Serie B, l'analisi di Monza-Lecce 0-1: il passaggio dall’imbarazzo della scelta all’imbarazzo più totale non è mai stato cosi breve
I rimpianti sono davvero molti e il passaggio dall’imbarazzo della scelta all’imbarazzo più totale non è mai stato cosi breve. Il Monza crea, fa la partita, si divora tante occasioni e alla fine perde all’U-Power Stadium con un gol di Massimo Coda su un calcio di rigore molto discutibile. Si tratta della seconda sconfitta consecutiva tra le mura amiche per i biancorossi dopo quella di sabato scorso contro il Pisa.
Stroppa cambia poco rispetto alla trasferta vittoriosa di Pordenone, mettendo il terzetto difensivo Paletta,Carlos Augusto e Donati davanti a Di Gregorio. Sulle fasce Pedro Pereira e Molina, Barberis, Mazzitelli e Machin a centrocampo e coppia d’attacco composta da Valoti e Mancuso, con panchina iniziale per Dany Mota (che a Pordenone aveva riposato).
Tutt’altro discorso invece per Molina: schierato come esterno sinistro, l’ex crotonese ha offerto una prova davvero eccezionale: corsa sulla fascia, ottimi dialoghi con Carlos Augusto e Machin, capacità di liberarsi dalle marcature per poi smistare i palloni in area di rigore cercando il guizzo degli attaccanti che però non arriverà. Cerca gli inserimenti giusti anche Mazzitelli, tenuto in campo per novanta minuti nonostante il giallo ricevuto, vista la sua capacità di anticipare gli avversari ed avventarsi con rabbia a recuperare ogni pallone.
Ancora impalpabile Barberis a centrocampo (schierato nell'inedito ruolo di mezzala): l'ex Crotone si addormenta spesso, sbaglia tanti passaggi, si inserisce sempre in ritardo e permette dei contropiedi relativamente tranquilli al Lecce. Avrebbe anche l’occasione di avventarsi su dei bei palloni in area, peccato che la testa pare averla lasciata negli spogliatoi e Stroppa è costretto a sostituirlo dopo pochi minuti dall’inizio della ripresa. Non è la prima partita sbagliata dall’ex crotonese quest’anno e il dubbio sulla sua titolarità dovrebbe iniziare a vacillare nella testa dell’allenatore.
Stesso discorso in attacco per Mancuso, che sembra il fratello gemello del giocatore ammirato ad Empoli lo scorso anno. Preso a gennaio per la sua capacità di fare gol, sbaglia tutti gli inserimenti, non ha ancora assimilato gli schemi di mister Stroppa e per di più spara in curva un rigore in movimento che poteva davvero cambiare la partita del Monza. L’adattamento del nuovo 11 biancorosso è davvero molto lento e non si può continuare cosi. Discorso diverso per Valoti, che aveva addosso i tre quarti della difesa pugliese e gioca la sua partita con una botta ricevuta sulla caviglia. Difficile chiedere di più, si apprezza comunque l’impegno del nostro nuovo numero dieci.
I cambi hanno dato un qualcosa in più, soprattutto l’ingresso di Colpani al posto di Barberis poteva essere effettuato molto prima, dato che le manovre offensive erano più nitide e veloci, vista l’abilità dell’atalantino di pescare i compagni con i suoi bei filtranti. Mota poteva dare quel qualcosa in più ma non è riuscito ad essere incisivo, cosi come Gytkjaer, che al novantesimo ha avuto l’opportunità di pareggiare, mentre è cambiato poco o niente con l’ingresso di Ciurria. Passa il Lecce all’U-Power Stadium, Monza che non approfitta della vittoria della Reggina contro il Pisa e che adesso è chiamato ad una gara e atteggiamento diverso da mercoledi contro il Parma.