Soliti sbagli, troppi limiti: il Monza perde 2-0 contro la Juventus, la B è a pochi millimetri
I biancorossi cadono all'Allianz Stadium contro la Vecchia Signora, giocando in superiorità numerica nella ripresa ma senza incidere. Nico Gonzalez e Kolo Muani decidono la gara. L'analisi del match.

“La sconfitta favorisce la meditazione: ci si chiede il perché della sconfitta, si fa un esame di coscienza, si analizza il lavoro fatto".
Jorge Bergoglio, il papa della gente, ha sempre mostrato sensibilità e vicinanza nei confronti dei vinti, degli emarginati, dei deboli. E lo ha fatto con semplicità, rieducando i valori umani verso la tenerezza e l'incontro, lontani da quella cultura dello scarto che ha, progressivamente, intaccato il fare comune, il modo di pensare, l'agire.
Da una sconfitta si può sempre imparare qualcosa, esattamente come ribadiva il Dalai Lama, invitando a riflettere sulle cadute dalle medesime cadute: “quando perdi non perdere la lezione”.
A volte, purtroppo, i buoni propositi e le analisi si scontrano con la nuda realtà, inchiodata nell'immobilismo frenetico e in una visione distorta delle cose. Da cima a fondo, dall'alto al basso, senza esclusioni.
È questa la stagione dei brianzoli, un lungo incedere di immagini, piatte e daltoniche, con pochissima profondità, messa a fuoco ridotta e un'alterata percezione dei colori.
Nella scala cromatica, al netto del bianco e del rosso presenti sulle maglie, il nero e il grigio sono i colori chiave degli ultimi 13 mesi briantei, scanditi da sconfitte in campo e da una coltre di nebbia sui cieli societari.
Elementi che condizionano il percorso e, nel caso specifico del Monza, lo compromettono inevitabilmente, con la promozione in A nel 2022 a lasciare la scena a una discesa in B ormai imminente.
Dallo zenit al nadir, fra gioie immense e una valanga di rimpianti, a partire dall'annata attuale, dove il rammarico per non aver mai lottato per la salvezza è gigantesco, soprattutto in un campionato livellato (al gioco del ciapanò) e con dirette concorrenti alla portata.
All'Allianz Stadium di Torino si consuma l'ennesima debacle del Monza, con la Juventus vittoriosa per 2-0 grazie alle reti di Nico Gonzalez e Kolo Muani. Un risultato maturato nel primo tempo e mai in discussione, nonostante una ripresa giocata in superiorità numerica dai biancorossi, complice l'espulsione per fallo di reazione di Yildiz su Bianco.
Soliti problemi di lettura e uno stuolo di abbagli ricorrenti, dalla mancanza di carattere e cattiveria a un gioco sterile che si scioglie completamente nella trequarti avversaria, con un giro palla orizzontale a ridurre l'indice di pericolosità, i tiri in porta e le occasioni da gol.
All'Allianz Stadium finisce con lo stesso score dello scorso anno, 2-0 per la Vecchia Signora e brianzoli battuti.

