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Modulo 1-3-5-2 in casa Monza, con Pedro Pereira ancora braccetto destro (ad "aprirsi" successivamente nello sviluppo azione) nel trio difensivo, Castrovilli, in fase crescente, mezzala qualitativa nella mediana a tre (in cui figura anche il milanista Zeroli, alla sua terza titolarità di fila), Bianco metronomo centrale ed il duo tecnico Keita Baldé-Dany Mota (che hanno superato ottimamente l'esame Inter) in avanti, con la velleità di cercare di limitare, il più possibile, i punti di riferimento all'avversario, cercando poi di sfruttare la profondità con la loro fisicità ed esplosività. 

I Crociati, timonati da alcune settimane dal trainer rumeno Chivu, hanno risposto con un 1-4-3-3, il giovane e promettente Leoni a rimpiazzare lo squalificato Vogliacco in mezzo alla retroguardia, il talentuoso, anche se non al meglio Bernabé, mezzala catalana appostata di base sul centro-destra di mediana (a “disturbare” Bianco nella fase di non possesso) reduce da un lungo infortunio, a fornire visione periferica col suo talento cristallino; con l'entusiasmo (reduce dalla doppietta col Torino), la fisicità, la spigolosità in attacco del figlio d'arte Pellegrino (il papà è l'ex difensore del Valencia e Liverpool Mauricio), supportato dalle winger Man e Almqvist sui lati.

Primo tempo Monza-Parma

Nel primo tempo, le occasioni da rete, da ambo le parti, sono state scarse, con entrambe le compagini che hanno faticato a concretizzare la mole di gioco imbastita. I ragazzi di Nesta, nel computo generale, hanno tirato sostanzialmente di più.

I biancorossi hanno mostrato anche sprazzi di discreta manovra, ma, ad onor del vero, poco incisiva sul lato pratico ai fini della finalizzazione. Scarna sovente di imprevedibilità, verticalità, con frequenti fraseggi in orizzontale e una non eccessiva immediatezza e fluidità nella ricerca dell'ampiezza, in primis verso i "quinti" Birindelli (maggiormente sollecitato) e Kyriakopoulos. 

Il primo a rendersi pericoloso è stato Bianco, che ha "scaldato i guanti" del giapponese Suzuki con un tiro da fuori a giro. 

Dal canto loro, Delprato e compagni hanno lavorato molto sullo sviluppo della transizione offensiva sul lato mancino, con l'intraprendente laterale Valeri (ex obiettivo monzese) molto frizzante, a livello di frequenza di gamba e propulsione, sulla sua fascia di competenza, sgasando ed attuando, inoltre, diverse sovrapposizioni in spinta; il pezzo pregiato Man, a destra, sovente “a tagliare il campo” (sfruttando il reverse-side) dall'esterno verso l'interno per “impegnare” gli half-spaces, cercare l'eventuale conclusione col mancino dalla distanza e tentare di innescare la punta centrale.

E' però l'ex Lecce Almqvist, sul lato opposto alla sua posizione, a procurarsi la migliore chance nei primi 45 minuti, ma ha fallito l’obiettivo indirizzando di poco a lato. 

Da sottolineare, sempre in fase propositiva, il prezioso lavoro tra le linee dell'estroso, scuola blaugrana, Bernabé (punto di riferimento anche sui calci piazzati col suo vellutato mancino) che andava a fornire una mano al terminale, ex Estudiantes e Platense, Pellegrino e agli esterni offensivi gialloblu. 

Secondo tempo Monza-Parma

Nella ripresa, più temperamentale ed intensa come ritmo, gli ospiti hanno impegnato maggiormente l'estremo difensore avversario col diagonale di Valeri e la botta di Pellegrino, con Turati autore di un difficile intervento. 

La squadra in trasferta ha condotto maggiormente, rispetto al primo parziale, le operazioni, con più efficacia e “presenza” nella produzione di trame di gioco

Ma sono i brianzoli a passare in vantaggio con l'indomito, partenopeo, Izzo al minuto 60, liberandosi dalla marcatura e gonfiando la rete schiacciando la sfera col destro, successivamente ad un'azione caotica da corner. 

Monza che ha cercato, grazie al lavoro instancabile dei laterali, maggiormente il cross, ma con diversa imprecisione nella chiusura di giocata.

La girandola dei cambi (alcuni “obbligati” in casa brianzola) ha poi favorito gli emiliani (nel frattempo passati ad un 1-4-3-2-1 più accentrato, con i due trequarti più “nel campo”), che hanno trovato a pochi minuti dal 90esimo (14esimo centro negli ultimi 15 minuti, secondi solo alla Lazio) un pari sostanzialmente meritato. Il tutto dopo una poderosa progressione, palla al piede dalla trequarti, favorita dalla “piatta” marcatura di due difendenti di casa ma anche da una transizione negativa, collettiva, non eccelsa; il protagonista è l'ex Châteauroux Bonny, subentrato, che ha sferrato un preciso destro a giro dal limite dell'area, nel sette, sul secondo palo. 

Le statistiche di Monza-Parma 

Le principali statistiche evidenziano un maggior possesso palla del Parma, seppur in maniera lieve; ospiti che hanno concluso poi maggiormente, anche nello specchio dalla porta e inanellato più passaggi, con maggiore precisione, in percentuale. 

Monzesi che hanno collezionato il doppio dei corner, da uno dei quali è scaturita la marcatura del momentaneo vantaggio domestico. 35 gli errori (passaggi errati e palloni persi) complessivi commessi in casa brianzola, specificatamente 20 nel primo e 15 nel secondo.

Izzo

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