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L'ex centrocampista del Monza Marco Fossati ha rilasciato un'intervista esclusiva al portale nicoloschira.com, in cui ha trattato varie tematiche. Ecco alcuni frame divulgati dal regista brianzolo, classe 1992, attualmente svincolato dopo l'esperienza biennale all'Hajduk Spalato:

"A livello mentale sono tranquillo e fiducioso di quello che arriverà, so quello che ho fatto negli ultimi due anni e mezzo. Mi sto allenando, con un preparatore personale e da solo, e non vedo l'ora di ricominciare. Negli ultimi due anni all'Hajduk iniziavamo a metà giugno e veniva da pensare che era troppo presto per riprendere ad allenarsi, ora invece smanio per trovare una squadra e ripartire".

"Dall'esperienza in Croazia ho ricavato una consapevolezza maggiore, anche a livello europeo. Finchè sei in Italia senti tutto ovattato e si percepisce quasi la paura di andare all'estero. In realtà scopri culture, altri campionati o filosofie che ti sorprendono, com'è successo a me all'Hajduk dove ho conosciuto un club storico e glorioso. Ho avuto l'opportunità di vincere due Coppe di Croazia, giocare i preliminari di Conference e segnare al Villarreal, una grande soddisfazione a livello personale. La Serie A e l'Europa erano alcuni dei miei sogni da giovane calciatore, sto mettendo dei tasselli giusti. Ho 31 anni, ho messo su famiglia e non mi dispiacerebbe affatto tornare in Italia. Quando cresci si creano certe situazioni e, nonostante l'ottima esperienza nell'Hajduk, l'Italia mi è mancata. Tornare a casa sarebbe bello. Preferenze? Vorrei un progetto tecnico che puntasse su di me e sia soddisfacente. Non ho preferenze tra Nord e Sud, ma mi piacerebbe mantenere la Serie B". 

"Balotelli? Al Monza ci siamo solo sfiorati, lui è arrivato e poco dopo sono andato via. All'Inter, dov'ero in Primavera e lui svettava in prima squadra, era incredibile. Mai visto un giocatore così forte. Sono stato il suo primo acquisto del patron del Monza Silvio Berlusconi. Non l'ho mai visto senza sorriso o senza positività, quando veniva nello spogliatoio. Era un piacere vederlo, era sempre sereno o gioioso in qualsiasi situazione o durante le partite. Il suo carattere e la sua indole erano d'ispirazione. Un giorno ci portò nella sua villa e ci promise un quadro per chi collezionava meno gialli o segnava più gol. Aveva una rara generosità. Non sarà facile ripetersi, però hanno messo delle ottime bassi e Galliani è una garanzia: vive di calcio da anni, ha sempre fatto grandi cose e mi aspetto che continui a farle. Pur non essendoci più il presidente, credo che continueranno a crescere".