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Monza - Conobbi Matteo Barattieri, l'ambientalista monzese ucciso da un'auto pirata negli Usa nei giorni scorsi, da giovane quando con gli amici andavo al Parco a giocare a calcio e lui era spesso lì. Ci siamo sfidati più volte. Era in gamba, grande corsa generosità e un buon tocco di palla. Ogni tanto mi rimproverava perché diceva che non giocavo per la squadra, aveva ragione e negli anni a seguire feci tesoro di questo suggerimento. https://www.monza-news.it/notizie/morte-barattieri-parla-il-fratello-matteo-odiava-le-auto-stiamo-lavorando-per-riportare-a-casa-la-salma/ Lo persi di vista per tanti anni, fino a quando non mi imbattei in una visita in centro Monza, organizzata da lui. Da li ci siamo rimessi in contatto e chiacchierammo di calcio. Lui era milanista, appassionato di calcio inglese (ammirava il grande Nottingham Forest degli anni 70 e non solo) e in uno degli ultimi scambi mi disse che il suo giocatore preferito era Liam Brady rispetto a me che amo George Best. Lo intervistai qualche anno fa (stiamo recuperando l'intervista nel nostro server), ed era contento dell’arrivo di Galliani e Berlusconi perché sperava che ristrutturando lo stadio tutti gli eventi che si svolgevano al parco potessero essere spostati all’ U Power Stadium” e mi invitò alla serata che aveva organizzato con altri amici per ricordare il grande giornalista Gianni Brera. Il Parco, la natura e la tutela dell’ambiente, per la quale ha lottato fino alla fine. Non si è mai arreso, convinto della sue idee che con coerenza ha sempre portato avanti, risultando a volte magari antipatico, ma sempre in linea col suo pensiero. Una persona vera, Matteo. Il suo sapere e la sua passione sono un patrimonio che negli anni ha donato a migliaia di giovani e ed adulti e ora quello che tocca a tutti a nostra volta, passare la sua cultura in modo che tutto il suo lavoro non vada perso e venga tramandato in eterno. Mi mancheranno i nostri dialoghi e cercherò di portare avanti un argomento sul quale eravamo perfettamente d’accordo e sul quale bisogna lavorarci. Far praticare tanto sport ai ragazzi giovani, perché lo sport aiuta i ragazzi, li tiene impegnati, li aiuta a stare insieme, a confrontarsi ed integrarsi con altri giovani di qualsiasi ceto sociale e a stare lontano dalle cattive compagnie e strade che anche dovessero prenderle, per farli ritornare sulla retta via, la punizione deve essere fare sport, che e’ un medicina che all’estero in certi paesi sta funzionando. Matteo non smetteva mai di ripeterlo, come invitava tutti a prendere la bicicletta e ad andare in giro a piedi, poiché Monza è facilmente girabile e si abbassavano in contemporanea smog e il traffico. Ci ha lasciati troppo presto, in America dove era andato a seguire il suo gruppo musicale i “Blondie” altra sua grande passione; il suo patrimonio culturale, la sua memoria, le sue storie, le sue battaglie, il suo essere se stesso sempre e comunque rimarranno nei nostri cuori per sempre. Grazie Matteo!