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Particolarmente significative sono state le performance delle province alpine, che hanno guidato questa tendenza positiva. Sondrio si è distinta con un notevole +17%, seguita da Belluno con un incremento del 15,4% e da Imperia con il 15,1%. Anche altre province del Nord Italia, come Venezia e Bolzano, hanno mostrato una crescita superiore alla media nazionale.

La posizione di Lodi nella classifica nazionale

Nel contesto di questa analisi, la provincia di Lodi presenta una situazione contrastante. Per quanto riguarda il reddito disponibile pro capite in termini assoluti, Lodi occupa una posizione piuttosto arretrata nella graduatoria nazionale, collocandosi al 65° posto con un valore di 20.091,28 euro nel 2023. Questo dato posiziona il territorio lodigiano nella parte bassa della classifica nazionale, ben distante dai vertici occupati da Milano (34.885,27 euro), Bolzano (31.159,70 euro) e Monza e Brianza (29.452,14 euro).

D'altra parte, analizzando la dinamica di crescita del reddito disponibile tra il 2021 e il 2023, la situazione di Lodi appare decisamente più incoraggiante. La provincia lombarda si colloca infatti al 49° posto nella classifica nazionale con un incremento dell'11,64%, un valore superiore, seppur di poco, alla media nazionale dell'11,2%. Questo posizionamento nella parte centrale della graduatoria suggerisce che, nonostante il livello assoluto ancora contenuto, Lodi sta mostrando una capacità di crescita allineata con il trend nazionale.

Le dinamiche territoriali tra Nord e Sud

Il divario economico tra Nord e Centro-Sud rimane una caratteristica strutturale dell'economia italiana, come confermato dai dati dello studio. Sebbene tutte le aree del Paese abbiano registrato incrementi del reddito disponibile, le regioni meridionali continuano a scontare un ritardo significativo. Nelle province del Sud, infatti, il reddito disponibile pro capite resta inferiore di circa il 15% rispetto alla media nazionale, nonostante in alcune aree si siano registrate performance interessanti, specialmente per quanto riguarda la crescita del reddito da lavoro dipendente (+12,5%). In questo contesto, Abruzzo e Sicilia hanno mostrato i risultati più promettenti, pur rimanendo le retribuzioni medie significativamente inferiori rispetto al resto del Paese.

Le province del Centro Italia hanno invece evidenziato un ritmo di crescita più contenuto (+10,8%), con Roma che si posiziona sorprendentemente al 94° posto nella classifica della crescita, con un modesto +9,5%, uno dei valori più bassi registrati a livello nazionale.

Mobilità nella classifica e potere d'acquisto

Un elemento interessante emerso dallo studio riguarda la mobilità di alcune province all'interno della classifica. Belluno ha fatto un balzo in avanti di ben 10 posizioni, raggiungendo il 23° posto nella graduatoria nazionale del reddito disponibile pro capite. Anche Sondrio ha mostrato un notevole miglioramento, avanzando di 9 posizioni fino al 43° posto, mentre Venezia ha guadagnato 7 posizioni arrivando al 27° posto.

monza città

Non tutte le province, tuttavia, hanno registrato trend positivi: alcune realtà, soprattutto nel Nord-Est, hanno visto un declino nella classifica, come nel caso di Pordenone, Udine e Trieste, che hanno perso posizioni rispetto al 2021.

Va sottolineato, inoltre, che l'aumento nominale del reddito disponibile deve essere letto alla luce dell'inflazione, che nello stesso periodo ha registrato un incremento del 14,2%. Questo significa che, nonostante la crescita dei redditi, il potere d'acquisto effettivo delle famiglie italiane ha subito un'erosione, con un impatto particolarmente significativo per le famiglie a basso reddito. Questo fattore ridimensiona in parte i risultati positivi registrati in termini di crescita del reddito disponibile.

In conclusione, il quadro che emerge dallo studio mostra un'Italia a due velocità, dove il Nord, nonostante le difficoltà congiunturali e l'inflazione, continua a crescere a ritmi sostenuti, mentre il Centro-Sud, pur mostrando segnali di vitalità in alcune aree, fatica ancora a colmare il divario storico che lo separa dalle regioni settentrionali. In questo contesto, Lodi si colloca in una posizione intermedia, con un livello di reddito ancora distante dalle province più ricche ma con una dinamica di crescita che lascia intravedere potenzialità di sviluppo.