29 maggio 2022: caro Vichingo Gytkjaer, è stato tutto così romantico
Il giornalista Dario Crippa ha parlato del 29 maggio con una dedica al danese
Dario Crippa, firma del Giorno, ha ricordato su Facebook il primo rigore sbagliato da Gytkjaer con la maglia del Monza.
Monza-Spal, serie B, un paio di campionati fa. Il Monza si presenta dopo un mercato roboante, in attacco due capocannonieri, Gytkjaer e Maric. In mezzo la star Boateng. Le cose non andranno come sperato, il campanello d'allarme è il rigore sbagliato proprio da Gytkjaer. Il danese non piace un granché, troppo lento, pochi gol, i tifosi spesso mugugnano. A me invece piace: è umile e intelligente, impara a muoversi anche tra le arcigne difese italiane e ce la mette sempre tutta. L'anno dopo, quando in panchina arriva un allenatore che tenta di giocare in verticale, le cose migliorano, anche se Gytkjaer di gol continua a non farne molti. E tifosi e critici continuano a mugugnare.Ma Gytkjaer non è uno che molla. E come per magia, nel momento più importante della stagione, si trasforma in cigno. Proprio come nella favola del suo connazionale Andersen. Ai playoff infila 5 gol. "Din don, din don, intervengo dall'Arena il vichingo ha fatto gol". La maledizione è spezzata, il Monza conquista la sua prima serie A".
Poi quella storica promozione in serie A:
Nella massima serie, si parte male, 5 sconfitte di fila, un pareggio a Lecce costa la panchina a Stroppa. Dalla primavera arriva un ragazzo senza esperienza, Palladino. L'esordio sarà con la Juventus. Se anche si perde non si può pretendere troppo, in fondo.
E invece il cigno torna a volare. A sorpresa, fa gol e regala al Monza la prima vittoria della sua storia in serie A. E la stagione svolta meravigliosamente.
Ieri Gytkjaer ha giocato probabilmente la sua ultima partita a Monza. E, come congedo, gli hanno lasciato tirare un rigore. Romantico. Ma lo ha sbagliato. Perché Gytkjaer non è un super eroe, si emoziona e come al suo debutto con la Spal forse gli sono tremate un po' le gambe.
Ma dovesse ricapitare, pero', gli farei tirare quel calcio di rigore mille volte, anche sapendo che lo sbaglierà. Perché Gytkjaer è uno come tante volte vorremmo essere noi. Non dei campioni, anzi a volte un po' goffi, bruttini, e un po' fragili perché ci facciamo fregare dall'emozione. Ma se ci impegniamo, possiamo sperare di trasformarci anche noi in un cigno. Anche se per poche, pochissime falcate. Perché se anche Gytkjaer continuerà a sbagliare quel calcio di rigore, sappiamo che sui libri di storia resterà comunque scolpito il suo nome. Quello dell'uomo che un giorno ci portò in serie A e ci fece vincere per la prima volta in quel campionato che sino ad allora avevamo solo sognato. Date retta: questo sì che è romantico.