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Lecce-Monza: brianzoli attesi ad un campo ostico, galvanizzato dal nuovo tecnico dei salentini 

Nell’ultima giornata, i rimpianti in casa Monza sono stati parecchi, in merito alla partita casalinga contro l’Udinese, terminata 2-1 per i friulani. 

Al termine di uno scontro che ha visto il Monza concludere con 26 tiri all’attivo, rispetto ai 4 dei bianconeri che sono bastati per portare a casa i 3 punti. Lo spreco di tutte queste occasioni nell’arco dei novanta minuti mette ancora più in evidenza le difficoltà della formazione brianzola in fase realizzativa. Una problematica non ancora messa a posto da mister Nesta in questo primo terzo di campionato. Un’altra squadra è molto carente nello stesso aspetto dei brianzoli, il paragone è riferito al Lecce che ad oggi rappresenta il peggior attacco del campionato con solo 8 gol all’attivo in 15 giornate. I salentini sono proprio la squadra che, questo fine settimana, ospiterà i biancorossi allo stadio “Via del mare”, nell’anticipo della domenica alle 12.30. Inoltre, la squadra giallorossa è la quarta peggior difesa con 25 gol subiti e dunque quale occasione migliore per gli uomini di Nesta per riscattarsi dalle ultime partite e tornare a gonfiare la rete con regolarità, in uno scontro salvezza?

Tuttavia, con l’arrivo di mister Giampaolo si sono visti dei miglioramenti sia a livello di risultati, 4 punti in tre partite, che in fase offensiva con una media di un gol ogni 90 minuti. Questo cambio di guida tecnica ha portato energia positiva nel gruppo squadra e nella tifoseria, sempre vicina alla squadra e molto calorosa nelle partite casalinghe. Dunque, il Monza deve prendere con le pinze questa partita su un campo difficile dove i dettagli faranno la differenza, contro questo nuovo Lecce.

 

Da un inizio disastroso con Gotti ad un cambio di marcia con il traghettatore Giampaolo

 

Fino a questo momento la stagione del Lecce ha avuto due facce, la prima composta dalle tante difficoltà con mister Gotti. Questa situazione, verificatasi in casa Lecce, è stata inaspettata visto quello di buono fatto dallo stesso allenatore, nella stagione precedente che aveva portato i salentini ad una salvezza tranquilla. I deludenti risultati sono probabilmente legati al calciomercato condotto dalla società salentina in estate. Infatti, il Lecce si è privato di alcuni dei suoi migliori giocatori in rosa. I calciatori in questione sono Pongracic, Gendrey, Piccoli e Almqvist ceduti rispettivamente a Fiorentina, Hoffeneim, Cagliari e Rostov. Attualmente, la mancanza di queste quattro pedine si fa sentire all’interno della squadra giallorossa. Non c’è più un leader difensivo come lo era stato Pongracic, rimpiazzato da Gaspar non all’altezza del croato, un terzino di spinta con un gran apporto alla fase offensiva come lo era Gendrey, a differenza di Guilbert. Inoltre, le assenze dell’attaccante italiano e dell’esterno svedese si stanno facendo sentire tanto in fase offensiva, dove il solo Kristovic segna col conta gocce e non possono certo arrivare solo da lui le reti del Lecce. Tutto ciò ha portato la società salentina a cambiare l’allenatore per cercare di dare una svolta alla stagione per restare in massima serie anche la prossima stagione. Ed ecco la seconda parte della stagione della squadra giallorossa, iniziata da tre settimane con l’arrivo di Giampaolo come nuovo allenatore dei salentini. Il tecnico italiano è tornato ad allenare in Serie A dopo le ultime tre deludenti esperienze con Milan, Torino e Sampdoria. Questo nuovo inizio, fino ad ora, è stato positivo vista la vittoria esterna contro il Venezia e il pareggio casalingo in extremis contro la Juventus. Queste prestazioni hanno un valore ancor più grande visto il poco tempo che ha avuto Giampaolo per trasmettere le sue idee alla squadra.

 

Un modulo atipico per la massima espressione del gioco di Giampaolo

In queste prime uscite, la squadra di Giampaolo è scesa in campo con un 4-3-3 offensivo, con Rafia come centrocampista più avanzato, un modulo diverso da quello utilizzato dal tecnico italiano nelle sue precedenti avventure, il 4-3-1-2. Indubbiamente, il fatto che Giampaolo non sia stato l’allenatore dei salentini dal precampionato e che egli non abbia indirizzato i colpi della società, in base al suo modo di giocare, ha portato il tecnico ex Sampdoria a rimboccarsi le maniche, adattandosi alle caratteristiche dei calciatori di cui dispone, senza però rinunciare ai suoi principali fondamenti di gioco. La mano di Giampaolo si vede già nel suo nuovo Lecce, per via dell’alta aggressione portata dai suoi giocatori nella trequarti avversaria, concetto che fa intendere il voler recuperare velocemente il pallone e riprendere il pallino del gioco. Il tanto possesso palla è sempre stata la caratteristica principale delle squadre di Giampaolo, dotate di un centrocampo di qualità rispetto a quello del Lecce dove gli interpreti in questione sono più bravi nei lanci lunghi che nei passaggi nello stretto.

Giampaolo utilizza il possesso palla per far muovere la difesa avversaria e cercare il lato scoperto dove si deve inserire l’esterno alto o il terzino per andare ad effettuare il cross in mezzo per sfruttare la bravura di Kristovic nel gioco aereo. 

Equilibri del match determinati dal centrocampo

Per evitare guai, i giocatori del Monza dovranno essere bravi a scalare velocemente sugli improvvisi cambi di campo dei salentini e alle sgasate di Dorgu sulla fascia destra che potrebbero mettere in grossa i centrali biancorossi, viste le non spiccate qualità atletiche. 

Inoltre, la chiave di questa partita passerà dal centrocampo dove Bianco e Bondo, con l’aggiunta dei due trequartisti, Mota e Caprari, dovranno essere bravi a prendere le redini del gioco e cercare di superare la prima linea di pressing del Lecce, così da avere tanto spazio da attaccare per cercare di creare pericoli ad una difesa tutt’altro che solida, soprattutto attraverso le incursioni centrali che è la circostanza che ha portato alla maggior parte dei gol subiti dal Lecce di Giampaolo.

 

Federico Guagliumi