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La perizia, redatta da un gruppo di specialisti, ha evidenziato che l’endocardite, che fu la causa del decesso, avrebbe potuto essere diagnosticata e trattata tempestivamente se i medici avessero agito con maggiore precisione. Secondo i periti, il trattamento inadeguato del cardiologo Laudani e i ritardi accumulati dai neuroradiologi nel valutare correttamente gli esami hanno significativamente ridotto le probabilità di sopravvivenza di Purgatori.

Errori diagnostici e conseguenze cliniche

Gli specialisti incaricati della perizia hanno concluso che un corretto trattamento diagnostico-terapeutico avrebbe potuto garantire a Purgatori un periodo di vita più lungo. La letteratura scientifica, infatti, riporta che un intervento tempestivo per l’endocardite avrebbe aumentato le sue probabilità di sopravvivenza di circa l’80%.

 L’analisi critica dell’operato medico ha posto l’accento sull’imperizia e l'imprudenza dei neuroradiologi che, non diagnosticando correttamente l'esame di risonanza magnetica, hanno contribuito al ritardo nel trattamento della malattia. Il cardiologo Laudani, invece, è accusato di aver sottovalutato il quadro clinico e di non aver valutato correttamente i risultati degli esami diagnostici, peggiorando ulteriormente le condizioni del paziente.

In sintesi, l'operato dei medici coinvolti è stato giudicato gravemente insufficiente, culminando in quella che i periti hanno definito una "catastrofica sequela di errori ed omissioni", che ha accelerato il decorso fatale dell'endocardite non trattata in modo adeguato.