Verso il processo per gli abusi edilizi della FanZone al GP di Monza: la decisione a maggio
L'ex rappresentante dell'autodromo e il direttore dei lavori rischiano il rinvio a giudizio per le opere nel Parco Reale
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Al cuore della controversia si trova un campo da padel di considerevoli dimensioni (40x30 metri), realizzato con una struttura prefabbricata in cemento armato semplicemente appoggiata sul terreno, accompagnato da un container di 3x6 metri con un'altezza di 2,5 metri. Secondo quanto sostenuto dall'accusa, queste strutture sono state realizzate in tempi estremamente rapidi in un'area particolarmente sensibile dal punto di vista ambientale e culturale: si tratta infatti di una zona sottoposta a vincolo paesaggistico e monumentale all'interno del prestigioso Parco Reale di Monza.
I principali indagati in questa vicenda sono l'ex rappresentante legale dell'autodromo di Monza, Alessandra Zinno, e Umberto Andreoletti, che ha ricoperto il duplice ruolo di committente e direttore dei lavori.
Il percorso legale e le prossime tappe
Nonostante i ripetuti tentativi della Procura di ottenere il sequestro preventivo della FanZone nel corso del 2023, le richieste sono state respinte dal giudice per le indagini preliminari di Monza.
Questo ha permesso lo svolgimento regolare delle celebrazioni per il centenario del Gran Premio, evitando l'interruzione delle attività programmate nell'area contestata. Ora, il caso ha raggiunto una svolta significativa con la richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati. La decisione finale spetterà al giudice del Tribunale di Monza nel maggio prossimo, quando verrà stabilito se procedere con il processo formale o archiviare le accuse.