Perché Ibrahimovic dovrebbe giocare nel Monza: l'analisi dei 'pro' e dei 'contro'
“Per aspera ad astra” sentenziavano gli antichi latini, una frase mai come oggi attuale. Il Monza, dopo molte vicissitudini negli anni scorsi, ha trovato la miglior proprietà che potesse sperare e ora sogna giustamente in grande.
Dopo le parole di Cristian Brocchi, rilasciate in diretta a QSVS (qui il link), storica trasmissione di Telelombardia, è lecito sognare il grande colpo di nome Zlatan Ibrahimovic? Secondo il tecnico del Monza è più che giusto, anzi sbagliato sarebbe pensare il contrario: «Nella testa dei tifosi del Monza c’è una sola cosa sbagliata: quella di pensare che non sia possibile. Devo essere sincero, se si guardano i ragazzi della curva e l’amore che ci stanno dando in questo momento penso sia perché hanno capito la nostra società e sanno che potrebbe succedere qualsiasi cosa». Sulla stessa lunghezza d’onda erano state anche le parole del ds Filippo Antonelli, che in anteprima a Binario Sport aveva aperto una porta al possibile colpo (qui il link): «Con questa proprietà tutto è possibile, Zlatan conosce benissimo la proprietà».
VIDEO - Il punto di Simone Schillaci su Ibrahimovic
Ma tralasciando le parole del tecnico e del direttore sportivo del Monza, quanto realmente è possibile un trasferimento di questo calibro? Quali sono i pro e quali i contro?
I PRO: CARISMA, CARATURA, MARKETING, NUOVI ACQUISTI
Apporto carismatico: partendo dai pro, senza dubbio il primo aspetto da considerare è un grande surplus a livello di apporto carismatico. Zlatan Ibrahimovic umanamente è una persona molto dura e molto professionale che allo spogliatoio del Monza, come a qualsiasi altro, farebbe solo bene. I risultati in questi pochi mesi di Milan si sono già visti, con i rossoneri capaci di ottenere dieci risultati utili su dodici, con sole due sconfitte, al contrario del girone d’andata, in cui il Milan aveva fatto molta fatica.
Tasso tecnico: secondo aspetto, di cruciale importanza, è senza dubbio l’aspetto tecnico di questa operazione. Lo svedese fino a qualche anno fa era uno dei top mondiali nel suo ruolo e fino a qualche mese fa è stato in grado di dominare letteralmente il soccer americano. Un attaccante di primissimo livello che alla prima eventuale esperienza in Serie B farebbe la differenza e rappresenterebbe il nemico numero uno di ogni difesa avversaria, nonché il primo punto di riferimento della squadra.
Mossa di marketing: inutile non considerare il considerevole apporto positivo che l’operazione porterebbe nelle casse brianzole, soprattutto in termini di immagine. Ibrahimovic in primo luogo conta milioni di followers sui social e potrebbe rappresentare una sorta di operazione Juventus-Cristiano Ronaldo in scala più piccola. Il Monza, dunque, attirerebbe lo sguardo non solo degli appassionati italiani, vogliosi di vedere una realtà solida nel calcio che conta, ma anche dei tifosi in tutto il mondo, degli appassionati e dei fan di Zlatan, il cui interesse renderebbe il colpo mediatico.
Calciomercato: ultimo aspetto positivo da considerare è quello relativo ai nuovi acquisti. La dirigenza ha dimostrato già nelle scorse sessioni, con colpi di notevole spessore, di sapere inquadrare molto bene i nuovi acquisti, puntellando la rosa con elementi di assoluta qualità. In aggiunta alle grandi competenze dirigenziali già dimostrate, il Monza calerebbe l’asso nella manica con un grande attaccante come Ibrahimovic, che potrebbe diventare uno dei motivi per cui un giocatore vorrebbe sposare ancora più volentieri la causa brianzola.
I CONTRO: ETÀ, ASPETTATIVE, “IBRA-DIPENDENZA”
Età: se consideriamo i pochi aspetti negativi di un’operazione di tale portata è in primo luogo rappresentata dai dati anagrafici. Lo svedese spegnerà infatti ben 40 candeline il prossimo 3 ottobre, un’età decisamente matura. Attualmente non ci sono dubbi sulla sua tenuta fisica, viste anche le ultime uscite con il Milan, in cui Ibra non ha brillato eccessivamente per le sue condizioni ma ha fatto sempre la differenza, tuttavia l’interrogativo è da porsi.
Aspettative: in secondo luogo, aspetto da considerare è il possibile innalzamento delle aspettative da parte della tifoseria. Pensiamo ad un Monza senza lo svedese nel proprio scacchiere: affronterebbe il primo campionato di Serie B dopo molti anni, da outsider ma con tutte le carte in regola per poter ambire subito al grande salto. Un grande salto con Ibrahimovic diventerebbe quasi d’obbligo e potrebbe portare dei malumori se i risultati non dovessero essere in linea con le alte aspettative.
Dipendenza: ultimo aspetto da considerare è la possibile “Ibra-dipendenza”. In tutte le squadre in cui ha militato, Zlatan è sempre stato un punto di riferimento, forse l’unico, del reparto offensivo, motivo per cui ai tempi del Barcellona fu sonoramente bocciato da Pep Guardiola. Ibrahimovic, dunque, se dovesse giocare nel Monza diventerebbe l’unico punto di riferimento dell’attacco, togliendo considerevoli spazi ai più giovani, su cui la dirigenza biancorossa ha costruito l’intero progetto di risalita.
Questi sono solo degli scorci, degli spunti su cui riflettere, perché l’analisi di un’operazione di mercato così importante meriterebbe più variabili da considerare. Dunque, Ibra sì o Ibra no? Sarà solo il tempo a rivelarci la fattibilità dell’approdo di un campione a Monzello, ma per i tifosi l’obbligo è ascoltare le parole della dirigenza e di Cristian Brocchi: se la porta non la chiudono loro perché chiuderla del tutto e non sognare?
Simone Schillaci