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Dopo aver fatto paura all’Inter nel match di San Siro di sabato sera, all’U-Power Stadium sabato alle 15 arriverà il Parma di Christian Chivu reduce dal pareggio interno contro il Torino. Arrivato da poco, l’allenatore rumeno ha raccolto 4 punti in tre partite frutto della vittoria col Bologna, la sconfitta di Udine e il pareggio - appunto - contro i granata. Riuscirà il Monza a mettere in seria difficoltà i ducali dopo la prestazione incoraggiante del Meazza? Ne abbiamo parlato con l’ex portiere Alfonso De Lucia che ha vestito la maglia di entrambi i sodalizi! 


-Alfonso, sabato per te una sfida particolare, che vede protagoniste due squadre in cui hai militato. Che partita ti aspetti? 

“Il Parma con l’arrivo di Chivu in panchina sembra abbia avuto una scossa e deve fare di tutto per togliersi dalla zona retrocessione, mentre il Monza sarà sicuramente carico dopo la prestazione di San Siro sabato scorso. 

Due maglie importanti per me, a Parma ho vissuto per più di dieci anni mentre a Monza ho concluso la mia carriera da professionista. Sarà un match molto combattuto, il Parma ha bisogno di punti per staccare ulteriormente dall’Empoli, mentre i biancorossi proveranno a tirarsi fuori dalle sabbie mobili anche se sarà dura. Mi dispiace tanto per il Monza perché è una bella realtà al quale sono molto affezionato”

-Riesci a farci una presentazione dell’avversario? Quali sono i punti fermi dei crociati  e cosa è cambiato dall’esonero di Pecchia e dall’arrivo in panchina di Chivu? 

“Il Parma ha una rosa giovane con degli elementi molto interessanti, tra tutti il portiere Suzuki, Circati, Man e Sohm che hanno delle caratteristiche importanti per fare male. Rispetto al Monza hanno avuto un inizio migliore con Pecchia e poi però hanno avuto un calo di prestazioni. Ora con Chivu sembra che abbiano avuto una scossa” 

-Il Monza è reduce dalla sconfitta incoraggiante di sabato sera al Meazza contro l’Inter campione d’Italia. Come dovrà affrontare invece il Parma, anche lui impegnato nella lotta salvezza? 

“Sarà una partita diversa rispetto a sabato sera perché entrambe le squadre si giocano la salvezza. Il Parma ha bisogno di punti per rimanere sopra l’Empoli quindi giocherà col coltello tra i denti. 

Il Monza dovrà cercare di fermare gli attaccanti del Parma che saranno delle vere spine nel fianco”

Che idea ti sei fatto sul Monza? 

“Purtroppo con la dipartita del Cavaliere, i progetti sono cambiati dato che la famiglia non ha intenzione di investire sul calcio. Galliani rimane un dirigente in gamba ma il portafoglio non è il suo per cui può fare davvero poco. Finché c’era Silvio Berlusconi il Monza era una gran bella realtà visto che sono oltre ai giocatori sono stati fatti importanti investimenti come la ristrutturazione di Monzello e dello Stadio”

-Sei stato un portiere, una domanda non può che riguardare il portiere crociato Suzuki e il biancorosso Turati. Entrambi sono arrivati rispettivamente a Parma e Monza quest’anno. Come ti sembrano?

“La scuola italiana dei portieri sta tornando, Turati lo conoscevo già perché è cresciuto in Italia e ha i mezzi per fare una carriera importante. In questo momento penso che l’ex Frosinone sia uno dei migliori a Monza. Suzuki invece si è adattato molto bene al nostro campionato e ha i mezzi per imporsi e fare anche lui un percorso importante sia  in Italia che in Europa. 

In Italia siamo sempre stati bravi a far crescere i nostri portieri, ad oggi questo è un ruolo che è cambiato tanto rispetto a vent’anni fa ma piano piano stiamo tornando competitivi. In Serie A ci sono tanti portieri forti come appunto Turati, Di Gregorio e all’estero siamo ben rappresentati con Vicario e Donnarumma”

-Sei arrivato a Monza dieci anni fa in una situazione di incertezza economica culminata poi con il fallimento. Di mezzo però il playout vinto con il Pordenone con una salvezza clamorosa. Che ricordi hai di quel periodo? 

“Purtroppo sono arrivato in una situazione complicatissima visto che in società c’erano dei millantatori veri e propri che ci hanno portato al fallimento. Le domeniche prima delle partite venivano i tifosi a portarci il pranzo a Monzello perché i ristoranti non ci ospitavano più e addirittura qualcuno veniva mandato via dagli alloggi perché la società non pagava gli affitti. Dal punto di vista sportivo però fu una vera e propria impresa perché avevamo un gruppo fantastico guidato da mister Pea che nonostante le numerose difficoltà portò a casa una salvezza clamorosa. Tuttora ci sentiamo con gli ex compagni e ho il rammarico per il mio amico Pessina che è fuori per infortunio e che oggi non può dare una mano alla squadra in Serie A. Mi piacerebbe un giorno ritornare a Monza, gli anni della Serie D gli ho sofferti molto e sono stato felicissimo della vostra promozione in Serie A. Siete una bella realtà e mi auguro rimaniate in alto il più a lungo possibile” 

-Tornando appunto alla stagione 2014/15 quell’anno tra fallirono molti sodalizi tra cui proprio Parma  e Monza. Ad oggi la situazione non sembra essersi risolta, in questi anni sono falliti tantissimi club storici come Catania, Bari, Palermo, Modena, Reggina e Ancona. Da poche settimane è stato escluso il Taranto dalla Serie C e altri club sembrano destinati al fallimento. Cosa non va in Italia ad oggi? Come mai si arriva sempre a fine campionato con queste situazioni di incertezza? 

“Si, è una situazione imbarazzante e in Europa ridono di noi. Pensa che in Serie C non è ancora finita visto che dopo il Taranto ci sono club come Turris e Messina che rischiano di scomparire. E sono tutte squadre del girone C. Si tratta di un campionato falsato, i presidenti delle squadre giustamente si arrabbiano visto che spendono soldi per vincere e poi la competizione viene annullata da questi avvenimenti. Giustamente nessuno ha più voglia di spendere soldi quando poi succedono queste cose qua. È inutile poi polemizzare contro le seconde squadre se poi i campionati vengono falsati in questo modo. Ci sono tanti giocatori che si ritrovano senza squadra e con difficoltà economiche perché poi in Serie C non prendi gli stessi soldi della Serie A. Ben vengano le squadre B e che ridiano la giusta competizione ai gironi. È ora che chi sta ai vertici non pensi alla carriera ma pensi a fare qualcosa di concreto. 

-Parlando di te, Monza è stata la tua ultima squadra da calciatore, poi dopo sei stato presidente e allenatore della squadra della tua città natale. Cosa stai facendo oggi e cosa vorrai fare dopo? 

“Ad oggi mi sto dedicando molto alle mie attività qui a Nola. Sono stato presidente e allenatore della Nolese, ho anche preso il patentino sia da allenatore che da preparatore dei portieri e da direttore sportivo. Quando sarà il momento tornerò nel mondo del calcio” 

Antonio Scirtò

l'U-Power Stadium

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