana e chance dal 1' per Vignato e Maric in attacco.
In avvio sono proprio i brianzoli a prendere l'iniziativa: palleggio efficace, pochi tocchi ad attirare il pressing atalantino e ricerca della verticalità. Con Djuric in panchina, la formazione di Nesta prova a togliere riferimenti alternando le soluzioni di gioco e coinvolgendo Mota e Vignato nella costruzione, con Maric a diventare l'appoggio alto per compagni.
Gli orobici non riescono a trovare continuità nel possesso palla e a fraseggiare con ordine, faticando a trovare varchi e a costruire occasioni. Merito dei biancorossi che si compattano e non concedono spazi, limitando le fonti di gioco avversarie con Bianco e l'ex Pessina a tallonare i due opposti De Roon e Ederson e il terzetto difensivo a schermare ottimamente il tridente armato bergamasco.
Il primo tempo scorre sul filo dell'intensità e dell'alternanza del possesso, ritmo sostenuto e tante transizioni, con i brianzoli a prevalere nelle contese e nella voglia di affacciarsi con frequenza nella metà campo avversaria.
L'Atalanta soffre, il Monza guadagna metri e fiducia, dimostrando coraggio nell'atteggiamento e una certa leggerezza nel gestire la manovra, approccio coraggioso e spirito identitario.
Ripresa decisa del Monza, doppio colpo Atalanta
Nella ripresa il Monza non modifica atteggiamento e riparte nello stesso modo in cui aveva affrontare il primo tempo.
Gasperini toglie Lookman e getta nella mischia Samardzic, Nesta sceglie Djuric per Maric. Gli orobici accendono il motore, ma i biancorossi non arretrano il baricentro e proseguono a giocare con intraprendenza, sfiorando il vantaggio con una rasoiata a fil di palo di Pereira.
Al 59' arriva l'episodio che cambia il match: da fallo laterale Pedro Pereira rimette lungo in area, Mota spizza la palla per D'Ambrosio, Djuric scarica dietro per Pessina e la sfera transita da Kyriapoulos a Vignato. Con 5 biancorossi in area di rigore contro 7 atalantini, il classe 2004 rientra sul destro e crossa al centro, ma la sua parabola tagliata finisce direttamente in rete. Ma il vantaggio del Monza è solo un'illusione e dopo un secondo Piccinini annulla tutto per una spinta di D'Ambrosio su Ederson. Quello che sembra un normale contatto di gioco viene punito dall'arbitro con un fallo in attacco, moltiplicando i dubbi e le perplessità sulla decisione.
Gol non convalidato, gol subito. La dura legge del calcio si consuma 10 minuti più tardi grazie alle sostituzioni di Gasperini che si rivelano cruciali. L'Atalanta esibisce un pezzo forte del suo repertorio: gabbia d'acciaio con 4 uomini sul portatore del Monza, recupero della sfera e avvio rapido della transizione offensiva. Il movimento e successivo contro movimento di Zaniolo porta fuori reparto D'Ambrosio e funge da invito per Zappacosta, che sorprende alle spalle la difesa biancorossa con un lancio in profondità per il compagno. Cutback a memoria del 10 nerazzurro per Retegui, che protegge palla e la scarica per Samardzic. Nel traffico l'ex Udinese mantiene la calma e si inventa una magia, spostando il pallone sul mancino e piazzandolo tra D'Ambrosio e Turati. Il muro del Monza crolla, la prodezza del serbo regala l'1-0 all'Atalanta.
Nesta corre ai ripari e inserisce in uno slot Maldini, Caprari e Valoti per Mota, Vignato e Pessina. La scossa non arriva, i tre subentrati faticano a trovare il ritmo giusto e offrono l'apporto desiderato. All'87' Zappacosta firma il raddoppio con un bolide di destro che gela Turati.
Dopo 4 minuti di recupero, l'arbitro manda le squadre negli spogliatoi: Atalanta-Monza finisce 2-0.
Testa alta e guardare avanti: dalla Dea al Diavolo in 72 ore
A Bergamo i biancorossi convincono ma non vincono, subiscono due reti dagli orobici e incassano la quarta sconfitta stagionale in campionato. L'Atalanta non fa complimenti e sfrutta l'inerzia del gol annullato per affondare la spada nel petto del Monza, condannandolo ad un punteggio sin troppo severo per il reale andamento del match.
La partita del Gewiss Stadium conferma, al momento, che la formazione di Nesta riscontra maggiori difficoltà nell'affrontare squadre più chiuse e alla portata, rivali dirette per la salvezza, rispetto a compagini di alto livello come le big. I pareggi con Fiorentina, Inter e Roma lo dimostrano, così come le sconfitte interne contro Genoa e Bologna e il mezzo passo falso col Venezia.
E così, con le vittorie del Lecce sul Verona e del Venezia sull'Udinese, i brianzoli vengono risucchiati nella zona calda della classifica appaiati a 8 punti coi salentini e i lagunari.
Ora sul cammino del Monza ci sono Milan e Lazio, le due ex squadre da giocatore di Alessandro Nesta, sfide cruciali in cui servirà mantenere i nervi saldi e un'identità di ferro per provare a fare punti, consolidando la mentalità e battagliando fino alla fine, con cuore e coraggio.
“Quando perdi non perdere la lezione” diceva il Dalai Lama: la sconfitta contro l'Atalanta non deve rappresentare un dramma, ma uno stimolo e un motivo di riscatto per migliorare, correggendo gli errori e aumentando l'attenzione. A partire dal match dell'U-Power Stadium di sabato 2 novembre contro i rossoneri, il derby del Presidente Silvio Berlusconi e, insieme, un incontro speciale per la storia dei due club.
A cura di Andrea Rurali