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IL CITTADINO - Intervistato dal quotidiano cittadino, l'Ad del Monza Adriano Galliani ha risposto ad alcune domande sulla situazione del club brianzolo e sulle ambizioni in vista del prossimo campionato di Serie A. Ecco un estratto delle sue parole.

L'intervista

Adriano Galliani, 50 anni di calcio, e a luglio un compleanno importante della vita, cifra tonda (il 30 luglio compie 80 anni, ndr), qual è il regalo che sogna di ricevere?
“Ripenso ai 50 campionati, ma in realtà sono nel calcio da quando sono nato, anche se dirigente lo sono diventato nel 1975/76. In tutto questo tempo ho saltato solo una stagione, 2017/2018, quando è stato ceduto il Milan, per il resto è stato un mezzo secolo pieno di calcio, una vita vissuta sempre tra Monza, Milano e di nuovo Monza. Oggi faccio tanti ragionamenti, ho tanti pensieri per la testa, ma un’unica cosa che non è cambiata ed è la passione per il calcio e per i colori della città dove sono nato. Un regalo? L’unica cosa che mi manca è di poter rivedere il presidente per parlare ancora una volta della nostra passione in comune”.

adriano galliani
Adriano Galliani

La famiglia Berlusconi, così come il presidente, rimarranno per sempre impressi nella storia del Monza. In primavera però abbiamo assistito alla trattativa per la vendita, anche lei è stato spettatore della vicenda, che idea si è fatto? Il Monza è sempre in vendita? Qual è il rapporto della famiglia con la società?
“Il rapporto dei Berlusconi con il Calcio Monza è buono. Per il futuro si vedrà, certamente può anche essere messo in vendita, ma solo se ci saranno l’opportunità e l’occasione giuste, per persone giuste a cui cederlo, altrimenti si continua con Fininvest e la famiglia proseguirà a fare quello che ha fatto finora in nome degli occhi felici di Silvio Berlusconi. Come li ho visti a Pisa nel 2022, così erano stati solamente a Barcellona nel 1989. Il Monza è stata l’ultima grande gioia del presidente. Per quanto riguarda me, non posso che continuare con la stessa passione di sempre. Assolutamente”.

È passato un anno dall’addio a Berlusconi, quanto è mancato, quanto manca e quanto mancherà?
"Vivo ogni giorno nel ricordo del mio maestro di vita, ma sono felice perché ho avuto la buona sorte di conoscerlo e passare con lui 45 anni. Di Berlusconi parlo sempre al presente, è un fuori classe assoluto, è Pelè. Manca e mancherà per sempre; certo, poi bisogna andare avanti, nella vita, nella politica, nello sport, nessuno può essere erede, ma tutti insieme possiamo fare il nostro meglio per onorare il suo lavoro e il suo ricordo. Pensate solo al Monza, prima di lui non vedeva la B da vent’anni e in Serie A non c’era mai stato. Non possiamo che essere grati eternamente per il terzo anno di fila che sta arrivando nella massima serie".

Le ambizioni del Monza

L’anno prossimo la corsa salvezza partirà senza Raffaele Palladino con Sandro Nesta in panchina. Cosa ha detto al primo per salutarlo ed al secondo come benvenuto?
“Palladino ho continuato a corteggiarlo, ho fatto l’impossibile per trattenerlo. Lui ha scelto una squadra con le coppe europee, per proseguire nel percorso di crescita. Devo dire che il presidente ed io non abbiamo sbagliato quando abbiamo preso Palladino, ma ricordo ancora cosa scrivevano i social all’epoca… Il tempo è galantuomo. Ora abbiamo scelto Nesta per un motivo molto semplice: al di là del rapporto che ci portiamo dietro da dieci anni di Milan, tra tutte le analisi che sono state fatte, è emerso che il suo gioco, la partenza da dietro, il recupero palla, i movimenti dei trequartisti, è molto simile a quello che ha reso il Monza la squadra che è oggi e questo ci consente di evitrare di snaturare la rosa. Proseguiamo sul percorso tracciato, quello del 3-4-2-1 come modulo di riferimento e poi vedremo lungo la strada”.

Il secondo anno è difficile confermarsi, ma al terzo di fila subentrano dinamiche diverse. S’inizia a familiarizzare con i diritti televisivi, con la categoria, che campionato di Serie A dobbiamo aspettarci per il Monza? 
“Non sono uno da pronostici, in passato abbiamo vinto scudetti inaspettati o chiuso decimi con squadre fortissime. Sicuramente ci sono le condizioni per fare bene. È e sarà il Monza degli ultimi due anni. Non è che non voglio sbilanciarmi, ma come diceva Berlusconi: il calcio è come la religione, ha i suoi misteri dolorosi e gaudiosi”.