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Ai microfoni del Giornale di Vicenza, il tecnico dei lanerossi Cristian Brocchi ha parlato della fase finale del campionato: “La sosta ci voleva. Intanto recuperiamo giocatori come Ranocchia, invece per Contini dovremo fare delle valutazioni, ma è stato importante anche far lavorare quelli indietro di condizione, averli in forma serve per avere cambi validi durante la gara. Pure mentalmente un po’ di riposo ci voleva. Il riposo è parte integrante dell’allenamento. I giocatori non sono macchine, alle spalle avevano 45 giorni intensi anche a livello emotivo. Ha fatto bene pure a me tornare a casa. Alla ripresa l’ho notato dall’espressione dei ragazzi che ci voleva proprio”.

Sull'arrivo a Vicenza.
"A me viene ancora la pelle d’oca se ripenso a quando sono stato chiamato, e non lo dico per prendere qualche applauso, ci ero venuto da giocatore e da allenatore e questa piazza mi aveva sempre colpito. E c’è una cosa che ho apprezzato tanto: io sono arrivato per sostituire quello che a Vicenza è un mostro sacro, Di Carlo, eppure ho avuto subito tanto rispetto, si capiva che l’unica cosa che contava era far uscire il Vicenza da quella situazione e questo per me non ha prezzo. La mia esultanza, quando anch’io ogni tanto mi lascio andare, è semplicemente un gesto di riconoscenza per quanto ho ricevuto. Non ho difficoltà a dire che tutto questo mi ha dato la forza e l’energia per andare avanti nei momenti bui”.