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Neanche il tempo di partire, dopo i continui rinvii avvenuti nel 2020, ed il MI-MO crea già polemica. Il salone a cielo aperto ideato da Andrea Levy parte infatti venerdì 10 Giugno, con l’esposizione di oltre sessanta modelli di automobili lungo le vie di Milano, partendo da Piazza Duomo fino al Castello Sforzesco, sfruttando la pista di Monza per prove dinamiche delle vetture. Poco importa se una parte delle vetture che verranno presentate sono a tecnologia ibrida o full-electric, c’è sempre chi, sfruttando l’effetto mediatico della manifestazione, cerca di alzare la voce per fare pervenire le proprie ragioni, in questo caso contro la manifestazione a favore della mobilità sostenibile.

Sono infatti ben 36 le associazioni che hanno sottoscritto un documento in cui richiamano l'attenzione dei cittadini e dell’Amministrazione sulla contraddizione di ospitare e patrocinare un evento come il Milano Monza Motor Show: "Da una parte si incentiva direttamente l'acquisto dei prodotti di oltre 50 brand costruttori, trasformando lo spazio pubblico in un autosalone privato dall'altra Milano tenta di promuovere la sua immagine nazionale e internazionale di città sostenibile e attenta alle esigenze di sicurezza e benessere dei cittadini di tutte le età e le abilità. Per rendere le città sostenibili, sicure, vivibili per tutte le persone, occorre diminuire il tasso di motorizzazione privata, non incoraggiarlo con iniziative che vanno in contraddizione con le linee guida del PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) approvato dallo stesso Comune di Milano nel 2020. Milano è inoltre in evidenza nella rete globale C40 Cities e già nel 2000 aveva sottoscritto la Carta di Aalborg (Carta delle città europee per uno sviluppo durevole e sostenibile). Le città europee (Berlino, Berna, Vienna, Francoforte, solo per fare alcuni esempi) hanno tassi di motorizzazione privata molto inferiori a quello delle città italiane che, come si evince anche dalla recente ricerca di Legambiente Clean Cities (2021), soffrono di un notevole ritardo. L’Italia è uno dei paesi con il più alto tasso di motorizzazione in Europa, con 656 automobili ogni 1000 abitanti (Milano: 495). Se vogliamo uno spazio pubblico più democratico e inclusivo dobbiamo cambiare il modello di mobilità. Sempre meno auto private, più spazio alle persone, a partire dai minori, dagli anziani e dalle persone diversamente abili; sempre più spostamenti con veicoli a emissioni realmente zero, sempre più condivisi, collettivi, silenziosi e sicuri".

Non solo sostenibilità, le auto, evidenziano le associazioni, diventano anche armi improprie: "Le auto sono inoltre armi improprie: quando non rimangono bloccate in un ingorgo diventano sempre più veloci e letali: nel 2019 a Milano sono morte 34 persone, con oltre 10.000 feriti, per un totale di oltre 8.000 incidenti. Pensando alla salute delle giovani generazioni, mai come in questo periodo storico i bambini si muovono così poco: il 73% dei bambini italiani è accompagnato a scuola in auto, anche per brevi tratti, con ripercussioni negative sulla salute psico-fisica, sull’autostima e sulla loro futura indipendenza. Alti sono i costi sanitari e sociali legati all’inquinamento della città (perdita di anni di vita e di giornate di lavoro). L’aria della Pianura Padana è pesantemente contaminata da pericolosi inquinanti prodotti da fonti diverse. Nelle città questi sono maggiormente causati dal traffico veicolare, considerando le emissioni primarie, il secondario e il risollevamento delle polveri. L’usura e l’abrasione di asfalto, pneumatici, freni e frizioni sono fonti inquinanti in aumento e le auto elettriche, da sole, non risolveranno quindi il problema dell'inquinamento e del traffico in città, né gli effetti negativi sul clima. Perché quindi invogliare la gente a comprare ancora più auto, se siamo già al capolinea? Serve invece più coerenza: Milano non può sostenere la sua immagine green e sostenibile se al contempo patrocina un evento come il Milano Monza Open-Air Motor Show. Piuttosto, promuova in sede regionale e nazionale il modello di Città 30 Km/h: una città efficiente, sana, produttiva e sicura per tutte le età e le abilità, con sempre più trasporto collettivo, uscendo dalla logica di città parcheggio e autodromo o, come in questo caso, di città autosalone".

Le associazioni contestano quindi il sostegno di Regione Lombardia e dei Sindaci di Milano e Monza, ai quali chiedono di ripensare al sostegno concesso alla manifestazione.

Questo l’elenco delle associazioni e dei comitati sottoscriventi

Legambiente Lombardia Onlus

Legambici - Legambiente per la mobilità attiva e la ciclabilità APS Milano

Circolo Legambiente A.Langer Monza

Genitori Antismog APS

Rete Vivinstrada

Famiglie senz’auto

MobiGe - Genova

Cittadini per l'Aria

Bike to School

FIAB Milano Ciclobby

Extinction Rebellion Milano

Ciclisti Urbani Rimini

#Genovaciclabile

#salvaiciclisti Bologna

Ecoistituto di Reggio Emilia e Genova

Massa Critica Genova

Rinascimento Genova

Massa Marmocchi Milano

Vas Verdi ambiente e società

Coordinamento BiciPace

Fiab MonzainBici

Ecodallecitta.it

Campagna Strade Scolastiche

Comitato Parco di Monza

Comitato "Villa Reale è anche mia"

Greenpeace Italia

Associazione Salvaiciclisti Roma APS

Kyoto Club

AMoDo - Alleanza Mobilità Dolce

Ciclostile - ciclofficina popolare del Centro Sociale Bruno di Trento

Fridays for Future Milano

Fondazione Luigi Guccione Onlus

Marco Pietrobono Onlus

AIFVS Associazione Vittime della Strada

hub.MAT APS

Fondazione Michele Scarponi Onlus