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"Ogni traguardo è un nuovo punto di partenza".

C'è una stretta connessione tra le parole di Paolo Maldini e la vittoria del Monza a Salerno. Un traguardo, la salvezza, che i biancorossi ipotecano grazie alla prima rete stagionale di Daniel, figlio di Paolo e nipote di Cesare. Una rete che, insieme a quella di Pessina, spalanca le porte verso nuovi obiettivi.

Pier Paolo Pasolini, intellettuale e grande appassionato di calcio, si interrogava spesso sul valore del successo, tanto da consegnare al pubblico un delicato quesito: “Qual è la vera vittoria, quella che fa battere le mani o battere i cuori?”.
“In medio stat virtus” avrebbero risposto i latini. 
Tradotto: la virtù sta nel mezzo, come probabilmente il potere effettivo del trionfo brianzolo in terra campana. 
Un risultato accolto con gioia dai tifosi, le cui emozioni, profonde e sentite, viaggiano in parallelo con gli elogi alla squadra e a Raffaele Palladino.

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Panoramica dal settore ospiti dell'Arechi

Salida Lavolpiana e ricerca della superiorità

Palladino conferma l’11 titolare dell’impresa col Milan e confeziona l’abito tattico migliore per il suo Monza: 4-2-3-1 proposto domenica all’U-Power Stadium e una vocazione al gioco dinamico, con rotazioni, sovrapposizioni e verticalità.

I biancorossi approcciano il match con coraggio e cattiveria agonistica, spingendo sul pedale dell'acceleratore sin dall'inizio.
La fase di possesso è pensata per far progredire l’azione dal basso e facilitare l’uscita della palla dalla zona arretrata, nell'applicazione più pura della cosiddetta Salida Lavolpiana, una soluzione tattica studiata da Ricardo La Volpe nel suo periodo di allenatore della Nazionale messicana tra il 2002 e il 2006. 

Lo schema, assorbito da Guardiola al crepuscolo della sua carriera da giocatore, prevede l'abbassamento di un mediano tra i due centrali difensivi per generare spaziature appropriate, linee di passaggio e superiorità posizionale. Un meccanismo che lavora sugli spazi e i tempi di gioco, coi due difensori centrali pronti ad allargarsi sfruttando l'innalzamento dei due terzini sul segmento intermedio. 
Il "prescelto" è Matteo Pessina, che scende a gestire la sfera, attirando il pressing avversario sul lato forte per andare poi a sfruttarne il lato debole.

Per sciogliere la prevedibilità il portiere funge all'occorrenza da vertice basso nel trio di costruzione, sempre mantenendo il giusto piazzamento e dilatando la distanza tra gli avversari in pressione.
Ne consegue, alla bisogna, una trasformazione del 4-2-3-1 nel classico asset palladiniano, il 3-4-3/3-4-2-1, con Valentin Carboni ad affiancare Gagliardini e le due sotto punte Colpani e Mota più strette negli half spaces. 
Perché, come sottolineato più volte dal trainer di Mugnano di Napoli: “nel calcio non contano i moduli ma i principi di gioco e l'occupazione degli spazi".

Il colpaccio di Salerno è figlio di questa filosofia “guardiolista”, il cui collocamento dei giocatori, con annessa copertura del campo, è il requisito fondamentale per definire un modello fluido, virtuoso e non limitante. 
Un'idea di calcio di alto profilo personalizzata da Raffaele Palladino (ribattezzato “professor” da Paolo Corbetta nel suo editoriale), il vero centro di gravità permanente del Monza.

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La costruzione a 3 e il modulo fluido del Monza - Foto: DAZN

Avvio sostenuto, gioco ragionato

Insabbiata in fondo alla classifica e alla terza guida tecnica in stagione, la Salernitana necessita di punti salvezza. 
Liverani si affida al 3-4-2-1 con Manolas fisso su Djuric, e Candreva e Kastanos a supporto di Weissman.

Dopo 80 secondi il Monza costruisce la prima occasione. Birindelli recupera palla e riparte in transizione con una cavalcata sensazionale di 60 metri sulla destra. Il cross del 19 biancorosso premia l'inserimento in area di Djuric che tira in porta e scheggia il palo. Al 5' si concretizza un'altra grande chance su corner, con Izzo che non riesce a depositare in rete a tu per tu con Ochoa

I granata aumentano l'intensità e provano ad affacciarsi nella metà campo biancorossa. Corsa ed elevato dispendio energetico non producono gli effetti sperati, con un tiro di Kastanos dalla distanza e una punizione di Candreva deviata in angolo.
Con razionalità e abnegazione, il Monza si compatta in fase di non possesso con marcature a uomo serrate, Colpani fisso su L. Coulibaly e Valentin Carboni a ombra su Bašić. L'obiettivo è creare densità nel mezzo e sporcare le traiettorie di passaggio degli Ippocampi.

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Carboni, Gagliardini e Kastanos - Foto: Facebook AC Monza

Salernitana pericolosa, Di Gregorio provvidenziale

Riappropriazione della sfera e ripartenze, uscita ordinata da dietro, gioco in ampiezza e profondità: il Monza rientra in campo con la stessa convinzione del primo tempo. 
Come un sarto d'alta moda, Palladino rifinisce con ago e filo il tessuto tattico del Monza, inserendo Bondo al posto di Colpani per donare più muscolarità alla mediana, con il contestuale avanzamento di Pessina sulla trequarti. 
Il filo, essenziale e al contempo “invisibile” (come il film di Paul Thomas Anderson), è Roberto Gagliardini, connettore e continuatore della giocata, colui che appare e scompare all’interno del sistema, fondamentale come Busquets nel Barcellona d'oro di Guardiola. 

