Il momento del Monza prima del rush finale, Diego Marturano (Il Cittadino): 'Stroppa l'uomo promozione'
In occasione della sosta del campionato di serie B, è tempo di fare bilanci. Monza-News ha aperto un mini forum alcuni giornalisti monzesi in vista del finale di campionato. Il primo a rispondere è Diego Marturano, collega del Cittadino e di Tuttosport.
- Diego, considerando calendario e classifica, quale sarà la principale antagonista del Monza e perché?
La Cremonese ha un calendario “facile” nelle ultime giornate, perché incontra formazioni che potrebbero non avere più nulla da chiedere al campionato, già retrocesse o già salve. Il progetto grigiorosso è un interessante mix di giovani (in prestito) e giocatori d’esperienza. Il Lecce era la favorita all’inizio e lo rimane anche ora, a prescindere dal momento di flessione che, come spesso è capitato in Salento, arriva alle porte della primavera: ritrovata un minimo di condizione, ci saranno anche i giallorossi per la promozione diretta. Il Pisa invece sta bene, ma per calendario avrà la strada più complicata con tanti scontri diretti (al pari del Monza), compresa la trasferta in Puglia del 25 aprile.
- Monza che ha una rosa molto profonda a differenza delle altre: quale 11 ha dato per ora più affidamento e con quale modulo?
Partendo dal modulo, non si è visto molto altro a parte la difesa a 3, che sembra il naturale schieramento di questa rosa. Di Gregorio è una certezza, così come Paletta. Come dicono in America, “unpopular opinion”: Carlos Augusto nei tre di difesa dà alla squadra una dimensione più moderna e soprattutto consente di tenere D’Alessandro largo sulla sinistra, uno da far giocare anche zoppo nella speranza si riprenda presto. Come braccetto di destra Donati ha avuto un grande inizio di stagione, ora è in flessione, ma con lui e Sampirisi il ruolo è pienamente coperto. Esterno di destra, vedo Molina, perché Pedro a tratti ha deluso e i due appena citati sono più adatti a compiti difensivi. A centrocampo la fisicità di Mazzitelli è ormai irrinunciabile (ma Barberis sempre pronto), così la fantasia e lo stato di forma di un Ciurria inarrestabile una volta reinventato da Stroppa nel ruolo di mezzala. Il terzo, anche per aiutare il centrale con compiti di manovra e regia, deve essere Valoti. In attacco, Mota Carvalho è il più talentuoso, Gytkjaer il più in forma, Mancuso il fiore pronto a sbocciare. Due su tre, concedetemelo.
- Chi può essere l'uomo promozione e perché?
L’uomo promozione può e deve essere Giovanni Stroppa. In una squadra che ha faticato a trovare il giusto equilibrio, per tantissimi motivi, il timone è sempre stato tenuto a dritta dall’allenatore, nonostante le critiche ricevute, talvolta anche assennate. Ha preso delle decisioni e ha fatto delle scelte, pure innovative, che hanno pagato. Quando ha sbagliato ha saputo tornare indietro. Ora deve trovare il modo di gestire il finale di stagione con tutte le pressioni del caso. Per parlare di provvidenza, termine molto caro a Galliani e Daniele Massaro, Ciurria è decisamente l’uomo del destino.
- Quanti punti dovrà fare il Monza da qui a fine campionato per centrare l'obiettivo serie A?
Qualcuno ha messo la quota promozione a 68/70 punti. Storicamente sono quasi sempre bastati. Per il Monza vorrebbe dire due punti a partita, vittoria in casa e pareggio in trasferta (come si faceva negli anni ’80). Il timore però è che con una situazione così congestionata in vetta, potrebbe succedere veramente la qualunque e dunque sarebbe meglio chiudere i conti con almeno quattro vittorie, con attenzione a non perdere negli scontri diretti. Non facile, ma possibile. Con cinque vittorie il conto sarebbe quasi certamente chiuso, una vera impresa.
- Cosa saresti disposto a fare in caso di promozione in A?
Bellissima domanda, non ci ho mai pensato e non saprei nemmeno da dove cominciare a farlo. Da quando hanno messo l’ascensore al Brianteo in epoca Berlusconi, salire al piano della tribuna stampa (che si trova nel punto più alto di tutto lo stadio, giova ricordarlo) è molto più comodo e i giornalisti si sono impigriti. Qualcuno addirittura prende l’ascensore anche a scendere. Potrei farmi le scale di corsa (verso l’alto) e probabilmente svenire sostenendomi alle telecamere delle televisioni appena fuori dal tunnel.