A Lecce un progetto che non escluderebbe "l'intoppo" della retrocessione
Il malcontento della tifoseria, anche per il cambio di allenatore, sarebbe ingiustificato
Un proverbio diventato usuale e diffuso nella vita quotidiana è “Se Atene piange Sparta non ride”. Espressione che usa le due antiche città greche, note per essersi trovate spesso in conflitto, al fine di affermare che, sebbene le storiche differenze e i lunghi contrasti, qualora una delle due si trovi in una situazione difficile l'altra non ha vita più facile.
È evidente dunque come il significato sia estendibile ai rapporti umani e a diverse situazioni di vita quotidiana, comprese le situazioni sportive.
Se Monza piange… è Lecce che non ride
Il proverbio calza oggi più che mai nell’andamento in campionato di Monza e Lecce, da sempre acerrime rivali, con un passato fatto di contese che ne hanno segnato spesso il destino.
Se a Monza la situazione è preoccupante per l’ultimo posto in classifica e le tre sconfitte consecutive arrivate malgrado segni di ripresa nel gioco, a Lecce sono giorni molto caldi. In comune le due situazioni hanno il fatto che molti dei loro tifosi non hanno ancora compreso qual è il loro vero progetto.
Il Lecce sta meglio in classifica per un solo punto nei confronti del Monza, ma nel suo ruolino di marcia non possono passare inosservati i soli 5 gol sin qui messi a segno a fronte dei 21 incassati .
E su Pianetalecce.it, sito non ufficiale della squadra salentina si legge, fra l’altro, un articolo a firma di Vittorio Murra che non fa certo brillare la tifoserie locale per realismo e competenza in quanto in città si parlerebbe del nuovo mister Giampaolo sulla base degli 8 esoneri, ma non si direbbe che essi sono avvenuti in 20 anni di carriera in cui lui ha fatto benissimo in alcune situazioni, guadagnandosi l'appellativo di “maestro”. Passando ad un’altra citazione, la tifoserie viene tacciata di guardare il dito mentre il presidente Sticchi Damiani punta la Luna.
Un progetto societario che non esclude incidenti di percorso
Secondo l’organo d’informazione giallorosso il Lecce starebbe provando a costruirsi un futuro solido, che consisterebbe nell'ammodernamento dello stadio, nella costruzione di un centro sportivo adeguato, e nel consolidamento finanziario. Insomma, il futuro del club passerebbe da questi presupposti e non dagli errori commessi del d.s. Corvino in campagna acquisti: fesserie, quisquilie che si possono criticare ma che dovrebbero rimanere confinate al campo e non sfociare in malcontento social e contestazione allo stadio.
Il punto cruciale della posizione assunta dalla Società sarebbe che lungo questo lungo percorso ci potranno essere molti intoppi, anche una retrocessione in B… ma se un tifoso capisse il progetto, allora saprebbe bene che la retrocessione sarebbe solo un insuccesso sportivo all'interno di una gestione definita “intelligente”.
Lecce (e non solo…) solo contro tutti ?
Infine c’è il richiamo della solitudine della Società, così come di altre di piccolo calibro nel mondo del pallone, rispetto alle alte sfere del calcio. Il Lecce punterebbe ad avere più credibilità allorché gestito bene da persone per bene, che addirittura potranno contribuire attivamente a cambiare il calcio che stiamo vivendo, riscrivendone regole e usanze. Ma viene evidenziato che anche il fatto che persone per bene gestiscano bene è un concetto che dà fastidio agli altri club, perché muove dinamiche interne delicate.
Insomma il Lecce in Italia darebbe fastidio, ma a quanto pare anche ai suoi tifosi stessi che continuerebbero a guardare il dito anziché la Luna (ovvero il progetto a medio termine del vulcanico presidente).