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Avrei voluto rivelare un po’ più avanti la tabella di marcia che avevo ipotizzato a fine giugno per il primo campionato di serie A del Monza, alla pubblicazione del calendario. Ma gli eventi mi costringono a tirarla fuori dal cassetto subito e a utilizzarla per fare qualche riflessione. Rispetto al mio ruolino, al Monza di oggi mancano due punti. La mia tabella ideale per le prime sette giornate, fino alla sosta per le nazionali, prevedeva infatti la conquista di quattro punti, frutto di pareggi con Torino, Udinese, Atalanta e Lecce. Dando per scontate le sconfitte con Napoli, Roma e Juventus.

A qualcuno avevo rivelato la tabella. Risposta: troppo modesta. Mah…Per come stanno andando le cose, non direi proprio. Non lo dico per trovare giustificazioni per la truppa biancorossa, ma è giusto dire che i presupposti da cui partivo alla stesura erano ben diversi da come le cose sono andate nella realtà. Ipotizzavo una preparazione senza intoppi (infortuni), una squadra completa in ogni reparto fin dal via del campionato, un approccio mentale differente a qualcuna di queste prime quattro partite. Fatto sta che ci sarebbe da leccarsi i baffi nel conquistare i quattro punti mancanti nel mio ruolino di marcia nelle prossime tre partite.

Tanti fattori stanno condizionando negativamente questo avvio di stagione. Un po’ di sfortuna (gli infortuni), un’eccessiva ambizione societaria (poi riveduta e corretta) nel darsi un traguardo stagionale (la metà alta della classifica) che ha creato pressione ad ogni livello, l’incompletezza dell’organico in qualche ruolo nevralgico. Tutti fattori oggettivamente evidenti e su cui è difficile non essere d’accordo. Nella mia analisi vorrei porre l’attenzione su altri due aspetti che non sempre vengono presi in considerazione.

Anzitutto, trovo che in questo momento difficile manchino i leader dello spogliatoio, le bandiere, quei giocatori che per carisma e anzianità societaria costituiscono il punto di riferimento nei momenti di bisogno. Sampirisi, Donati e Paletta (che a turno la scorsa stagione hanno indossato la fascia di capitano) sono andati altrove o non fanno parte del progetto. E oggi, senza fare colpa ad alcuno, non riesco ancora ad individuare chi possa farsi carico di questa leadership caratteriale.

Il secondo aspetto riguarda il modulo. Se tutto gira bene, si vince con qualsiasi disposizione tattica. Ma quando si hanno momenti difficili, quando si subiscono undici reti in quattro gare, quando si è costretti a vedere gli errori che hanno consentito la doppietta di Dybala a Roma, giocare con la difesa schierata con tre giocatori è davvero molto rischioso. Mi sembrerebbe saggio l’utilizzo, almeno temporaneamente, di una difesa con quattro uomini, il modulo più facile da interpretare ed il più utile nel nascondere le pecche attuali. Paolo Corbetta