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Tra i 700 atleti provenienti da ogni angolo d'Italia, Lorenzo ha spiccato non solo per il cognome, ma per una tecnica di combattimento già sorprendentemente matura. Nel match contro Fortunato Angelo da Eboli, il giovane Berlusconi ha mostrato un'intensità e una precisione che hanno fatto trattenere il fiato agli spettatori.

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Pier Silvio, seduto a bordo ring, ha incarnato l'essenza del genitore moderno: né troppo protettivo, né distaccato. Ogni movimento del figlio veniva seguito con uno sguardo che alternava preoccupazione e ammirazione. Un mix di emozioni che racconta più di mille parole.

"La boxe non è violenza, è superamento", ha dichiarato Pier Silvio dopo la vittoria. Un concetto che va oltre il semplice sport, una filosofia di vita trasmessa attraverso i guantoni e l'energia di un quattordicenne. Lorenzo non è solo un figlio di, ma un atleta che sta costruendo la propria identità.

Un retroscena di passione familiare

Dietro il successo c'è una storia di scelte coraggiose. Nonostante i timori iniziali della famiglia, Pier Silvio ha scelto di sostenere la passione del figlio, riconoscendo in lui lo stesso fuoco che lo animava da giovane. "È nato con la fame dello sport", ha commentato con un sorriso che raccontava più di ogni dichiarazione ufficiale.

La giornata non si è conclusa con la vittoria. Pier Silvio ha colto l'occasione per manifestare il supporto a "Liguria, Regione dello Sport 2025", lasciando intravedere possibili collaborazioni con Mediaset e aprendo nuovi scenari per il territorio.

Dopo la gara, padre e figlio hanno fatto ritorno al loro castello di Paraggi, a Portofino. Non come vincitori distaccati, ma come due persone che hanno condiviso qualcosa di più di una competizione: un momento di crescita, di comprensione reciproca.