Al 56' è proprio l'ex Inter a sfiorare il vantaggio, su assist di Djuric da situazione di corner, ma Ochoa si oppone con una parata sensazionale, di istinto e riflesso, sulla falsa riga della prodezza di Skorupski su Henry in Bologna-Verona 2-0.

La carta Bondo si rivela funzionale e anticipa il plot twist del match: l'ingresso al 67' di Daniel Maldini per Dany Mota.

Al 76' è proprio il 27 biancorosso a consegnare alla Salernitana un'occasione colossale. Maldini, innescato da Valentin Carboni, non vede alle sue spalle la sovrapposizione di Kyriakopoulos e suggerisce in diagonale per Pessina, chiuso perfettamente in anticipo da Boateng. Il tedesco attiva la seconda palla e di prima verticalizza per Dia che, su ribaltamento di fronte, manda in porta Tchaouna, col Monza spaccato in due e sorpreso sulla ripartenza. Ancora una volta Di Gregorio risponde presente, con un doppio intervento provvidenziale a negare il vantaggio granata.

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L'errore di Maldini che genera la doppia occasione per la Salernitana - Foto: DAZN

Assist spaziale di Gagliardini, timbro puntuale di Daniel Maldini

Si chiude una porta, si apre un portone. 75 secondi dopo il Monza stappa la partita. 
Il filo lo tesse Gagliardini con un assist illuminante (alla Rui Costa) per Daniel Maldini, l’ago e l’intuizione di Palladino. Un filtrante che buca le linee granata e manda in porta il classe 2001, bravo a riscattare l'errore precedente con un bellissimo gol. Dopo l’assist a Bondo contro il Milan, Daniel Maldini firma la sua prima rete stagione e in biancorosso, scaraventando un piazzato a giro alle spalle di Ochoa

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L'assist strepitoso di Gagliardini per il vantaggio di Daniel Maldini - Foto: DAZN

Sponda di Djuric, lob di Pessina

A proposito di calcio, mercato e calciatori, Giovanni Trapattoni diceva sempre: “Non compriamo uno qualunque per fare qualunquismo”.
Nella sessione di gennaio, Adriano Galliani ingaggia il centravanti che mancava, non uno qualunque ma quello che Palladino voleva, per caratteristiche fisiche, esperienza e intelligenza tattica. Milan Djuric, ex Verona e Salernitana, non perde l'occasione di ripagare la fiducia e si dimostra determinante nel gioco. 
All’83’ ci pensa il bosniaco a salire in cielo e prolungare il rinvio di Di Gregorio per Capitan Pessina che, con classe ed eleganza, sigilla il match con un lob tennistico degno dell’ultimo Jannik Sinner.
Con tre tocchi - lancio del portiere, sponda del centravanti, tocco morbido del trequartista - il Monza raddoppia e archivia la pratica Salernitana, troppo allungata e scomposta in situazione di palla inattiva.

Prima del triplice fischio Akpa Akpro, servito a meraviglia da Daniel Maldini, ha suoi piedi il pallone del 3-0 ma Ochoa si oppone e smanaccia in corner.
Al 95' Fabbri manda tutti sotto la doccia: Salernitana-Monza termina 0-2.

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La sponda di Djuric per il raddoppio di Pessina - Foto: DAZN

Identità, mentalità, personalità

Ambo, terno, Salerno.
2 come le vittorie consecutive e i gol di fila di Pessina, 3 come i successi nelle ultime 5 gare, Salerno come città espugnata dopo il KO rimediato in trasferta la scorsa stagione.

Un trionfo all’Arechi che mancava dal 1 maggio 2021 (1-3 in Serie B, con doppietta di Balotelli) e fa montare l’entusiasmo nell’ambiente biancorosso. 

Atto di forza e personalità dei brianzoli che interpretano la gara alla lettera, leggono le situazioni e riconoscono le giocate con la ricerca costante del terzo uomo tra le linee. Un calcio di costruzione paziente e sviluppo a liberare gli spazi, di aggressione sulle seconde palle e interpretazione virtuosa delle due fasi, di transizioni e qualità nella rifinitura, di sintesi e realizzazione. Un calcio identitario con una mentalità ascendente, ma anche di attacco e compattezza difensiva. Compattezza sancita dai clean sheet, 4 nelle ultime 5, di Michele Di Gregorio, fuoriclasse del Monza e nella top 3 dei portieri italiani in circolazione.

E poi ci sono Armando Izzo, di nuovo sugli scudi e leader emotivo del team; Milan Djuric, ariete e custode dell'attacco, l'uomo delle sponde e riferimento alto; e l’agente 038 “James” Bondo, tuttocampista che regola il flusso e il ritmo di gioco, l’interditore della mediana con fisico e tecnica, un mix fra Camavinga e Seedorf col carattere (e l’estetica) di Davids.

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L'esultanza dei giocatori del Monza - Foto: Facebook AC Monza

Sale…la febbre del sabato sera

Lo 0-2 a Salerno fa salire “La febbre del sabato sera”, con la squadra biancorossa (John) travolta dall’euforia per la vittoria grazie a una brillante prestazione. Prova d'orchestra di felliniana memoria, ma anche e soprattutto di maturità.

Testa, cuore e personalità: il passo decisivo verso la salvezza è stato compiuto. 
E ora? Piedi per terra ed equilibrio, senza mai abbandonare quel sogno, bello e impossibile, chiamato Europa. 
Pensare in grande con umiltà, come suggeriva il Presidente Silvio Berlusconi, ragionando gara dopo gara. A partire dal big match contro la Roma di De Rossi, in programma sabato 2 marzo alle 18 all'U-Power Stadium.

A cura di Andrea Rurali