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L'artista dal ciuffo bianco, mentre tesseva l'elogio della propria integrità artistica davanti a una Silvia Toffanin dall'espressione imperscrutabile, ha evocato un ricordo prezioso: i complimenti ricevuti per la sua eleganza mai volgare. Peccato che li abbia attribuiti a "il presidente Piersilvio Berlusconi". Un equivoco che ha generato un istante di smarrimento cosmico, subito intercettato dalla conduttrice con un "Ma Silvio o Piersilvio?". E qui, nel tentativo di correggere il tiro, Malgioglio ha completato l'opera: "Piersilvio... no, il Presidente Silvio. Piersilvio mi direbbe lo stesso".

L'arte della diversione e il ritorno all'ordine

Come un prestigiatore che, dopo aver fatto cadere tutti i conigli dal cappello, distrae il pubblico con una pioggia di coriandoli, Malgioglio ha immediatamente virato verso l'apprezzamento estetico: "Ma quanto è bono?". La Toffanin, consorte del suddetto Piersilvio, con l'economia verbale di chi sa navigare tempeste mediatiche, ha risposto con un lapidario "Tanto", riportando l'ordine nel caos.

Sanremo, la vera casa dei ricordi

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Il discorso è poi scivolato verso lidi più sicuri: il Festival di Sanremo, dove Malgioglio ha brillato accanto a Carlo Conti. Tra ricordi di Raffaella Carrà e veli che "arrivavano fino a Ventimiglia", l'artista ha rievocato anche gli inizi difficili, quando gli dicevano che "non andava bene", ma lui, testardo come solo gli artisti veri sanno essere, rispondeva: "Io sono così, altrimenti non faccio il disco".

I camerini bollenti e altre leggende

Infine, l'ultima perla: quei "camerini bollenti di Sanremo" di cui si è tanto parlato. Malgioglio ha svelato il mistero con la solennità di chi rivela un segreto di stato: "Sì, sono stato io con Topo Gigio". Una confessione che racchiude perfettamente l'essenza del personaggio: sempre sul filo tra il surreale e l'autoironico, capace di trasformare anche una semplice apparizione televisiva in un momento di puro, irripetibile spettacolo.