Trump, i dazi fanno tremare la Brianza: ecco cosa succede all'export locale
Coldiretti: rincari da 91 milioni su cibo da Milano e Monza

Le aziende agricole e agroalimentari delle tre province hanno esportato nel 2024 merce per oltre 450 milioni di euro verso gli Stati Uniti. La città metropolitana di Milano guida la classifica con 422 milioni di euro, seguita da Monza Brianza con più di 20 milioni e dal Lodigiano con oltre 12 milioni in un anno. I prodotti più esportati includono bevande, latticini, carni lavorate, prodotti da forno, oli e grassi vegetali e animali, tutti settori che ora rischiano di subire un forte contraccolpo a causa dei dazi. Coldiretti sottolinea che il rincaro dei prezzi potrebbe spingere i consumatori americani verso alternative più economiche, alimentando il fenomeno dell’italian sounding.
L’italian sounding: una minaccia per i prodotti originali

Il rischio maggiore, secondo Coldiretti, è che i consumatori americani, di fronte all’aumento dei prezzi dei prodotti italiani autentici, si orientino verso i cosiddetti “italian fake”. Negli Stati Uniti, il 90% dei formaggi di tipo italiano, come Parmesan, Romano, Asiago, Gorgonzola, mozzarella e Provolone, è prodotto in realtà in stati come Wisconsin, California e New York, spesso senza rispettare le ricette tradizionali. Questo fenomeno non si limita ai formaggi, ma coinvolge anche olio d’oliva, salumi, passate e sughi, danneggiando l’immagine e il mercato dei prodotti originali. “Un calo nelle vendite creerà danni alle imprese italiane, oltre ad incrementare il fenomeno dell’italian sounding”, avverte Coldiretti.
Danni a lungo termine per le filiere italiane
Oltre alla perdita di mercato, Coldiretti evidenzia un ulteriore problema: il deprezzamento delle produzioni italiane dovuto a un eccesso di offerta, che non troverà sbocchi in altri mercati. Questo impatto, che varia da filiera a filiera, potrebbe aggravare la situazione per le aziende brianzole, già alle prese con un contesto economico complesso. “A questo va poi aggiunto il danno in termini di deprezzamento delle produzioni, legato all’eccesso di offerta senza sbocchi in altri mercati”, spiega Coldiretti, sottolineando la necessità di trovare soluzioni per tutelare un settore chiave dell’economia locale.