Il momento del Monza prima del rush finale, Matteo Delbue: 'Per la promozione punto su Dany Mota, saranno tante le avversarie per la A'
In occasione della sosta del campionato di serie B, è tempo di fare bilanci. Monza-News ha aperto un mini forum alcuni giornalisti monzesi in vista del finale di campionato. Ecco il punto di vista di Matteo Delbue, giornalista de 'La Gazzetta dello Sport'.
Matteo, considerando calendario e classifica, quale sarà la principale antagonista del Monza e perché?
"Nella Serie B più imprevedibile di sempre è difficile fare pronostici. Ciascuna delle Sette Sorelle ha un’arma che la fa sperare: la Cremonese ha la voglia di tanti giovani rampanti, il Pisa non ha mai mollato, il Monza ha la società più vincente e ambiziosa, il Lecce ha il capocannoniere del torneo, il Brescia ha la voglia di dimostrare di Corini, il Benevento un attacco mostruoso e il Frosinone ha la possibilità di girare a proprio favore i tanti sconti diretti di questo finale di stagione".
Monza che ha una rosa molto profonda a differenza delle altre: quale 11 ha dato per ora più affidamento e con quale modulo?
"Negli scorsi giorni, Adriano Galliani ha citato Dan Peterson che sosteneva che nel basket le partite si vincono con i primi 5, gli scudetti e le coppe con i secondi 5. E sulla capacità di sfruttare l’intera rosa Stroppa ha dimostrato di essere un maestro".
Chi può essere l’uomo promozione e perché?
"Di pancia dico Dany Mota: stravedo per lui e ho la sensazione che in questa stagione abbia ancora da dimostrare il suo talento. Però il film del campionato sta facendo vestire a Ciurria i panni dell’uomo della provvidenza: il suo gol al Cittadella è stata l’immagine di un Monza che non molla mai".
Quanti punti dovrà fare il Monza da qui a fine campionato per centrare l’obiettivo serie A?
"Se dovessero mantenere la media punti tenuta finora, la Cremonese chiuderebbe a 72/73, il Pisa a 71/72, il Monza a 70/71. Chi riuscirà ad arrivare a 75 punti festeggerà sicuramente".
Cosa saresti disposto a fare in caso di promozione in A?
"Lo dichiarai già in occasione del Centenario in un’intervista al Cittadino, quando ancora la Serie A era un’utopia: tatuaggio del 1912 insieme a mio fratello Marco".