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"Vipera", pubblicato da Feltrinelli, è il racconto in prima persona dei quindici mesi trascorsi nel carcere ungherese dopo l'arresto l'11 febbraio 2023, ai margini di una manifestazione antifascista contro il "Giorno dell'Onore". Nel libro, Salis descrive le condizioni disumane della detenzione, le privazioni subite e la forza necessaria per affrontare un processo politico che ha assunto un forte valore simbolico.

Con una scrittura sincera e coinvolgente, l'autrice affronta temi di grande attualità: il significato dell'antifascismo oggi, la repressione politica, il sistema carcerario come strumento di controllo e la solidarietà tra detenuti. Ma "Vipera" è anche un manifesto di speranza: la candidatura alle elezioni europee del 2024 e la sua elezione rappresentano una vittoria collettiva contro l'ingiustizia.

La mobilitazione a Monza e in Italia

L'arresto di Ilaria Salis aveva scatenato un'ondata di solidarietà in tutta Italia, con manifestazioni, appelli e iniziative per chiedere la sua liberazione. A Monza, il Comitato "Liberiamo Ilaria Salis" aveva organizzato una grande fiaccolata nel centro città, coinvolgendo centinaia di cittadini. Il padre Roberto è stato una presenza costante, denunciando pubblicamente le condizioni in cui la figlia era detenuta, come accaduto in un toccante incontro pubblico a Vimercate.

Dall'incubo alla vittoria

Nel libro, Ilaria Salis ripercorre il dramma dei primi 35 giorni di carcere: l'isolamento, la mancanza di beni essenziali e le pressioni subite. "Vipera" è la prima parola che ha imparato in ungherese, riferendosi al bastone telescopico che l'accusa sostiene fosse in suo possesso. La sua storia non è solo una denuncia, ma anche un invito all'azione: "Essere antifascisti oggi non è solo un valore, è una necessità urgente".

Ilaria Salis

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