Bianconeri aggressivi, biancorossi in affanno
“Difendere un’intera stanza è difficile, mentre è più semplice difendere una sedia”.
Nel Cruijff pensiero l'idea di "stringere" o "rimpicciolire" il campo è sempre stata una costante, con la complessità di coprire lo spazio esteso e ridurre la pressione avversaria.
È più facile difendere quando il campo da coprire è piccolo, ma è altrettanto importante applicare le tattiche individuali all'interno di un sistema per farlo funzionare correttamente.
Ma il calcio, sempre secondo l'olandese volante, è uno sport di errori e chi ne fa meno vince.
All'Allianz Stadium il Monza sbaglia più della Juventus e rimedia il decimo ko consecutivo in campionato, disputando una gara minimale, infruttuosa e leopardiana. E in quella sfera di pessimismo si annidano sfiducia, morale azzerato, poca tranquillità e tante difficoltà: malanni cronici che, ormai, persistono da inizio stagione e non sono mai stati superati. Anzi, al contrario, hanno peggiorato gradualmente la situazione.
Nesta si affida all'1-3-5-2, con Turati tra i pali, Pereira, Caldirola e Carboni nel terzetto arretrato, Birindelli e Kyriakopoulos sulle fasce, Castrovilli, Bianco e Akpa nel mezzo, Mota e Caprari in attacco.
Tudor conferma l'1-3-4-2-1, con Di Gregorio in porta, Kalulu, Veiga e Kelly in difesa, Locatelli e Thuram in mediana, McKennie e Cambiaso sugli esterni e tridente formato da Nico Gonzalez e Yildiz a supporto di Kolo Muani.
La Juventus parte con aggressività e determinazione, impostando una gara uomo su uomo, di grande ritmo e intensità, con combinazioni rapide a creare scompiglio al Monza.
L'ampiezza è il perno tattico dei bianconeri, un mezzo per attaccare verticalmente muovendo palla da un lato all'altro del campo alla ricerca dell'imbucata.
Al 5' Kolo Muani in rovesciata testa il riflesso di Turati che, attento, allontana il tiro. Al 7' Birindelli recupera palla nella sua area e si distende in ripartenza, ma la sua conclusione dai 16 metri è arpionata agilmente da Di Gregorio.
Al 10' la formazione di Tudor passa in vantaggio: Nico Gonzalez riceve la sfera da Locatelli, Kalulu incrocia la sua traiettoria oscurando Birindelli e liberando lo spazio per la giocata del compagno. L'argentino taglia internamente, supera Akpa-Akpro (troppo fermo nella circostanza) e fa esplodere il suo mancino dalla distanza, con Turati in ritardo nel tuffo. Palla nell'angolino e 1-0 bianconero.
Al 23' Kolo Muani sciupa una clamorosa occasione, ma è al 33' che la Juventus raddoppia in contropiede. Il Monza attacca sulla trequarti, Mota si fa anticipare da Thuram, Pedro sbaglia lo stop e mette in moto Yildiz che, pulisce palla e la scarica nel mezzo al centrocampista francese. Box to box del 19 bianconero, con Pereira e Akpa che non affondano il tackle, assist per Kolo Muani, con Bianco che scivola sull'intercetto, e piazzato sul secondo palo dell'ex PSG. 2-0 e partita in ghiaccio.
Ripiego disastroso da parte del Monza, con una transizione negativa traballante che è la fotografia oscura della stagione biancorossa, con valanghe di sbavature a favorire le reti avversarie.
Al 45'+1', nel tentativo di sbarazzarsi dell'avversario, Yildiz rifila una gomitata a Bianco e riceve il rosso diretto da Perenzoni dopo l'OFR.
Nella ripresa il copione si ribalta, ma il risultato rimane inalterato.
Il Barone Liedholm sosteneva che “in 10 si gioca meglio”, perché chi è sotto di un uomo può sfruttare al meglio le proprie energie e compattarsi con senso di unità.
Ed è ciò che fa la Juventus, accorciando le distanze tra i reparti e disponendo una linea arretrata a 5 con 3+1 in avanti.
Squadra raccolta, spazi ristretti, massima attenzione: i padroni di casa blindano l'area di rigore e l'ex Di Gregorio non si sporca quasi mai i guantoni, ad esclusione di due colpi di testa, prima Birindelli e poi Caprari, neutralizzati senza preoccupazione.
Al contrario, in superiorità numerica, i brianzoli manifestano tutti i loro limiti, in particolare nel dare concretezza alla manovra, con costruzione e sviluppo a generare trame troppo orizzontali e poco verticali. Gli ospiti consolidano il possesso, mentre la Juve sfrutta le ripartenze e al 58' è Nico Gonzalez a sciupare il colpo del 3-0, con Turati reattivo nella respinta.
Nesta opta per il 4-2-3-1 con Forson a sinistra e Petagna vertice alto, ma la musica non cambia, anche con l'ingresso nel finale di Sensi e Ciurria in mediana e Vignato a sinistra.
Il Monza palleggia ma lo fa in modo prevedibile, allargando il gioco sui lati e provando la soluzione dei cross da fondo con un attaccante in più in area. Tutto troppo prevedibile, un andamento lento con scarsa convinzione e nessuna incisività, senza sussulti offensivi o iniziative individuali a rompere le linee.
Dopo 4' di recupero Perenzoni fischia tre volte: Juventus-Monza termina 2-0.

The End of The Tour
“Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie”.
Le parole usate da Ungaretti nella poesia “Soldati”, staccate dal suo contesto d'origine, rispecchiano esattamente lo status fragile del Monza, un club incartato da una precarietà tout court, tecnica e gestionale.
Nelle ultime 43 partite ufficiali di Serie A, e quindi dopo l'ormai celebre Monza-Cagliari 1-0 del 16 marzo 2024, i biancorossi hanno rimediato 29 sconfitte, 12 pareggi e soltanto 2 vittorie. Numeri disastrosi. Numeri che inquadrano la caduta libera della squadra in termini di risultati, stimoli, motivazioni. Un omologazione verso il basso che denota l'esigua predisposizione a combattere per raggiungere l'obiettivo, dopo due salvezze conseguite con largo anticipo.
Coperta corta, sogni svaniti, conti puliti, squadra svuotata, retrocessione consacrata: il Monza si è spento e attende soltanto che la matematica renda ufficiale ciò che da mesi era ufficioso, ovvero il salto all'indietro nella seconda serie del calcio italiano.
The End of The Tour, tanto per citare il titolo dell'omonimo film su David Foster Wallace.
Proprio lo scrittore americano diceva che “il gioco riguarda la gestione della paura", e aveva ragione. La stagione 2024/25 rappresenta la fine di un viaggio meraviglioso, iniziato da Silvio Berlusconi e concluso all'insegna di una costante apprensione, unita al caos e all'impossibilità di arginarlo, che ha spalancato i cancelli della cadetteria.
La prossima gara all'U-Power Stadium contro l'Atalanta, con altissima probabilità, sarà quella decisiva e poi la Serie B diventerà certezza.
Per il Monza è il momento di voltare pagina, di riflettere, pianificare, programmare con criterio, riordinare le idee e ricostruire un progetto, tra addii certi e conferme auspicate (poche ma buone). Il tutto, presumibilmente, con una nuova proprietà che possa riaccendere l'entusiasmo e donare al Monza partecipazione (attiva), stabilità e ambizioni. Con la speranza di tornare al più presto competitivi e ritrovare quello spirito biancorosso che è cuore, passione e essenza del club.
A cura di Andrea Rurali