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Siracusa, martedì primo aprile, attraversamento pedonale fra via Nino Bixio e via Umberto I. Considerata la data si penserà ad un qualche scherzo, invece no: è tutto vero.

Mentre mi accingo in compagnia di mia moglie a dirigermi verso la stazione ferroviaria per un'escursione a Ragusa, per un attimo credo di avere una visione. Invece no, chi mi trovo davanti è proprio Giuliano Sonzogni in carne, ossa e… baffi!

La mia breve vacanza fra le sorprendenti bellezze  del versante orientale dell'isola (paesaggi, architetture gotiche, piazze…) non poteva avere miglior ciliegina sulla classica torta.

Con il Monza ancora nel cuore

E' proprio lui: lo saluto, mi presento e scambiamo quattro chiacchiere percorrendo insieme un pezzo di strada. Mi chiede del nostro Monza, in particolare se è vero che la proprietà non mette davvero più soldi e vista la sua aria un po' preoccupata cerco di rassicurarlo dicendogli che i rubinetti restano aperti solo per l'ordinaria amministrazione e si sta cercando un nuovo proprietario, con la “Serie B” che è ormai una realtà con la quale avremo a che fare fra qualche mese. Scuote la testa incredulo e dispiaciuto lasciandosi andare a qualche considerazione su ciò che è diventato il mondo del calcio con le sue spese folli. 

La sua espressione è corrucciata, a riprova che il Monza lui ce l'ha ancora nel cuore.

Anticonformista per antonomasia

Che personaggio Sonzogni! Il mister che vive lontano il più possibile dal suo telefonino « perché la libertà, insieme alla salute, è la cosa più importante», e in questo senso un cellulare può rivelarsi scomodo quanto una moglie che pressa come un terzino (sarà per questo che è rimasto scapolo).  Dopo l'esonero dal Siracusa aveva pensato di andare in pensione e di scrivere un libro dal suo buen ritiro della stupenda Isola di Ortigia dove aveva preso casa, anche se nella sua vita non aveva mai disdegnato alloggi alternativi, come il camper quando allenava il Licata. Titolo «Le mie panchine» - per la cronaca 14 fino a quel momento - firmato Giuliano Sonzogni, sottotitolo «Memorie di un professore plurilaureato del calcio». Ma poi ci ha ripensato ed alla fine di panchine ne ha fatte in tutto 17.
Ha anche lavorato come insegnante di francese nelle scuole superiori e come tutti i docenti non ha mai smesso di studiare sui suoi mitici 21 faldoni costituiti da libri, appunti, giornali, fotocopie (argomenti a scelta tra psicotattica e psicocinetica).  

Fra i ricordi di una vita pallonara anche quello triste di Salerno, dove «per un rigore sbagliato mi hanno incendiato la macchina» o di Siracusa «quando pagavo di tasca mia le trasferte e ci hanno pure menato dopo aver perso uno spareggio per andare in B».

A Siracusa lo amano anche se non ha vinto nulla…

Nei periodi invernali vive tra Siracusa, città che frequenta dal 1994 ed a cui è molto e Zogno in Val Brembana, il suo paese natale. Ma perché proprio Siracusa? Ne ha girati di posti…

Beh, perché l'Isola di Ortigia è una perla e poi perché ancora oggi è molto amato a apprezzato dai tifosi aretusei che lo accolgono sempre in maniera calorosa. Il perché questo affetto? Sonzogni a Siracusa non ha bisogno di presentazioni: allenò i “leoni azzurri” per la prima volta nella stagione 94′ / ’95 dove sfiorò la Serie B perdendola, purtroppo, ai rigori. Nella stagione 2009/10 tornò per dare una mano ma venne poi esonerato lasciando la squadra in quinta posizione. Per i siracusani Sonzogni è stato e rimane  un’istituzione che portò il Siracusa a un passo da quella serie B che manca dal 1952/53. 

Sonzogni si è diplomato geometra ed ha poi conseguito tre lauree in lingue, sociologia e pedagogia che gli sono valse il soprannome di Professore non solo per il suo passato da insegnante, ma soprattutto per il modo di spiegare il suo credo calcistico e di rispondere alle domande dei giornalisti. 

Era il personaggio da intervistare preferito dal compianto Claudio Parma. 

Convinto anticonformista e decisamente fuori dagli schemi (si muove spesso in bicicletta o a bordo di una delle sue auto d'epoca, Maggiolino e Jaguar verde le preferite) fortemente avverso al matrimonio (di lui si è spesso parlato come un novello Casanova…) ed alle mode e dal carattere esigente e fumantino (ha litigato spesso con presidenti e dirigenti) ma preciso e schietto: è celebre il suo rifiuto alla proposta di Boniperti di allenare la formazione Primavera della Juventus, stracciando sotto lo sguardo allibito del presidente bianconero il contratto di tre mesi con l'opzione triennale per un miliardo di lire.

La sua avventura a Monza 

E' stato l'allenatore del Monza dall'estate 2005, allorché da squadra ripescata in C1ha sfiorato la promozione in Serie B perdendo la finale playoff con il Genoa. Nella stagione seguente non è riuscito a sfatare il tabù dei playoff con un'altra sconfitta in finale col Pisa che grida ancora vendetta (e qui ci sarebbe da scrivere un libro…).  

La stagione successiva l'ha visto nuovamente alla guida dei biancorossi, ma dopo le prime partite venne esonerato  e il suo posto preso da Pagliari. A dicembre 2008 è stato richiamato per soccorrere la squadra caduta in pericolose di classifica, prendendo il posto dell'esonerato Marcolin, e all'ultima di campionato (3-3 a Lumezzane)  è riuscito ad ottenere la salvezza.

Al suo attivo le vittorie in due campionati di serie C: Cosenza 1997/98 e Palermo tre anni dopo. 

Se a Monza Giuliano Sonzogni  ha lasciato un po' del suo cuore, noi cantori e tifosi biancorossi non potremo mai dimenticarlo.

Grazie professore e arrivederci, magari ancora a Ortigia!

Lunedì torna Monza una città da serie A

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