Amarcord Biancorossi: quando il pareggio con l'Atalanta fece capire al Monza che la salvezza era possibile.
In quel grigio giorno di dicembre dalla nebbia sbucò un punto di speranza. Nel tardo pomeriggio di lunedì la ‘Signora che in inverno tutto avvolge’ certamente non ci sarà ma sono parecchie le analogie che legano il Monza-Atalanta di (quasi) 39 anni or sono a quello che ci attende. Anche allora i biancorossi erano in bruttissime acque: penultimo posto in Serie B con altre tre squadre (Triestina, Padova e Pistoiese) e solo una compagine (Catanzaro) alle spalle. Anche allora segnavano con il contagocce (10 reti in 13 partite).
Anche allora il rendimento esterno era pessimo (2 pareggi e 5 sconfitte). Anche allora i tifosi erano divisi tra quelli cautamente fiduciosi e quelli terribilmente preoccupati. E si discuteva animatamente pur senza le storture amplificative dei social. Diversamente da oggi (2 gare, 2 sconfitte) il Monza 1983-84 restava in linea di galleggiamento grazie all’almeno accettabile ruolino interno (3 vittorie, 2 pari ed un solo ko). Diversamente da oggi il Monza 1983-84 aveva provveduto all’avvicendamento della guida tecnica: la sconfitta di Perugia del 4 dicembre era costata la panca al mitico ed indimenticabile Sor Guido Mazzetti, artefice indiscusso della miracolosa stagione precedente. In un mix di romanticismo e pragmatismo Giambelli era andato sul sicuro decidendo per il ritorno di Alfredo Magni, timoniere degli anni del sogno ed ora chiamato a rimboccarsi le mani ed immergersi nella dura lotta per la sopravvivenza.
Allora come oggi si approssimava all’orizzonte un avversario scomodo, forte, tosto, quadrato, ambizioso: l’Atalanta. Guidati dall’istrionico Nedone Sonetti ed accompagnati in Brianza dalla loro appassionata torcida, i bergamaschi – che a fine stagione vinceranno il campionato tornando trionfalmente in Serie A – avevano superato qualche imprevista difficoltà iniziale metabolizzando i mille insidiosi risvolti cadetti ed inanellando una serie positiva che aveva loro consentito di risalire posizioni di una classifica sorprendentemente guidata dal Campobasso di Tony Pasinato. Di quel giorno ricordo nitidamente (nonostante la nebbia) tre cose: l’applauso scrosciante del Sada che accolse Magni appena sbucò dal tunnel dopo oltre tre anni e lo accompagnò incessantemente fino alla sua (ritrovata) panchina e due gol casualissimi curiosamente determinati dalla stessa bastardissima zolla della linea dell’area piccola incarognita dalla micidiale miscela di gesso e ghiaccio. Poco dopo la mezzora un tiro senza grosse pretese da oltre venticinque metri di Ronco rimbalza proprio lì, assume effetto assolutamente imprevisto ed espone a figura barbina il povero Benevelli.
foto Caprotti
Più di mille parole per capire basta guardare il momento esatto del gol magnificamente immortalato da Ambrogio Caprotti. Ad inizio ripresa un calcio di punizione di Soldà, defilato rispetto alla porta, pareggia i conti e stavolta (pur se in misura meno clamorosa) gli sberleffi toccano al nostro Torresin. Sempre per colpa di quel maledetto ciuffo d’erba … Poi la nebbia decide che un punto per uno non fa male a nessuno, cala sempre più inesorabilmente e a Sonetti e Magni non resta altro che prenderne atto: il primo, causa infortunio di Pacione, resta anche senza punte, Alfredo si affida soprattutto ai generosi cursori di centrocampo (Colombo, Lorini e Papais) per chiudere ogni varco. Quel pareggio contro una squadra decisamente superiore sotto tutti i punti di vista servì il giusto in termini di classifica ma molto di più dal punto di vista della autostima e della rinnovata fiducia sul basso morale della truppa. Personalmente metterei la firma perché pure lunedì le cose potessero andare in questo modo. Anche perché a fine stagione quel Monza raggiunse l’obbiettivo della salvezza …
Monza, Stadio Sada. Domenica 11 dicembre 1983:
MONZA-ATALANTA 1-1 (1-0)
MARCATORI: Ronco (M) al 31’ pt – Soldà (A) al 5’ st
MONZA: Torresin, Saltarelli, Peroncini, Colombo, Gasparini, Guida, Bolis (Pessina dal 36’ st), Lorini, Ambu, Ronco, Papais. A disp.: Pinato, Saini, Fontanini, Albi. All.: Magni
ATALANTA: Benevelli, Codogno, Gentile, Perico, Soldà, Magnocavallo, Agostinelli, Vella, Fattori, Magrin, Pacione (Mutti dal 17’ pt). A disp.: Pappalardo, D. Moro, A. Moro, Snidaro. All.: Sonetti
ARBITRO: Sguizzato di Verona
NOTE: Spettatori 6.000 circa di cui 4.559 paganti e poco più di 1.000 abbonati. Incasso complessivo 45.266.000
Fiorenzo Dosso