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Al netto dei soliti criticoni (contenti loro...), nei commenti sui social prevale l’emozione del debutto in serie A. Giusto così, perché il risultato contro un solido Torino non deve cancellare l’euforia della storica novità del calcio biancorosso. Godiamoci ancora un po’ questa bella sensazione e l’entusiasmo di uno stadio finalmente riaperto al completo.
La partita? La sintesi più efficace l’ha tracciata il sorridente Berlusconi a fine gara: il salto di categoria è tosto per qualità e mentalità di gioco, alcuni giocatori sono appena arrivati (Marì e Petagna gli ultimi) ed è la prima partita del campionato.
Qualcosa di buono si è visto, ma bisogna migliorare. E parecchio, aggiungiamo noi.
Nel complesso il Monza non ha sfigurato, ma ha commesso alcuni errori (gravi) in possesso di palla che il Torino ha sfruttato per spezzare l’equilibrio.
Questione di episodi, sì, ma anche di forza fisica (molti i duelli persi), personalità e qualità individuale nella costruzione del gioco. Alla ragnatela dei biancorossi, spesso un po’ scolastica, hanno risposto le fiammate granata sempre pericolose, ispirate da un ottimo Radonjic.
Senza Sensi e Pessina, il centrocampo affidato a Barberis e Valoti funziona poco per questa categoria. E quando il motore gira a regimi bassi, è difficile costruire occasioni da gol e tenere l’avversario sulla corda.
Niente drammi, si volta pagina consapevoli che la serie A è questa. Ci vorrà tempo (e pazienza) per assemblare una squadra profondamente rinnovata, ma ci sono ampi margini di miglioramento.