Passo e chiudo - Al Monza manca uno zoccolo duro
Monza - Giusto una settimana fa il Monza ha fornito una pessima prestazione a Lecce, perdendo meritatamente per 3-0. Si pensava che, dopo la rimonta con il Pordenone, si fosse intrapresa la strada giusta, ma purtroppo non è stato così. Ora bisogna riprendersi subito perché questi punti, alla fine del campionato, peseranno come oro e lo abbiamo visto lo scorso anno.
Una riflessione. A mio parere, a questo Monza, manca anche uno 'zoccolo duro', una colonna portante di giocatori di Monza. Gente nata e cresciuta in questo territorio che può, ai nuovi arrivati, indicare i valori e la storia della città, della squadra e anche della tifoseria.
Quando Berlusconi prese il Monza, disse la famosa frase: "Voglio giocatori solo italiani senza tatuaggi”, ma oggi un ragazzo senza un tatuaggio fai fatica a trovarlo anche tra i ragazzini.
Il suo messaggio era sempre, secondo una mia lettura, quello di creare una squadra come fece al Milan, partendo da un’ossatura di giocatori cresciuti nel Monza e poi completata da acquisti di altri campioni. Non è semplice, perchè di calciatori come Baresi, Costacurta, Filippo Galli, Maldini ed Albertini ne nascono pochi. Ma anche il Monza ha avuto le sue belle bandiere: penso al 'mitico' Saini, ma anche Fontanini, Bolis per far dei nomi.
Questo manca al Monza, in questi due anni, sono stati acquistati tanti giocatori validissimi, togliendo mano a mano i giocatori che ci avevano portato dalla serie D alla B. Certo non tutti erano idonei a giocare in B, se ambisci alla A, ma qualcuno lo dovevi tenere, come Fossati o Ciccio D’Errico al quale sono molto legato. Inizialmente lo criticai perché ritenevo che non desse in campo quanto doveva, poi con Zaffaroni è cresciuto sia a livello tattico che umano, è stato responsabilizzato e ha trascinato in B il Monza. Oggi sono contento che a Bari stia facendo benissimo, secondo me a livello di spogliatoio e d'esempio e sarebbe stato ancora utile alla causa.
Quello che si chiede a questa Società è di creare quindi una base solida, di avere pazienza e di non rivoluzionare la rosa ogni anno, perché difficilmente si creerà un'identità e anche lo stesso allenatore andrà in difficoltà. Intendiamoci, non si deve insegnare nulla a Silvio Berlusconi e Adriano Galliani, i quali hanno regalato tante soddisfazioni, vincendo tutto e dovunque. Anche a Monza stanno facendo investimenti che nessuno, prima di loro, si era mai azzardato a fare, una scommessa che, spero per tutti noi tifosi, vincano. Per questo in primis il tifoso deve aver pazienza, semmai dare suggerimenti costruttivi poiché il calcio è uno sport corale dove si vince e si perde tutti insieme.
Da parte mia spero che questo mio pensiero venga ascoltato dal Monza, per poter, col tempo, creare una società formata, dal primo all’ultimo componente, da gente che ha Monza e il Monza nel cuore.
Gabriele Passoni
foto Studio Buzzi