Monza - Juventus, il diario del tifoso Cioci: 'Oltre al danno, anche la beffa'
Il racconto del supporter biancorosso Cioci
Torna la rubrica del tifoso biancorosso Cioci. Ecco cosa ci ha scritto il tifoso sulla sfida di venerdì scorso tra Monza e Juventus.
"Caro diario, questa volta non scrivo di una trasferta, nonostante il viaggio per raggiungere il Brianteo sia per noi quasi paragonabile, bensì per raccontarti di un quasi normale giorno di partita infrasettimanale. Dato il giorno, venerdì, e dato l’orario, serale, si decide di partire con largo anticipo per evitare il solito traffico che normalmente ingolfa la strada verso l’autostrada a Bergamo e quella verso lo stadio da Agrate.
Tappa ad un fast-food ad Agrate per la cena “Ma ceniamo alle 18? Io sono uscita da scuola alle 14 ed ho pranzato alle 15:30!” obietta una figlia prima di tornare ad addentare una crocchetta di pollo. Sono gli adattamenti alle trasferte. D’altronde non volevamo arrivare troppo tardi in zona Brianteo per evitare il caos. Ed infatti, nonostante il traffico importante, arriviamo con largo anticipo. Ne approfittiamo per parcheggiare all’Iper, in zona fast-food per evitare la chiusura del parcheggio indicata alle 21, e si decide per un giretto al supermercato. Si incontrano tante sciarpe biancorosse ma anche tante bianconere. Si fa finte di nulla. In fondo è solo una partita di calcio. E poi, per lo più, sono famiglie con bambini che ricordano un po’ le nostre trasferte con il BG-Van.
Un’ora prima dell’inizio si va allo stadio. Ancora praticamente deserto. La partita va e finisce. No, caro diario, non scrivo come è andata o come è finita. So che il titolo di questo mio scritto sembra potersi riferire a questa ma in realtà non è così. E poi della partita ne parlano tutti.
Il danno. Si esce dallo stadio piuttosto in fretta. Aspettiamo giusto il saluto della squadra e non rimaniamo sugli spalti come facciamo di solito. Abbiamo solo voglia di tornare a casa anche perché fradici dalla pioggia presa. Arriviamo al BG-Van alla spicciolata, eravamo sparsi in varie parti della curva ed abbiamo anche fatto strade diverse per arrivare. Una volta tutti a bordo partiamo per il rientro! Faccio manovra per uscire dal parcheggio e… “Perché siamo fermi?” Sono passati forse venti minuti dalla fine della gara e davanti a noi abbiamo qualche macchina ma, soprattutto, un carabiniere che blocca il traffico. Il primo pensiero è che faccia passare un po’ di macchine dall’altra uscita del parcheggio e poi noi ed invece no. Tutto bloccato. Bloccato per almeno venti minuti e senza alcuna ragione perché da nessuna parte c’è alcun traffico di macchine. Incredibile. Qualcuno scende dalla macchina e va a chiedere spiegazioni. Io non vado, sono piuttosto alterato. Chi torna indietro dice “Hanno detto dieci minuti che fanno uscire gli ospiti, ròb de màt!”
Ebbene, chi ha fatto qualche trasferta, anche solo una o due, magari anche delle più vicine come a San Siro o Cremona o Bergamo, sa benissimo che prima di far uscire i tifosi ospiti si fanno uscire quelli di casa e si fanno svuotare le strade intorno. A San Siro, quest’estate non millenni fa, siamo rimasti oltre un’ora in curva e non ricordo quanto per scendere dal terzo anello e aspettare poi che aprissero i cancelli per farci uscire. A Monza nemmeno venti minuti e li lasciamo già andare con tutta la gente nostra che c’è ancora in giro?
Ma non è tutto qui. Alla Guerrina c’è una macchina di carabinieri e due di loro che eseguono il servizio di blocco del traffico dalle uscite del parcheggio. Noi siamo bloccati proprio sopra il sottopasso. Da lì, dopo oltre venti minuti come detto, iniziano ad uscire delle macchine ovviamente di ospiti. Alla faccia della sicurezza, sarebbe stato un attimo lanciare oggetti contro di loro e pure da posizione favorevolissima. Ma aggiungiamoci pure un altro fatto e cioè che per ben due volte, sulla strada principale, sono stati lasciati pascolare dei gruppetti di ragazzotti con sciarpe bianconere che inveivano contro di noi e ci istigavano. Ovviamente la gente non è che si fa insultare così per nulla e gli sono state date degne risposte. Fortunatamente ci si è fermati alla violenza verbale, che ci sta pure visto che il prendersi un po’ per i fondelli è nell’animo del calcio, ma anche in questo caso sarebbe stato un attimo che potesse venire alle mani ed i due poveri cristi di carabinieri non avrebbero potuto fare molto. Solo dopo altri quindici/venti minuti di via vai di macchine e ospiti a piedi arriva un cellulare della Polizia e fa scendere alcuni uomini. Forse si sono accorti, seppur in ritardo, della possibile criticità della situazione. Meglio tardi che mai.
Intanto una fiumana di macchine continua a fluire dal sottopasso. E noi fermi ad aspettare. Quando pensi sia finita, ricomincia. E noi fermi ad aspettare. Solo dopo un’ora, poco più, ci fanno partire ma, anche in questo caso, la sicurezza va in secondo piano visto che lasciano libero il traffico quando ancora stanno uscendo dal parcheggio ospiti e noi ci mescoliamo a loro. La domanda che mi pongo sarebbe “ma se non è necessario ora perché lo era prima?”
Ora, caro diario, ho troppo rispetto per la prefettura, la questura e le forze dell’ordine in generale per dare dei giudizi negativi generici e populistici. Io ho visto il crescere della sicurezza al Brianteo con il passare del tempo. Siamo passati da quattro carabinieri o poliziotti fino a controlli sul territorio che partono dalle uscite delle autostrade oltre che a tutte le strade circostanti. Sono al corrente del lavoro che viene svolto anche in sinergia con altre questure e prefetture per mettere in sicurezza le nostre trasferte. Però sono anche convinto che tutto sia perfettibile. Sempre. Pertanto quello che scrivo qui non vuole essere in alcun modo una critica bensì un’osservazione. Vero, sei il mio diario e pertanto non ti leggerà nessuno, ma lo spirito con cui scrivo rimane.
Bene, per oggi penso di aver scritto abbastanza anche se sono certo di essermi dimenticato qualcosa. Ahhhh, certo, la beffa. Quando siamo ripartiti, quasi un’ora dopo, abbiamo preso la direzione verso Bergamo e le sue valli. Arriviamo finalmente a casa. Bagnati, stanchi, un po’ delusi per la partita e un po’ alterati per il traffico. Stranamente i vari canidi presenti a casa non sembrano particolarmente interessarsi al nostro tardivo rientro ed il solito abbaiare o festeggiare si limita a qualche sporadica richiesta di coccole. Al contrario, in casa troviamo l’intera colonia felina che non lesina miagolii. Sembra quasi festeggiare. Non so perché ma ho pensato che non fosse per il nostro ritorno. Maledetti Gatti…". Cioci_BG