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Una vittoria senza sorrisi. Una vittoria amara e piena di rimpianti. Una vittoria in un clima di profonda delusione. Una vittoria che aumentò a dismisura la rabbia per la sconfitta di due giorni prima e innescò la miccia per il brutto epilogo della domenica successiva. Una vittoria alla quale il sottoscritto – onesto dirlo subito – non ha assistito. Si capirà il perché. Ricostruiamo la sofferta settimana biancorossa di quell’inizio Giugno 1978. Domenica 4, penultima della Serie B: Ascoli (57 punti) già promosso da tempo, poi clamoroso mischione per gli altri due posti in paradiso: Catanzaro 41, Monza ed Avellino 40, Palermo e Lecce 39, Sampdoria e Ternana 38, Cagliari 37. Ricordiamo che all’epoca la vittoria vale ancora 2 punti e che i biancorossi sono reduci da 3 splendidi successi consecutivi (Rimini, Lecce ed Ascoli). Il calendario propone ai ragazzi di Magni la trasferta nella tana della pericolante Pistoiese. Nel mio cuore si fanno strada sinistri presagi dopo l’atroce beffa di Modena di dodici mesi prima. Sarà addirittura molto peggio: perché in Emilia il Monza aveva orgogliosamente lottato mentre in Toscana balbetta, perché al Braglia si era venduta cara la pelle mentre al Comunale si arrende passivamente avviluppato in una sorta di psicosi collettiva punita dalla doppietta di Ferrari. La seconda delusione consecutiva dà il là a cattivi pensieri e il “non ci vogliono andare” deborda nei bar e nelle piazze. Quelli che la prendono peggio sono gli ultras dell’epoca. Che – di ritorno da Pistoia – vandalizzano il Sada e fanno girare la voce che il resto verrà servito due sere dopo, martedì 6, nel match di Coppa Italia con la Fiorentina. Ho da poco compiuto 14 anni e la mia voglia di Monza si arena contro due scogli insormontabili: il divieto di mamma (informata da papà sul clima infuocato che ci sarebbe stato fuori e dentro lo stadio) e une delle maledette ultime interrogazioni per salvarmi senza spareggi nella quarta ginnasio del Lager-Liceo Zucchi. Mi consolo (parzialmente) ottenendo il permesso di vedere nel tardo pomeriggio Italia-Ungheria dei Mondiali in Argentina. La fase finale della Coppa Italia 1978 si articola in due gironi da 4 squadre dove approdano le 8 vincenti dei gruppi preliminari di fine estate 1977. Il Monza – che si era splendidamente imposto su Lazio, Varese, Ternana e Bologna – è una delle due formazioni cadette (l’altra il Taranto) ancora in lizza. I biancorossi vengono sorteggiati con Inter, Torino e Fiorentina. La lunga e clamorosa rincorsa – dopo una partenza choc – in campionato toglie naturalmente energie fisiche e nervose ai ragazzi di Magni. Che ‘sfruttano’ la Coppa Italia come allenamento di super lusso.

Personalmente vedo al Sada (senza ancora saperlo) l’ultima rete con i colori bellissimi del mio piccolo-grande Gigi Sanseverino (1-3 con il Toro dei gemelli del gol) ed uno splendido primo tempo con l’Inter che vince solo nell’ultima mezz’ora (Anastasi e Muraro). Il Monza è bello e disinvolto anche a Firenze fino al minuto 62 (gol di Della Martira), strappa il primo punto a Torino (Acanfora a 6’ dal termine rimonta il rigore di Mozzini) ed è davvero negativo solo a San Siro dove in poco più di mezz’ora becca tre pappine dai neroazzurri (Muraro, Pavone, Anastasi). Il turno conclusivo con la Fiorentina non ha nessun significato per i biancorossi. Minacce, paura, la partita della Nazionale ai Mondiali fanno il resto ed il responso del botteghino è deprimente: 365 paganti. Invece i viola – che in campionato si sono salvati solo per differenza reti all’ultima giornata in un drammatico 0-0 interno con il Genoa appaiato in classifica – si giocano con l’Inter (di scena a Torino) l’accesso alla finale. Beppe Chiappella, terzo allenatore di una stagione tormentatissima, carica i suoi che vanno subito in vantaggio sfruttando un pasticciaccio difensivo monzese. Barducci e Casarsa sfiorano il raddoppio, la radio gracchia che il Toro non sta regalando nulla all’Inter (0-0) ed infonde speranze agli ospiti che si gettano avanti per migliorare la differenza reti. Lo sbilanciamento è sempre un errore: Blangero con uno slalom ed un angolatissimo rasoterra e Cantarutti con un potente diagonale la ribaltano prima dell’intervallo. Ai fragili gigliati servirebbe una ripresa che non è nelle loro corde: il Monza va sul velluto sino a quando un micidiale contropiede di Acanfora chiude il discorso mandato agli archivi dal generoso rigore che Lanese concede a Sella. Il 3-2 ad una storica squadra della Serie A paradossalmente fa il gioco del partito di quelli che pensano che dietro la mancata promozione ci sia la non volontà societaria. E così domenica 11 dopo l’inutile 4-0 al Taranto (Scaini, Cantarutti e doppietta di Silva) il povero Sada deve subire altri danni. Personalmente preferisco ricordare nitidamente due cose: di aver spento con amarezza la mia fedele radiolina alla notizia del vantaggio dell’Avellino a Genova e di aver fatto tutta la strada del ritorno con le lacrime agli occhi. Perché quando svanisce un sogno non ci si deve vergognare di piangere.

Martedì 6 giugno 1978. Monza, Stadio Sada:

MONZA-FIORENTINA 3-2 (2-1)

MARCATORI: Sella (F) al 1’ pt – Blangero (M) al 33’ pt – Cantarutti (M) al 42’ pt – Acanfora (M) al 32’ st – Sella (F) su rigore al 41’ st

MONZA: Incontri, Pallavicini, Gamba, Beruatto, Lanzi, Zandonà, Blangero (1’ st Lorini), Acanfora, Cantarutti, Scaini, Ronco. A disp.: Conconi, Colombo, Aliprandi, Lainati. All.: Magni

FIORENTINA: Galli, Galdiolo, Zuccheri, Pellegrini, Della Martira (1’ st Bruni), Braglia, Casarsa, Orlandini, Sella, Gola (1’ st Caso), Barducci. A disp.: Carmignani, Rossinelli, Roggi. All.: Chiappella

ARBITRO: Lanese di Messina

NOTE: 365 paganti per un incasso di Lire 1.127.600 

Fiorenzo Dosso