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Prendo per buona la battuta di un amico tifoso, che mi ha detto che la svolta da me auspicata non c’è stata e che, più che un bivio, la gara di Vicenza è stata per il Monza una…rotonda.

In effetti, dopo un discreto primo tempo, nella ripresa la squadra biancorossa pare aver invertito la rotta davanti ad un Vicenza reattivo, che ha mostrato quel carattere, quella determinazione e quella giusta cattiveria agonistica che dalle nostre parti sono spesso latenti.  Qualche buona nota, quali la conferma del momento positivo di Machin e D’Alessandro, oltre alla certezza che Vignato non può che crescere e portare beneficio ad un reparto avanzato che è il vero tallone d’Achille di questa formazione. Difficile oggi ricostruire con esattezza le decisioni prese durante il mercato estivo e altrettanto difficile comprendere se il mancato arrivo di un vero bomber sia stata una scelta dettata dalla società o condizionata dagli orientamenti tecnico-tattici di Stroppa.

Tuttavia, quel che oggi mi lascia più perplesso e preoccupato è la questione infortuni. Se si eccettuano i casi di Favilli e Scozzarella, tutti gli altri guai fisici che riempiono l’infermeria di un numero inverosimile di infortunati sono di natura muscolare. Ma come è possibile una situazione tale? Cosa è accaduto in questi mesi di preparazione che vanno da luglio ad oggi?

Come detto, il Monza ha bisogno come il pane di un attaccante che abbia confidenza col gol e sappia concretizzare il controllo del gioco (anche a Vicenza con percentuali elevatissime di possesso palla). Quanto agli infortuni, lasciatemi concludere come ho iniziato, con una battuta:  non sarebbe utile approfittare della sosta di metà novembre e organizzare un bel viaggio in comitiva a Lourdes? Una benedizione dall’Alto potrebbe essere un rimedio immediato ed efficace.

Paolo Corbetta

foto Studio Buzzi