Hervè Otelè (Giana): 'Il calcio in Italia è diverso da quello francese. D'Errico un capitano esemplare, al Brianteo...'
Mancano due giornate alla fine del girone di andata e il Monza ha davanti a sé ancora due avversari da affrontare: la Giana Erminio e il Pontedera. 6 punti a disposizione in totale e 32 che separano i biancorossi dall'ultima in classifica, che si prepara a venire al Brianteo e a disputare una partita che per alcuni è considerata un derby vista la vicinanza tra le due città, Monza e Gorgonzola. La Giana, pur essendo una squadra che ha sempre dimostrato il suo valore e potenziale, quest'anno risulta avere maggiori difficoltà degli scorsi anni e proprio per questo arriverà al Brianteo agguerrita e desiderosa di fare punti. In vista della partita abbiamo intervistato Hervè l'ex biancorosso Otelè, giocatore biancorosso, classe 2000, in prestito alla Giana fino al 30 giugno 2020.
Hervè Otelè, ormai sei da qualche anno in Italia: cosa ne pensi del calcio italiano?
Il calcio italiano è molto diverso da quello francese, qui si predilige la tattica ed è una cosa che, vista la mia età, devo migliorare tanto. Il gioco qui è molto aggressivo e non c’è tempo per recuperare o per osservare cosa fanno gli altri, si va davvero a cento all’ora e non si deve perdere il passo se non si vuole rimanere indietro.
Cos'altro c'è di diverso rispetto alla Francia?
In Francia abbiamo un sistema dove tutti i giovani vivono, dormono insieme e vanno a scuola insieme, qui non è cosi. Da noi non esiste la Berretti, gli Allievi, per ogni età e ogni comune c'è un campionato. Alla fine poi i primi in classifica si sfidano nelle fasi finali e i giovani promettenti giocano nella seconda squadra.
Dopo l'esperienza al Monza, come ti trovi alla Giana?
Mi trovo molto bene anche se è un ambiente totalmente diverso dal Monza. Credo che sia il posto giusto per crescere e migliorare come prima esperienza tra i professionisti. È un ambiente positivo dove i giocatori più grandi di me mi aiutano, mi consigliano senza mai rimproverarmi. L'unica cosa che non sta andando adesso è la classifica, ma sul resto non posso lamentarmi.
C'è qualche giocatore del Monza che ti manca?
Primo tra tutti, mi manca molto Ciccio, (ndr Andrea D’Errico), è veramente un capitano esemplare, sempre molto attento e pronto a dare consigli e a scherzare tanto. Oltre a lui sicuramente Brighenti perché si allena sempre tanto e non c'è giorno in cui non ti aiuti o non ti dica come migliorarti sul campo. Infine non posso non dire Sommariva, un caro amico, che, pur essendo molto chiuso e riservato come ragazzo, mi è sempre stato vicino e abbiamo creato un bellissimo rapporto.
Ti senti più africano o francese? C'è un giocatore a cui ti ispiri o che reputi un idolo?
Io sono nato in Camerun ma la Francia mi ha dato tanto, quindi non sento di poter scegliere la mia preferenza. Ho iniziato a giocare in Camerun per cui il mio idolo è sicuramente Samuel Eto’o, anche lui camerunese che si è fatto conoscere poi in tutto il resto del mondo, diventando un grande campione.
Quale ruolo ti rappresenta di più in campo?
Sono un attaccante di fascia, mi piace essere un esterno d'attacco ma al Monza, Mister Brocchi ha provato a farmi giocare come terzino nella partita contro il Como, dove sono uscito per crampi, ma è andata bene anche in quel ruolo.
Perché siete in questa posizione in classifica? Vorresti giocare di più?
Personalmente credo che non ci siano grandi nomi nel girone tranne il Siena e il Monza ma è molto livellato, perché l'ultima in classifica può vincere contro la prima, non ci sono risultati scontati e qui sta la difficolta nel fare risultato ogni domenica. Vorrei giocare di più, penso come tutti, ma so che sono giovane e devo crescere per diventare un giocatore esperto.
Che effetto ti farà tornare al Brianteo? Che partita ti aspetti di vedere?
Sicuramente mi verrà un po' di malinconia perché ritorno nel campo della mia società di appartenenza però ora sono alla Giana quindi spero che la mia squadra porti a casa almeno un pareggio, magari proprio con un mio gol.