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I fatti ricostruiti anche grazie alle analisi delle immagini e alle testimonianze

Le Forze dell'Ordine hanno potuto acquisire le prime informazioni anche tramite gli impianti di videosorveglianza attivi nella zona.

L’analisi delle immagini e le dichiarazioni dei testimoni hanno permesso di ricostruire dettagliatamente quanto accaduto. 

Dopo un primo diverbio ed una prima aggressione alla vittima da parte di tre soggetti all’interno del giardino pubblico, verso le ore 20:00, mentre il malcapitato si trovava su via Enrico da Monza, veniva raggiunto dagli stessi tre giovani, uno dei quali, dopo aver recuperato un coltello da uno dei suoi complici, assaliva nuovamente la vittima che riusciva in un primo momento a fuggire verso via Lecco. 

Qui, tuttavia, veniva raggiunto nuovamente dal principale aggressore che lo colpiva con un primo fendente allo stomaco che lo faceva rovinare a terra. La vittima tentava di rialzarsi, ma veniva colpita alla testa con una bottiglia di birra che si infrangeva. 

Un colpo sferrato con forza tale da far perdere quasi i sensi all’aggredito che, nella ricostruzione dei fatti resa agli investigatori, non ricordava nemmeno le altre coltellate, ricostruite solo grazie al referto medico. 

L’azione non portava a conseguenze fatali solo per il sopraggiungere di un amico della vittima che, attirato dalle sue urla, riusciva a far allontanare gli aggressori.

L’ulteriore attività di indagine, condotta con le tecniche tradizionali di analisi delle banche dati, di assunzione di testimonianze e di scambio informativo con le Forze di Polizia del territorio, ha permesso in breve tempo di identificare i tre autori.

Polizia

Chi sono i responsabili del tentato omicidio

L'aggressore principale è risultato essere P.H.B.S., ecuadoriano del 2001 residente in provincia di Varese: lo stesso è stato destinatario di custodia cautelare in carcere.

Il coautore, fornito di coltello è D.C.D.M., ecuadoriano del 2003 residente a Concorezzo: anche per lui custodia cautelare in carcere.

Quindi il cosiddetto ‘palo’, Q.O.B.F., ecuadoriano del 1996 residente a Monza, ma domiciliato a Varese: questi è stato destinatario degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.

Tutti e tre hanno precedenti di Polizia per simili episodi.

L'inquietante frase emersa: ‘Ho degli ordini, devi morire’

È emerso altresì che, nonostante nessuno dei giovani coinvolti sia affiliato alle famigerate bande di “latinos”, la causa dell’aggressione è riconducibile alla semplice conoscenza da parte della vittima di un altro soggetto appartenente ad una gang rivale dei “latin King” di Cologno Monzese, della quale i tre aggressori si sono detti esponenti.

Preoccupante la frase pronunciata dall’accoltellatore mentre infieriva sulla sua vittima: “Ho degli ordini, devi morire”. 

La speditezza delle indagini ed il qualificato tempestivo intervento dell’Autorità Giudiziaria, che non ha mancato di sottolineare come l’azione criminosa sia stata di una “violenza inaudita”, ha portato in brevissimo tempo alla richiesta delle misure cautelari da parte della Procura di Monza ed all’emissione delle stesse da parte del G.I.P. di Monza che ha accolto in toto il quadro probatorio emerso dalle indagini.