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Il Monza, dopo l'incredibile epilogo di sabato contro il Cittadella, riceve il Vicenza. A partire dalla tifoseria passando per giocatori, allenatore e società sappiamo dell'importanza del match contro i veneti. Non tanto per questioni di rivalità, ma per cavalcare l'onda dell'entusiasmo che si è creato. Cosa aspettarsi? Quello che avevamo chiesto prima della gara di sabato e che si è visto in campo. Cuore, grinta e personalità. Sulle qualità di questo Monza non bisogna neanche discutere. Tutti questi ingredienti sono stati determinanti per portare a casa i tre punti. Saranno decisivi anche tra due giorni. Sfidiamo il nostro recente passato: personalmente ho sempre paura quando giochiamo contro l'ex. Spesso è finita come sappiamo. Questa volta, però, è diverso: ho visto e sentito proprio una scossa dal gol di Ciurria che porterà i ragazzi a disputare, seppur tra mille difficoltà, 90' di grande calcio con l'ex Brocchi.
Gli ultimi mesi del mister alla guida del Monza hanno cancellato anche il ricordo di un campionato stravinto sul campo anche se poi conquistato a tavolino per via del Covid. Non dovrà essere una rivincita sull'ex tecnico, ma soltanto una gara fondamentale per prendere ancora più consapevolezza dei mezzi a disposizione e per mettere pressione a chi comanda.
Vista la storia degli ultimi 25 anni del Monza, mi piacerebbe non sentir parlare di 10 finali. A noi le finali non portano bene. Meglio pensare ad una partita alla volta con in testa un solo obiettivo: quello di vincere il più possibile per migliorare la classifica.
Confido tantissimo nelle capacità e nello spirito di Giovanni Stroppa. Siamo sicuri che senza di lui il Monza sarebbe così in alto? Per me ha portato almeno 5-6 punti in più ad una formazione che altrimenti viaggerebbe a ridosso della zona playoff.
Infine, un appello al pubblico: bisogna riempire lo stadio. É una frase banale, ma se non ci riusciamo ora..quando? Subito. Per spingere i biancorossi ad un'impresa difficile ma non impossibile. Ricordiamoci da dove veniamo e cosa abbiamo "sofferto" in questi anni. Non dimentico l'umiliazione con la Valenzana in casa, i fallimenti e la Serie D. Stiamo sognando da alcuni anni a questa parte e solo questo dovrebbe spingere la città ad essere vicina alla squadra e al club. Poi criticare, quando necessario, è giusto. Prima, però, facciamo sentire la voce e mostriamo i nostri colori. Il bianco e il rosso. Marco Este.